VIII

872 Words
Hermione camminava velocemente, mentre lacrime nervose colavano dai suoi occhi. Cercava una stanza tranquilla in cui scaricare la sua tensione, dato che la sala comune di Grifondoro non era il luogo ideale per mostrarsi in quelle condizioni. Si infilò in un corridoio e proseguì dritta. "Ma guarda un po' chi c'è!" una voce fastidiosamente boriosa la fece fermare. Si voltò, per poter scorgere Draco Malfoy appoggiato a una colonna, l'ambiente scuro confondeva gran parte dei suoi abiti con il nero della zona in ombra. Ci mancava solo quella! "Dove sono finite le tue buone maniere, Granger? Non si saluta più?" domandò lui con tono ironicamente indignato. "Ti avverto che non è giornata." replicò lei, cercando di ricomporsi per sembrare il meno vulnerabile possibile. "Sono sbalordito..." disse, avanzando verso di lei "La scorsa settimana nemmeno mi ringrazi, e ora-" si bloccò improvvisamente quando notò i suoi occhi gonfi, che lei distolse rapidamente. "Granger..." disse lui. "Stai... piangendo?!" chiese, scoppiando a ridere. Come poteva essere tanto idiota da ridere di fronte a una ragazza in lacrime?  Lei si voltò e iniziò a camminare nella direzione opposta, ignorandolo completamente. "Oh, andiamo!" si lamentò lui, cominciando a seguirla. "Non pensavo fosse una cosa così seria. Cos'è successo?" "Quali neuroni del tuo cervello si sono attivati per produrre una domanda tanto idiota? Non sono affari tuoi." rispose, continuando a camminare. "Ah, ho capito, vuoi giocare! Sono bravo negli enigmi. Allora vediamo... Io dico che è stato Weasleyuccio!"  "La vuoi piantare di seguirmi?!" si fermò lei all'improvviso. Non aveva voglia di stare a quelle stupide provocazioni. "Quindi ho fatto centro! 10 punti a Serpeverde!" disse lui sorridendo. Lei corrugò la fronte scuotendo la testa, pensando a quanto potesse essere sfigato. Aprì la bocca per parlare, ma decise poi di tacere, e di andarsene. Il fiato con lui era sprecato. "Hey, hey, aspetta." la fermò lui, tenendola per il braccio. Lei guardò la sua mano come se ne fosse ripugnata, e lui subito la lasciò, alzando le mani in segno di pace. "Che c'è? Non ho tempo per i tuoi giochetti Draco. Per favore, lasciami andare." E per una volta, Draco Malfoy fece come gli era stato detto, lanciandole un'ultima occhiata prima di andarsene in direzione opposta. Non l'aveva mai vista così fragile e lei non gli aveva mai chiesto "per favore" di lasciarla in pace, anzi, spesso era lei a rispondere male o cercare un confronto diretto.  D'un tratto si sentì molto incuriosito da lei, e sapere cosa la affliggesse gli sembrava davvero interessante. (...) Hermione si impose di smettere di pensare a Ron. Chiese ad Harry se gli andasse di prendere una burrobirra quel pomeriggio, e lui accettò. "E poi mi ha detto: e mi ha toccato il braccio." disse lei, palesemente alticcia, ridendo come una scema, dopo la... beh diciamo che aveva perso il conto delle burrobirre che aveva bevuto. Ma dato che fuori era buio, si rese conto che probabilmente erano lì da un bel po'.  "No, aspetta! Quindi mi stai dicendo che Dracuuuo si è preoccupato per te?" rispose a tono Harry, che ne aveva bevuta qualcuna in meno, ma era comunque poco brillo. "Siiiiii!" rise lei come una cretina. "Se solo Ron si preoccupasse così..." pronunciò. "Come Malfoy?" scoppiò a ridere l'amico. "Sì, come lui! Guarda che era proprio interessato, lo vedevo dai suoi occhi!" rispondeva Hermione, senza nemmeno rendersi conto di ciò che diceva. "Ma cosa stai dicendo?" chiese Harry. "Cosa? Non ti ho sentito!" urlò Hermione, confusa dal brusio di sottofondo. Doveva ormai essere passata l'ora di cena, dato che i Tre Manici di Scopa si stava riempiendo di studenti di Hogwarts. "Credo che tu sia andata ormai!" Urlò Harry.  "Ho la soluzione!" rise lei alzando il boccale in risposta, prima di ingurgitarne tutto il contenuto, in un fiato.  "Ohoh!" disse Harry. "Forse è meglio se andiamo a nanna, mia cara studentessa modello!" rise, alzandosi in piedi e offrendole un appoggio per fare altrettanto. "Nooooo! Io voglio stare qui." si lamentò lei, battendo i piedi a terra come avesse cinque anni. "Ti lascio qui allora, da sola." rispose Harry, divertito. Dato che il coprifuoco era sicuramente scaduto e non aveva idea di come tornare ad castello attraverso i passaggi segreti, non le rimase altro se non appoggiarsi alla sua guida. Le girava un po' la testa, ma era abbastanza lucida da capire cosa stesse succedendo e per mollare la presa. "Sai reggerti da sola, buon segno." disse Harry. Hermione non fece neanche in tempo a rispondere all'amico che si ritrovò per terra. Qualcuno l'aveva urtata. "Stai attenta!" Pronunciò una testa bionda. Il ragazzo l'aveva aiutata ad alzarsi, e si era scusato ben due volte.  "Lascia stare, tranquillo! Sarei caduta lo stesso perché sono ubriaca!" rispondeva lei, che trovava quel quadretto molto divertente. "Tutto bene?" le chiese Draco, incredulo.  "Sta benissimo!" intervenne Harry, attirandola a sé e abbracciandola.  "Oh, anche tu Potter? Quanti anni avete, 5?" commentò Draco, alzando gli occhi al cielo. "Io sto benissimo!" disse Harry. "Sono solo leggermente brillo. E ora se non ti dispiace..." concluse, prima di fare un inchino. Hermione scoppiò a ridere, e lo seguì verso una porta che li avrebbe condotti al castello, lasciando Draco ancora una volta incuriosito dal suo strano comportamento.
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