Una brezza pungente spostava i capelli scuri di Theodore Nott, studente abbastanza brillante da meritarsi di affiancare Hermione nel suo ruolo di caposcuola.
La stava aspettando in cortile, dove si erano dati appuntamento per organizzare le ronde dei prefetti.
"Ciao." disse lei appena arrivò, leggermente imbarazzata. Poco sapeva di lui, se non qualche voce di corridoio, e che era un serpeverde. Purtroppo, il pregiudizio sulla casa più misteriosa di Hogwarts aveva toccato anche lei; anche se alcuni suoi conoscenti avevano molti amici serpeverde, lei non era mai riuscita a fidarsi di loro.
Il fatto che ponessero la loro ambizione dinanzi ad ogni altra cosa li rendeva, ai suoi occhi, incompatibili con la sua grande generosità.
"Ti sembra questa l'ora di arrivare? Ti avrò aspettata mezz'ora!" disse Nott.
"Mi dispiace, io..." arrossì Hermione.
"Tranquilla, scherzavo!" rise lui.
> pensò lei.
"Allora, come volevi organizzare questa settimana?" continuò Nott.
"È abbastanza complicato." rispose Hermione. "È per questo che ti ho chiesto di aiutarmi. Molti prefetti hanno chiesto dei permessi per evitare le ronde di questa settimana e, anche se non capisco proprio come mai, non riesco ad incastrare i turni." spiegò estraendo il suo taccuino.
"Fammi vedere." disse lui, avvicinandosi.
Mentre Nott leggeva attentamente, Hermione ebbe la possibilità di osservarlo: pur essendo entrambi caposcuola, non si erano quasi mai parlati, se non prima delle riunioni con i prefetti o con la McGranitt, né avevano collaborato. Hermione si occupava solitamente della burocrazia, mentre Theodore prediligeva il ruolo da 'mediatore' tra alunni e insegnanti, occupandosi quindi di richieste e compromessi per migliorare la vita scolastica.
Seguendo la linea che dalla mascella marcava le sue guance fino alle labbra carnose, riconobbe che era un ragazzo molto affascinante. Si vestiva sempre in modo elegante e il suo carisma lo aveva portato ad essere uno dei ragazzi più famosi dell'istituto. Molte questioni erano emerse dopo che fu eletto caposcuola: tutti sapevano che una dei due sarebbe stata Hermione, ma l'altro non sarebbe dovuto essere Nott.
Viste le medie e i meriti scolastici degli anni precedenti, il miglior studente risultava essere proprio Malfoy, che aveva invece anche perso il suo ruolo di prefetto. Secondo Hermione e la maggior parte degli altri studenti era giustissimo così, anzi, era già tanto che fosse stato riammesso ad Hogwarts.
Sembrava che questo avvenimento avesse causato discordie nel rapporto tra Theodore e Draco, che si era visto svanire tutti i meriti acquisiti durante gli ultimi anni davanti agli occhi; in più, non sembrava essergli rimasto altri che Blaise e qualche altro serpeverde.
"Hermione?" Nott richiamò la sua attenzione.
"Scusa, mi ero incantata. Puoi ripetere?" rispose lei, guardando nei suoi occhi scurissimi.
"Secondo me dovremmo organizzare in questo modo, e chiedere a Ron Weasley di fare il sabato. Ma non penso sarà un problema, se glielo domandi tu." rispose sorridendole in modo cordiale, mentre le porgeva il suo taccuino, dove lei scorse qualche suo appunto, scritto con una calligrafia elegante. Lo rispecchiava.
"Va bene, grazie Theodore." disse lei.
"Per favore, solo mia nonna mi chiama ancora così. Tu chiamami Theo. E se avessi ancora bisogno del mio aiuto sai dove trovarmi." rispose.
Lei sorrise, e così fece lui. Si alzarono dalla panchina, dividendosi dopo qualche metro.
Lei prese la direzione della sala comune, dove sperava di poter incontrare Ron, per chiedergli quello che Theo le aveva suggerito.
Rimase delusa nel trovare solo Ginny, intenta a parlare con qualche sua amica del sesto anno.
"Hey Ginny, hai visto Ron?" richiamò la sua attenzione.
"A quest'ora dovrebbe essere ad Hogsmeade con i suoi amici." rispose la sua amica.
"D'accordo grazie." rispose lei, mentre usciva dalla sala.
Guardò l'ora: alle sette avrebbe dovuto appendere l'avviso in bacheca, e non poteva rischiare di attendere che tornasse. Decise quindi di andare a domandarglielo di persona.
I tre manici di scopa era abbastanza affollato quel giorno. Non ci andava da quando... beh da quella volta che non ragionò più.
Scorse, in lontananza, Neville e Dean, seduti a un tavolo.
"Ciao ragazzi." disse, avvicinandosi. "Avete visto Ron?" chiese.
"Ciao Hermione! L'hai mancato di pochi secondi, è appena uscito dal retro con Malfoy... Sembra che abbiano una questione in sospeso." rispose Dean, ridendo, mentre si scambiava qualche gomitata con Neville.
"Di cosa parli?" chiese lei, preoccupata.
"Non lo sappiamo. Secondo me vuole sistemare quello che ha iniziato con la rissa di inizio anno." disse Neville, ridendo.
Hermione non rispose, preferì piuttosto allungare il passo verso l'uscita di cui parlavano i suoi amici.
Come il freddo di Hogsmeade colpì le sue guance, lei potè scorgere Ron in piedi, di fronte a Malfoy, che scambiava qualche parola.
Non sapeva cosa fare. Gliel'aveva già detto? Glielo stava per dire? "Ron!" decise infine di chiamarlo.
"Hey, Hermione." rispose lui. "Che ci fai qui?" sembrava tranquillo.
"Ci sono stati problemi con l'organizzazione delle ronde dei prefetti. Ho bisogno di chiederti una cosa." disse, cercando di mantenere la calma, e di non lasciare che la sua ansia trapelasse tra le sue parole.
"Certo. Ma non me lo potevi chiedere sta sera?" rispose lui, sorridendole.
"No. Dobbiamo appendere l'avviso entro le sette." disse lei.
Lui annuì.
"Da soli." aggiunse Hermione.
"Oh andiamo, Granger! Sono stato prefetto anche io, non rivelerò a nessuno le vostre stradine segrete per controllare il primo anno!" disse Malfoy.
Hermione guardò Ron, alzando un sopracciglio, come a chiedergli cosa ci facesse con lui.
"Dice di volermi parlare." rispose lui.
"Secondo me non è nulla di importante. Perché non torni dentro con me? È urgente." tentò di dissuaderlo.
"Perché non ci lasci parlare in pace, Granger?" si voltò Malfoy.
"E tu perché ascolti le conversazioni degli altri?" ribatté lei.
"Scusate, non pensavo fosse una cosa privata." disse, portandosi una mano al petto, abbinandola ad un'espressione da cretino. "Weasley, perché non continuiamo la nostra chiacchierata tra maschietti? Ti sanguinerebbero le orecchie Granger." aggiunse, guardando prima Ron, poi Hermione.
"Io non me ne vado." disse lei, incrociando le braccia.
Era terrorizzata; le gambe le tremavano, non più sapeva cosa fare.
"Dai Hermione, sento cos'ha da dirmi una volta per tutte e sono subito da te." disse Ron. Lei non rispose.
"Ron? È arrivato Harry. Chiede se puoi entrare." una voce ruppe il silenzio.
"E va bene, ma cos'avete tutti oggi? Non potete aspettare neanche un secondo." pronunciò, mentre varcava nuovamente la soglia del pub.
Hermione guardò Draco per qualche istante, prima di seguire il suo ragazzo all'interno del locale.
Malfoy rimase lì, in piedi, divertito.