Epilogo

801 Words
Attraverso il portale, Robin si ritrovò nella solita sala che già conosceva, un luogo che ormai sentiva quasi familiare. Asmodeo lo stava aspettando, vestito con un abito elegante di un nero profondo che esaltava i suoi tratti orientali e i suoi capelli scuri che scendevano morbidamente sulle spalle. Davanti a lui, un tavolo apparecchiato con candele tremolanti creava un’atmosfera intima e calda. Robin sorrise e si avvicinò, sentendo il battito del cuore accelerare. Asmodeo gli prese la mano, con un gesto fluido lo fece accomodare sulla sedia; quindi, gli si avvicinò con un sorriso malizioso. “Non pensavo che un demone fosse così romantico,” disse Robin, con un sorriso divertito. “Per te, questo e altro,” rispose Asmodeo, baciandolo lievemente sulle labbra, come se fosse la cosa più naturale del mondo. Cominciarono a mangiare, e davanti a loro si presentarono piatti prelibati, un banchetto che solo i palati più raffinati avrebbero potuto apprezzare. Ogni morso sembrava più delizioso del precedente, come se ogni ingrediente fosse stato scelto per farli sentire speciali, per farli sentire amati. Quando finirono, da una sala in fondo entrarono musicisti che cominciarono a suonare una melodia dolcissima, un accompagnamento perfetto per il momento. Asmodeo si avvicinò a Robin, gli porse la mano e, senza dire una parola, Robin la prese e si alzò. Iniziarono a ballare, i loro corpi che si muovevano in perfetta sintonia con la musica che li avvolgeva. Robin appoggiò la testa sulla spalla di Asmodeo, lasciandosi cullare dalla melodia. Non si accorsero nemmeno quando l’orchestra smise di suonare. Si guardarono negli occhi, incantati l'uno dall'altro, e Asmodeo fece un passo in avanti, avvicinando le labbra di Robin alle sue. Il bacio fu dolce e delicato, ma ben presto divenne più profondo. La passione li travolse, e Asmodeo spinse Robin indietro, facendolo cadere su un letto ampio. Robin lo guardò negli occhi, senza dire una parola, ma cominciò a togliere la giacca e sbottonargli la camicia. Asmodeo fermò le sue mani e, con un sorriso più serio, gli chiese: “Sei sicuro?” “Non ti preoccupare, è quello che voglio,” rispose Robin con determinazione. Dopo queste parole, nessuno dei due parlò più, lasciandosi andare completamente al desiderio. … Asmodeo aprì gli occhi e vide il bellissimo viso addormentato di Robin accanto a lui. Con un sorriso, gli accarezzò i capelli rossi, che erano rimasti tali da quando Robin era diventato una fenice. Robin fece un lieve movimento, aprì gli occhi e lo guardò. Asmodeo sorrise di nuovo e gli chiese: “Come stai stamattina? Hai dormito bene?” Robin arrossì e Asmodeo pensò che fosse la persona più bella che avesse mai visto. “Lo sai bene che non ho dormito molto stanotte,” rispose Robin, con un sorriso divertito. Asmodeo rise e lo avvicinò a sé, mettendo una mano sul suo fianco, stringendolo contro di sé. I due si baciarono di nuovo, lasciandosi travolgere dal desiderio. … Un’ora dopo, Robin arrivò all’Istituto. Aveva una riunione con la sua squadra, ma di Sizzy e Clarence non c’era traccia. La preoccupazione cominciò a salire dentro di lui. Gli avevano detto che erano andati in missione senza di lui la sera prima. I minuti passarono veloci, quando una mano gentile si posò sulla sua spalla. Si girò e incontrò gli occhi dolci di suo padre Alec. Toccò la sua mano e lo fece sedere vicino a sé. “Non ti preoccupare, Robin. Sono sicuro che non sia successo niente di grave,” disse Alec con voce rassicurante. “Non ne sono sicuro, Alec. Loro avvertono sempre quando sono in ritardo o se hanno avuto un imprevisto in missione,” rispose Robin, lo sguardo preoccupato. Alec mise un braccio sulla spalla di suo figlio per calmarlo. … Cinque ore dopo, Alec e Robin avevano avvertito Magnus dell’accaduto e lui era arrivato subito per aiutare. In quel momento, stava cercando di localizzare Sizzy e Clarence con un indumento di Sizzy. Quando i suoi occhi dorati si illuminarono, si girò verso Robin e Alec e disse: “Ho scoperto dove si trovano.” I tre si alzarono e Magnus creò un portale. In un attimo, si ritrovarono in un vicolo stretto e angusto. Da lontano, udirono un lamento. Si avvicinarono e videro una persona svenuta per terra. Quando si avvicinarono, riconobbero Sizzy. Robin la strinse tra le braccia e cercò di svegliarla. Quando lei aprì gli occhi, disse, con un filo di voce: “Dobbiamo trovare Clarence.” “Che cosa vuoi dire? Che cosa è successo?” chiese Robin, preoccupato. Sizzy gli strinse forte il braccio, tanto da fargli provare dolore. “È sparito, Robin. Un portale l’ha trascinato via.” Robin guardò la sua amica con preoccupazione, senza sapere cosa fare. Una cosa però era certa: avrebbe fatto di tutto per ritrovarlo. FINE
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