XXVIII Così finiva il secondo atto. Passando al terzo atto, Henry gettò un’occhiata stanca alle pagine, mentre le girava. Cominciava a sentire il bisogno di riposarsi, nel fisico e nella mente. L’ultima parte del manoscritto si differenziava per un aspetto importante dalle pagine che aveva appena letto. Con l’avvicinarsi della fine della commedia si notavano qua e là i segni di un cervello esaurito. La calligrafia peggiorava sempre di più. Alcune delle frasi più lunghe non erano state finite. Nei dialoghi, domande e risposte non erano sempre attribuite alla persona giusta. In alcuni punti l’intelligenza che andava scemando sembrava riprendersi per un po’, solo per ricadere di nuovo, perdendo il filo del racconto in maniera ancora più irrecuperabile. Dopo avere letto ancora uno o du