Il buio avvolse la stanza come un sudario. Per un attimo, nessuno riuscì a muoversi. Il silenzio era assoluto, spezzato solo dal ticchettio dell’orologio che, nonostante l’assenza di elettricità, continuava a funzionare.
Poi, una risata.
Una risata flebile, eterea, che sembrava provenire da ogni angolo della stanza.
Jasper sentì un brivido gelido scivolargli lungo la schiena e istintivamente cercò la mano di Antony accanto a lui. Non sapeva perché, ma in quel momento voleva solo un contatto umano, qualcosa che gli ricordasse che non era solo in quell’incubo.
Poi le luci tornarono.
La coppia fantasma era ancora lì, al centro della stanza.
La donna li osservava con un sorriso enigmatico, mentre l’uomo, con la macchia di sangue sul petto, sembrava quasi triste.
"È ora di giocare."
Le parole non vennero pronunciate, ma si impressero direttamente nelle loro menti.
Trevor si tirò indietro d’istinto. "Io non gioco a niente."
La donna inclinò la testa di lato. "Oh, ma voi siete già nel gioco. È la casa che decide, non voi."
Dalla tasca del suo vestito, la donna tirò fuori un vecchio pezzo di carta ingiallito. Lo lasciò andare e il foglio fluttuò nell’aria fino a posarsi sul pavimento davanti a Mark.
Con mani tremanti, il manager lo raccolse e lesse a voce alta:
Benvenuti. La casa vi ha scelti.
Le regole sono semplici:
1. Ogni notte, a mezzanotte, una coppia del passato apparirà.
2. Seguite la loro storia. Capite cosa è successo.
3. Se fallite… uno di voi non vedrà l’alba.
4. Se volete uscire, dovete completare il gioco.
Il silenzio si fece assordante.
Luke deglutì a fatica. "Che cazzo vuol dire ‘se falliamo, uno di noi non vedrà l’alba’?"
La donna rise di nuovo. "Vuol dire esattamente quello che pensi."
L’uomo accanto a lei, quello con la macchia di sangue, finalmente parlò. La sua voce era bassa, spezzata dal dolore.
"Noi non abbiamo vinto."
Un vento gelido attraversò la stanza.
"Voi vincerete?"
E poi svanirono.
La casa rimase in un silenzio innaturale, quasi come se trattenesse il respiro.
Mark abbassò il foglio con le regole e si passò una mano tremante sul viso. "Questo… è un brutto scherzo, giusto?"
Jasper lo guardò con occhi cupi. "Non credo."
Antony si girò verso la libreria, ancora sparsa a terra. Il messaggio scritto con l’inchiostro era ancora lì.
GIOCATE CON ME.
Ben strinse i pugni. "Se è un gioco, allora deve esserci un modo per vincere. Giusto?"
Luke annuì lentamente. "Dobbiamo seguire la storia delle coppie. Capire cos’è successo."
Mark guardò l’orologio. Mezzanotte era appena passata. Se le regole erano vere, la prossima apparizione sarebbe stata la notte seguente.
"Teniamoci pronti," mormorò Antony. "La casa vuole giocare."
Jasper lo guardò negli occhi e sussurrò: "Allora giochiamo."