Capitolo 9: La Scelta Eterna

1468 Words
Il silenzio nella biblioteca era così profondo che Marco poteva sentire il battito del proprio cuore risuonare nell'aria come un tamburo funebre. Alessandro teneva ancora il suo polso, impedendogli di affondare la lama nel petto, ma nei suoi occhi danzava una tempesta di emozioni che sembrava voler lacerare l'anima stessa. "Duecento anni," sussurrò Alessandro, la voce spezzata come vetro calpestato. "Duecento anni ho sognato questo momento. Duecento anni ho immaginato la mia vendetta, ho coltivato il mio odio come un giardino velenoso." "E ora che sono qui," Marco non distolse lo sguardo da quegli occhi che aveva amato in due vite diverse, "cosa scegli? La vendetta o l'amore?" Alessandro lasciò andare il suo polso, allontanandosi di qualche passo. Il pugnale rimase nella mano di Marco, ma ora sembrava pesare come il mondo intero. "Sai cosa ho fatto in questi due secoli?" chiese Alessandro, voltandogli le spalle per guardare fuori dalla finestra dove il sole stava tramontando, tingendo il cielo di rosso sangue. "Ho odiato. Ho odiato te, ho odiato me stesso per amarti ancora, ho odiato ogni anima che entrava in questa villa perché non eri tu." Marco sentì il dolore di quelle parole come pugnalate al cuore. "Alessandro..." "Ma soprattutto," Alessandro si girò verso di lui, e Marco vide lacrime fantasma rigare quel volto perfetto, "ho odiato il fatto che, nonostante tutto, nonostante il tradimento, nonostante l'omicidio, non sono mai riuscito a smettere di amarti." Le parole caddero nel silenzio come pietre in uno stagno, creando onde che si espansero fino a toccare ogni angolo della stanza. "Quando sei arrivato qui, quando ho sentito la tua voce," continuò Alessandro, "ho creduto che fosse arrivato il momento della mia vendetta. Ma poi ti ho baciato, ti ho tenuto tra le braccia, ho fatto l'amore con te, e ho capito che la vendetta non può esistere dove c'è ancora amore vero." Marco sentì le lacrime bruciargli gli occhi. "Cosa stai dicendo?" "Sto dicendo che ti perdono," le parole uscirono dalle labbra di Alessandro come una benedizione e una maledizione insieme. "Ti perdono per quello che hai fatto, ti perdono per la paura che ti ha reso codardo, ti perdono per aver scelto la tua rispettabilità invece del nostro amore." Marco lasciò cadere il pugnale, che risuonò sul pavimento di marmo con un suono metallico finale. "Alessandro, io non merito il tuo perdono." "Forse no," Alessandro si avvicinò di nuovo, le mani che si alzarono per accarezzare il volto di Marco. "Ma io ho bisogno di darlo, più di quanto tu abbia bisogno di riceverlo. Perché solo perdonandoti posso liberare la mia anima da questo odio che mi ha tenuto prigioniero per due secoli." "E ora cosa succede?" chiese Marco, appoggiandosi al tocco di quelle mani che erano morte da così tanto tempo ma che erano l'unica cosa viva nella sua esistenza. Alessandro sorrise, e per la prima volta da quando Marco aveva recuperato i ricordi, era il sorriso dolce e innamorato che aveva imparato a riconoscere. "Ora hai una scelta da fare, amore mio. Puoi andartene da questa villa, tornare alla tua vita, dimenticare tutto questo come un sogno febbrile." "Oppure?" «Oppure puoi restare con me.» Per sempre.» Alessandro si fece più serio. «Ma devi sapere che, se scegli di restare con me, se scegli di legarti a me per l'eternità, la tua vita mortale finirà. Diventerai come me: né vivo né morto, intrappolato tra due mondi.» Marco guardò negli occhi di Alessandro, vedendo in essi non più rabbia o sete di vendetta, ma solo amore puro e disperata speranza. "Se me ne vado," chiese lentamente, "ti rivedrò mai più?" "No," Alessandro scosse la testa. "Una volta che lasci questa villa, il legame si spezzerà. Io sarò libero di andare verso la luce, verso qualunque cosa ci aspetti dopo la morte, e tu continuerai la tua vita mortale." "E se resto?" "Se resti," Alessandro si avvicinò ancora di più, i loro corpi ora a pochi centimetri di distanza, "saremo insieme per l'eternità. Potremo amarci senza paura, senza vergogna, senza che nessuno possa mai più separarci. Ma dovrai rinunciare a tutto quello che eri, a tutto quello che avresti potuto essere." Marco chiuse gli occhi, sentendo il peso della decisione più importante delle loro vite. Pensò alla sua vita a Roma, ai suoi amici, al suo lavoro, a tutti i sogni e i progetti che aveva fatto. Poi pensò ad Alessandro, al modo in cui il suo cuore batteva quando erano insieme e a come si sentiva completa solo tra le sue braccia. "Ho una condizione," disse infine, riaprendo gli occhi. "Quale?" chiese Alessandro, una nota di ansia nella voce. "Voglio che tu sia libero di scegliere," Marco prese le mani di Alessandro tra le sue. "Se decido di restare, non voglio che tu ti senta obbligato a farlo per senso di colpa o per pietà. Voglio che tu resti solo se mi ami davvero, solo se vuoi davvero passare l'eternità con l'uomo che ti ha tradito e ucciso." Alessandro lo guardò per lunghi momenti, poi si chinò e lo baciò con una dolcezza che conteneva tutto l'amore di due secoli. "Stupido, meraviglioso uomo," sussurrò contro le sue labbra. "Non capisci ancora? Ti ho perdonato non per pietà, ma perché ti amo. Ti amo abbastanza da voler passare l'eternità con te, nonostante tutto quello che è successo. Ti amo abbastanza da scegliere te ogni giorno, in ogni vita, in ogni mondo possibile." Marco sentì qualcosa sciogliersi nel suo petto, come se un nodo che lo stringeva da sempre si fosse finalmente allentato. "Allora la mia scelta è fatta," disse, sorridendo attraverso le lacrime. "Scelgo te, Alessandro. Scelgo noi. Scelgo l'amore invece della paura, il coraggio invece della codardia. Scelgo di restare con te per l'eternità." Alessandro chiuse gli occhi, come se stesse assorbendo quelle parole nell'anima. "Sei sicuro? Non c'è ritorno da questa scelta." "Sono sicuro," Marco annuì. "Due secoli fa ho fatto la scelta sbagliata per paura. Ora voglio fare quella giusta per amore." Alessandro sorrise, e nei suoi occhi danzava una luce che Marco non aveva mai visto prima, una luce fatta di pace, di perdono, di amore finalmente libero. "Allora baciami," sussurrò Alessandro. "Baciami come se fosse la prima volta e l'ultima insieme." Marco non se lo fece ripetere. Le loro labbra si incontrarono in un bacio diverso da tutti quelli che avevano condiviso in precedenza. Era un bacio di addio e di nuovo inizio, un bacio che suggellava un patto eterno tra due anime che avevano finalmente trovato la strada per tornare l'una all'altra. Marco sentì qualcosa cambiare nel suo corpo mentre si baciavano. Un calore si diffuse dal punto dove le loro labbra si toccavano, scorrendo nelle sue vene come miele dorato. Il battito del suo cuore rallentò, poi si fermò, ma invece di sentire paura o dolore, sentì solo una pace profonda che non aveva mai conosciuto. Quando si separarono, Marco guardò le sue mani e vide che erano diventate leggermente traslucide, come quelle di Alessandro. Sentì il cambiamento completarsi, sentì la sua essenza mortale dissolversi per trasformarsi in qualcos'altro, qualcosa di eterno. "Come ti senti?" chiese Alessandro, accarezzandogli il volto con mani che ora erano calde come le sue. "Libero," rispose Marco, meravigliandosi della verità di quella parola. "Per la prima volta in due vite, mi sento completamente libero." Alessandro sorrise, prendendolo per mano. "Vieni, amore mio. Abbiamo l'eternità davanti a noi, e voglio mostrati ogni angolo della nostra villa, ogni tramonto che potremo guardare insieme, ogni alba che ci vedrà ancora innamorati." Mentre camminavano verso la porta della biblioteca, Marco vide il pugnale sul pavimento, l'arma che aveva causato così tanto dolore e che ora giaceva inutile e dimenticata. "Lascialo," disse Alessandro, seguendo il suo sguardo. "Non ne abbiamo più bisogno. L'odio è morto, la vendetta è stata sostituita dal perdono, e l'amore ha vinto su tutto." Uscirono nel giardino dove le prime stelle stavano apparendo nel cielo violetto del crepuscolo. Marco guardò Alessandro alla luce delle stelle e vide che il fantasma non era più un fantasma, ma qualcosa di nuovo, qualcosa che esisteva tra il mondo dei vivi e quello dei morti, libero di amare senza più catene. "Ti amo," disse Marco, le parole che ora non portavano più il peso della colpa ma solo la leggerezza della verità. "Anch'io ti amo," rispose Alessandro, stringendogli la mano. "E ora abbiamo tutto il tempo dell'universo per dimostrarcelo." Si incamminarono insieme nel giardino illuminato dalla luna, due anime che avevano trovato la loro redenzione nell'amore, due spiriti che avevano scelto l'eternità insieme piuttosto che la solitudine della separazione. E Villa Monterosa, che per due secoli aveva custodito segreti di dolore e vendetta, ora risuonava di risate felici e sussurri d'amore, finalmente trasformata da casa di fantasmi in santuario dell'amore eterno. La storia era finita, ma l'amore, quello vero, non finisce mai. FINE
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