Capitolo 3

891 Words
Riccardo parcheggia l'auto nel parcheggio interno dell’università e scende rapidamente. Si dirige verso l’ingresso, i suoi passi veloci ma sicuri. Da lontano vede Alessandro Crescenti, un amico di lunga data. Alessandro, alto e biondo, con gli occhi verdi, è un volto familiare fin dai tempi delle scuole elementari. La sua scelta di studiare medicina non sorprende: ha sempre avuto una vocazione per aiutare gli altri, spinto anche dalla sua famiglia benestante, che gestisce numerose associazioni benefiche. I suoi genitori sono stati di grande supporto per Riccardo quando ha perso i suoi. Riccardo lo raggiunge e lo abbraccia. Alessandro lo guarda con preoccupazione. “Come va Riccardo? Sembri stanco. Tutto bene in famiglia?” chiede, il tono pieno di affetto. Riccardo sorride, ma la preoccupazione è evidente nei suoi occhi. “Non ti preoccupare, va tutto bene. Meglio se ci spostiamo, dobbiamo trovare un posto in aula.” Risponde, cercando di sdrammatizzare la situazione. I due si dirigono verso l'aula, scegliendo l'ultima fila come sempre. Mentre si sistemano, una mano si posa sulla spalla di Riccardo. Si gira e trova Davide Greco, il suo migliore amico, con il sorriso tipico che lo contraddistingue. Biondo, con occhi verdi che brillano di vivacità, Davide è un altro volto familiare da quando erano bambini. È omosessuale, ma non ha mai nascosto la sua identità, accettato senza esitazioni dalla sua famiglia. “Ehi, ragazzi, non potete immaginare quanto sono stanco,” dice mentre si lascia cadere sulla panca. Riccardo sorride e ride. “Cosa hai combinato ieri sera per essere così stanco?” gli chiede, curioso. Davide alza lo sguardo, pensando un momento. “Ieri sera sono stato in discoteca. Ho incontrato un ragazzo stupendo, e poi… sapete, quello che succede, succede.” Fa l'occhiolino, mentre Riccardo e Alessandro scoppiano a ridere. “Dovresti metterti un po’ più in cerca di un ragazzo stabile, il più bello dell’università, in cerca, sarebbe un sogno per qualsiasi ragazzo,” commenta Alessandro, ridendo. Davide lo guarda con un sorriso amaro. “Sai bene che l’unico ragazzo che mi interessa davvero è il fratello di Riccardo, Teo. Peccato che sia innamorato di suo fratello.” Riccardo arrossisce, ma non può fare a meno di ridere mentre lo spinge con una gomitata. In quel momento, la porta dell’aula si apre e la professoressa entra, interrompendo la conversazione. I tre amici si preparano a concentrarsi sulla lezione. Nel frattempo, in un altro angolo della città, il comandante Adam Smith si trova nella sua camera, intento a radersi. L’uomo, alto e muscoloso, ha il volto segnato da una cicatrice profonda, un ricordo di un conflitto passato. Non è mai stato un uomo di molte parole, ma la sua figura imponente e gli occhi gelidi spaventano chiunque lo incontri. Quando finisce di radersi, si veste con l’uniforme militare, pronto ad affrontare una lunga giornata. I prigionieri che ha sotto il suo controllo non hanno ancora rivelato nulla. La loro determinazione a proteggere i loro figli lo confonde. Lui non sa cosa voglia dire quel tipo di amore, visto che nella sua famiglia l’affetto è sempre stato assente. Arrivato al suo ufficio, è appena seduto che la porta si apre e un luogotenente entra. “Comandante, come da sua richiesta, ho svolto delle ricerche sui figli dei prigionieri,” dice, lasciando un fascicolo sulla sua scrivania. “Posso andare all’allenamento adesso?” “Va bene, grazie per il tuo lavoro,” risponde Adam senza alzare lo sguardo. “Puoi andare.” Il luogotenente esegue il saluto militare e si ritira. Adam apre il fascicolo e scorre velocemente le informazioni. La prima foto che gli cattura l’attenzione è quella di un giovane uomo, Teo, il figlio maggiore di uno dei prigionieri. Adam nota subito che Teo non appartiene al gruppo degli Speciali, dato che entrambi i suoi genitori sono comuni mortali senza poteri. Poi il suo sguardo si sofferma su Carlos e Luca Salvati, figli della seconda moglie di un prigioniero. Non hanno ancora scoperto i loro poteri, ma Adam non è facilmente impressionabile. Alla fine, fissa Riccardo e il cuore gli salta un battito: capelli neri e lunghi, viso scolpito, labbra decise e occhi blu penetranti. Chiude il fascicolo rapidamente, cercando di reprimere le sensazioni. Ma Riccardo lo attrae in modo incomprensibile. “Un mostro non dovrebbe avere un aspetto così affascinante,” pensa. Nel frattempo, Riccardo riceve una chiamata dalla preside della scuola: deve prendere i suoi fratelli perché Carlos non smette di urlare. Preoccupato, corre alla scuola e consola Luca. Prende in braccio Carlos, che finalmente si è addormentato. Durante il viaggio verso casa, Carlos si sveglia e racconta di aver visto uomini vestiti di nero che li facevano del male. Riccardo capisce che si tratta dell'esercito del silenzio. Devono fuggire subito. Chiama Teo, preoccupato. Durante una riunione, Teo riceve una chiamata urgente da Riccardo: i gemelli sono in pericolo e lui deve tornare a casa subito. Teo lascia immediatamente il lavoro, ma Karen lo ferma. “Dove vai così di fretta?” chiede lei, infastidita. “La mia famiglia ha bisogno di me,” risponde Teo, riprendendo il cammino. Karen, frustrata, dichiara: “Non sopporto che tu corra sempre quando tuo fratello ti chiama. Io sono la tua ragazza.” Teo replica con fermezza: “Non ti ho mai considerata la mia ragazza.” Poi se ne va, deciso, verso la macchina.
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