Il venerdì sera i ragazzi videro uscire Seth, come fosse un principe ereditario che va all’incoronazione. Stuart e Tristan avevano tutti e due un impegno e Kurt sarebbe rimasto solo, cosa che Seth disapprovava. In qualità di unico maschio della casa non voleva che i suoi ragazzi restassero soli di sera, in un posto relativamente isolato, ma il fatto che si trattasse proprio di Kurt che, secondo lui, avrebbe passato la serata ad autocommiserarsi, lo rendeva inquieto la serata ad autocommiserarsi, lo rendeva inquieto e rischiava quasi di rovinargli la festa. Alla fine, lui riuscì ad addolcirlo, promettendogli che avrebbe proposto a un amico di accompagnarlo al cinema. Ma quando tutti se ne furono andati e si ritrovò solo, fu molto contento di potersi godere il silenzio della casa…
Nonostante l’opinione contraria di Seth, Kurt non era il tipo di ragazzo da piangere sulle proprie disgrazie. Aveva subito altre delusioni e le aveva sempre superate, anche se quella volta che si ama diamo una parte di noi e si corre il rischio, con l’andare del tempo, di avere sempre meno da dare. Ci sarebbe voluto molto tempo, nient’altro. Perché non c’era niente che potesse fare per David. Se n’era reso conto una sera tranquilla, in cui era rimasto solo con tanto tempo a disposizione per riflettere.
Non era più tanto sicuro di volerlo ancora. Il consiglio di Seth di non darsi per vinto era nobile e generoso e probabilmente in un’altra situazione avrebbe funzionato. Ma Seth non conosceva a fondo i fatti. Non era stato un rapporto sentimentale nel senso più ampio del termine. David non gli doveva nulla. Non era mai stato niente di più che un amico per lui, un breve incontro che gli era stato di conforto durante un periodo particolare di solitudine. Senz’altro lui non si meritava di essere infastidito con dichiarazioni di amore eterno, che avrebbero potuto essere considerate un velato rimprovero. Non gli aveva fatto alcuna promessa, né detto menzogne. Ripensandoci, sapeva che avrebbe dovuto essergli grato per aver mantenuto la loro relazione sul piano dell’amicizia. E lo stimava per questo.
Ma non ne poteva più di essere sempre l’amico di qualcuno e l’amante di nessuno. Sospirò, si strinse nelle spalle e decise di dare un taglio netto al passato. Oh, non sarebbe stato indolore e gli ci sarebbe voluto del tempo, ma ce l’avrebbe fatta, e nel frattempo avrebbe evitato di autocommiserarsi. E la prossima volta sarebbe stato più attento, molto più attento. Sempre che ci fosse una prossima volta.
Anche in circostanze normali, Kurt non usciva spesso e non si sentiva solo e abbandonato se per una volta passava il venerdì sera in casa. A volte passavano mesi senza che lui avesse un accompagnatore fisso. Aveva degli amici, aveva Seth a cui ricorrere per inviti dell’ultima ora, un lavoro che gli piaceva, e in fondo non gli mancava niente. L’unico problema, come gli aveva fatto notare Seth, era la sua tendenza a innamorarsi facilmente di ogni alfa che incontrava e con cui in genere non aveva niente da spartire. Forse la soluzione migliore era di non frequentare più nessuno. È la cosa non gli sarebbe importata poi molto! Dopotutto, finché c’era Seth, la compagnia di un alfa non gli sarebbe mancata e tutto sommato stare un po’ di tempo alla larga dagli alfa gli avrebbe semplificato la vita.