Capitolo 3

1182 Words
Un anno dopo Robin si svegliò di soprassalto, l'ennesimo incubo lo aveva disturbato, lo stesso di sempre. Ricordava il momento in cui quei tre uomini lo avevano ferito, la sensazione di non riuscire a respirare mentre i suoi polmoni si riempivano d’acqua. Ancora il panico di quel momento, la lotta disperata per prendere fiato. Si alzò dal letto, coperto di sudore, e si avviò verso l'armadio, tirando fuori dei vestiti. Andò a farsi una doccia veloce, cercando di sciacquarsi via il disagio che il sogno gli aveva lasciato. Quando uscì dalla doccia, avvolto in un asciugamano, si voltò verso lo specchio appannato. Con una mano lo pulì, fissandosi. Molte cose erano cambiate in quell’anno. Aveva cambiato il colore dei capelli, che prima erano neri, ora li aveva tinti di un viola intenso, nel tentativo di cancellare la versione di sé stesso legata al passato. Uscì dal bagno e si diresse all'armadio. Tra gli abiti, c'erano di tutto, un regalo di Magnus, sempre appassionato di moda e shopping. Da quando Robin si era trasferito con lui e Alec, non c'era giorno che Magnus non gli facesse un regalo. Robin sorrise, riconoscente. Quella coppia era la sua ancora di salvezza in un mondo che ora sembrava completamente diverso da quello che conosceva. Dopo essersi vestito, rifece il letto, un’abitudine che aveva mantenuto, un segno di chi era stato prima. Poi uscì dalla stanza e vide Magnus seduto sul divano, con lo sguardo rivolto verso la cucina, visibilmente preoccupato. Robin si avvicinò e gli chiese: "Magnus, che succede? Sembra che tu abbia visto un fantasma." Magnus si girò e lo guardò, facendogli balzare il cuore in gola. Com’era possibile che, nonostante fosse passato un anno, non riuscisse ancora ad abituarsi a quanto fosse incredibilmente bello? Anche Alec, allo stesso modo, lo faceva sentire sempre come un ragazzino innamorato. "Alexander sta di nuovo facendo colazione, e come sempre, la solita cosa. Perché diavolo gli ho detto che era buona l'ultima volta? Adesso la fa ogni mattina. Ho paura che morirò mangiando il suo cibo," disse Magnus, con un'espressione tra il divertito e l’inquieto. Robin scoppiò a ridere e rispose: "Magnus, prima di tutto, tu sei immortale, quindi non sarà certo il cibo a ucciderti. Al massimo ti verrà un po' di mal di stomaco. E poi, non puoi dire ad Alec che non è buono? Non penso che scapperà piangendo come una donna isterica." Magnus lo guardò per un momento, poi si alzò dal divano, si avvicinò a Robin e disse: "Lo so, piccolo, hai ragione. Adesso vado a parlargli." "Bravo, così si fa, stregone," disse Robin sorridendo. Proprio in quel momento, Alec uscì dalla cucina, indossando il suo grembiulino a fiori. Robin scoppiò a ridere e gli chiese: "Chi ti ha comprato quel grembiule?" Magnus, con un sorriso divertito, rispose: "Ovviamente io. Non ti piace?" Robin smise di ridere e, facendo una smorfia, rispose: "Spero che nessun demone ti veda vestito così, altrimenti moriranno dal ridere invece di essere colpiti dalla tua freccia." Tutti e tre scoppiarono a ridere. Alec, con un'espressione divertita, si avvicinò a Robin e chiese: "Ti fermi a fare colazione?" "No, devo uscire. Ho un appuntamento con Sizzy e Clarence," rispose Robin. Prese la sua giacca di pelle nera, baciò entrambi sulla guancia e uscì di casa. … Magnus guardò il suo compagno, notando che Alec sembrava preoccupato. Decise di chiedere: "Che c'è che non va, fiorellino?" Alec, con uno sguardo serio, rispose: "Sono preoccupato per Robin. Ogni volta che esce, ho paura che qualcuno possa fargli del male." Magnus si alzò e abbracciò Alec, baciandolo sulla testa. Poi disse: "Non ti preoccupare per lui, è uno degli stregoni più potenti che ci siano. E in fin dei conti, è nostro figlio." Alec sorrise, rincuorato, e si girò verso di lui, baciandolo sulle labbra. Quando il bacio finì, si abbracciarono e Alec disse: "Dovremo andare a fare colazione." Magnus, con un sorriso malizioso, rispose: "Davvero vuoi fare colazione? Io avrei qualcosa di meglio da offrirti." Magnus, con un sorriso che non lasciava dubbi, si tolse la camicia e si diresse verso la loro stanza, seguito dal compagno. … Robin si stava dirigendo verso il bar dove avrebbe incontrato i suoi amici, Clarence e Sizzy. Questi due erano diventati i suoi migliori amici nell’ultimo anno. Sizzy Lightwood era cugina di Alec e Isabelle. Con i suoi capelli neri, lunghi e gli occhi azzurri, aveva un portamento da modella e attirava l’attenzione di molti uomini. Ma il suo cuore apparteneva al suo vampiro, Rafael, con cui aveva una relazione da un anno. Clarence Herondale, invece, era cugino di secondo grado di Jace. Un ragazzo dai capelli biondi, sempre legati in un codino, e occhi azzurri che sembravano brillare sempre. Era molto popolare, ma non si era mai innamorato di nessuno. Con Robin, non ci aveva mai provato, soprattutto per via delle minacce di Alec, che non avrebbe esitato a farlo "evirare" se avesse osato toccarlo. Quando Robin entrò nel bar, vide Sizzy che lo salutava con un gesto della mano. Si avvicinò a loro e disse: "Scusate per il ritardo." Clarence, con una risata, commentò: "Non capisco perché non usi i tuoi poteri per viaggiare. Puoi usare i portali." Robin sorrise e rispose: "È un’abitudine mondana che mi è rimasta. Non voglio dimenticare chi fossi." I tre risero insieme, continuando a scherzare. … Nel frattempo, a Edom, Asmodeo camminava avanti e indietro nella sua prigione. Non aveva ancora incontrato il suo "nipotino", come lo chiamava. Come poteva sapere tutto questo? Era riuscito a ottenere informazioni dalla superficie grazie alle sue spie, che monitoravano ogni movimento di suo figlio e del suo compagno. Ma la persona che più lo incuriosiva era Robin, un essere raro, metà nephilim e metà demone. Voleva incontrarlo. In quel momento, invocò una delle sue spie e disse: "Portami il ragazzo." La creatura annuì e scomparve. … Robin, Sizzy e Clarence stavano uscendo dal bar, ancora intenti a ridere e scherzare, quando un’ombra demoniaca si avvicinò a loro. Clarence, immediatamente, attivò la runa dell'invisibilità. Sizzy e Robin seguirono l’esempio, e i due estrassero le loro spade angeliche. Robin, invece, si preparò a usare il suo potere. Ma quando il demone parlò, il suo cuore si fermò. "Sono qui per Robin Lightwood Bane. Se vieni con me, non sarà fatto del male ai tuoi amici." A quelle parole, Clarence e Sizzy risero, ma l’attacco del demone fu rapido e potente. I due furono scagliati lontano, svenendo. Robin, spaventato, guardò i suoi amici. Non c’era più tempo. Si avvicinò al demone, che gli prese la mano. In un attimo, sparirono, lasciando dietro di sé i suoi amici che riprendevano conoscenza. Quando Sizzy e Clarence si svegliarono, intontiti, capirono subito che Robin era sparito. Senza perdere tempo, aprirono un portale e si diressero verso l'istituto, dove speravano di trovare chi li potesse aiutare. Arrivati all'istituto, si diressero all'ufficio di Alec, che stava avendo una riunione con Jace, Clary e Isabelle. Quando entrarono, ansimanti, non riuscirono a dire altro che: "Robin è sparito." Alec, Jace e Clary si girarono immediatamente, preoccupati, pronti ad agire.
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