Aprì le porte facendole spalancare violentemente, tanto che sbatterono contro il muro. Vi avvicinai al tavolo dove i quattro uomini Ruven, Eirik, Orvar e Asael erano seduti attorno.
Non sapevo nemmeno il perché Orvar fosse qui, mi sembrava di aver chiarito con in i miei fratelli che non avevo nessuna intenzione di vederlo e di stargli alla larga. Anche loro erano d'accordo con la mia decisione, e non capivo perché anche oggi si trovava nell'ufficio di mio fratello.
Non sapevo se fosse qua per il contratto di alleanza, ma a me non importava affatto di ciò per cui era venuto, doveva andarsene e stare alla larga anche dalla mia casa.
Presi un bel respiro, non avevo la minima voglia di discutere, quindi cercai direttamente di evitarlo ed ignorarlo, sapevo che mi stava guardando perché sentivo i suoi occhi bruciarmi addosso, così feci ciò che lui voleva, lo ignorai, e non gli rivolsi nemmeno un'occhiata fugace, non se lo meritava.
-buongiorno Asael- mi inchinai leggermente, sorridendogli. Lo feci a posta, per fare capire all'Alpha che di lui non mi interessava più nulla, poi mi girai ad osservare mio fratello Eirik.
Cercai di scacciare il pensiero del mio comp... dell'Alpha, il mio problema era più importante di un uomo inutile come lui. Sospirai pesantemente e mi fermai di fronte alla scrivania, incrociai le braccia sotto il seno.
-mi devi dire qualcosa Eirik?- chiesi con tutta la calma che avevo in corpo. Purtroppo per lui era anche poca, e non capivo come lui potesse avermi nascosto una cosa così importante.
-buongiorno Narah- disse con un tono finto ironico Ruven, lo fulminai di sfuggita, era sicuramente complice anche lui, e ciò mi stava facendo arrabbiare sempre di più.
-ciao- ammiccai con il mento verso di lui per poi riporre di nuovo la mia attenzione verso il biondo che sapeva benissimo il guaio che aveva combinato.
Sospirò pesantemente -Narah hai ragione, ti prego perdonami- mi guardò supplichevole, ma cercai di non impietosirmi -ci stiamo organizzando per cercarlo- indicò la piantina di tutto il territorio fra boschi e terreni liberi non abitati.
Mi avvicinai di ulteriori passi al tavolo osservando ogni dettaglio di quel pezzo di carta -perché non mi hai detto che Evan è scappato?- non riuscì nemmeno a guardarlo negli occhi da quanto fossi nervosa -perché non ti è saltato per la testa di avvertirmi che mio FIGLIO è scappato?-
Non ricevetti risposta, così alzai lo sguardo ma non ricambiò, sapeva di essere nel torto, ma ciò non mi bastava, volevo ancora delle risposte.
-da quanto tempo?- chiesi ancora stringendo ancora di più le braccia ancora conserte.
-da ieri sera- mi rispose Ruven questa volta.
-da ieri? Ma siete impazziti? E non mi avete detto nulla?- solo adesso capì perché non volevano che dessi la buonanotte a Evan, perché era fuggito e non mi volevano fare preoccupare presumo, cosa che in realtà ha solo peggiorato la cosa.
Ricollegai tutto alla sera prima. Non capivo come mi fossi davvero lasciata convincere dalle sue spiegazioni di Eirik il giorno prima. Mi stavo continuamente dando della stupida, perché lo ero stata davvero. Avevo capito solo in quel momento il perché ieri insisteva sul fatto di non dargli la buonanotte.
-però avevamo ordinato alle ronde di cercare mentre erano di turno, fino ad adesso lo stanno cercando- si affrettò a dire -quindi adesso ci stiamo organizzando per andarlo a cercare noi- spiegò.
-e meno male che avevi risolto tutto...- mi girai a guardare Eirik che aveva ancora la coda fra le gambe -vengo anche io, quindi spiegatemi cosa pensavate di fare, che così anche io so cosa fare-
-no tu devi restare qua, sennò non c'è nessuno al comando- continuò Ruven.
Scossi la testa -starà qua nostro padre, ti ricordo che si sta parlando di mio figlio, e adesso dovrò mandare una lettera o un messaggero anche suo padre- mi passai una mano sul viso sospirando rumorosamente.
-è proprio necessario?- chiese Eirik facendomi annuire.
Nonostante io e il padre di Evan fossimo in buoni rapporti, avevo comunque il dovere di dirgli che suo figlio era scappato. Sapevo che mi aveva dato una grossa responsabilità lasciandomi Evan, come l'avrebbe avuta lui se lo avesse tenuto con se, ma sapevo che per me era una delusione chiamarlo per dirgli che non era con me al sicuro.
Per me era come un fallimento chiamare il padre di Evan. Ci eravamo messi d'accordo che non lo avrei chiamato, a meno che non ci fossero stati problemi gravi, e questo significava per me non essere stata in grado di proteggere Evan, cosa che gli avevo promesso di fare.
-si, è necessario- cercai di trattenere le lacrime, tutto questo mi stava facendo troppo pesante oltre che stressante, era anche mattina, e mi chiesi come sarebbe continuata questa lunga giornata.
Mi feci spiegare dai miei fratelli il loro "piano", ascoltai il modo in cui pensavano di controllare il territorio e il modo in cui l'avevano suddiviso.
-vado a cambiarmi, arrivo subito e poi partiamo assieme- salì in fretta in camera mia, mi cambiai mettendomi una tuta unica, che mi rendeva più comoda la "gita" per i boschi.
Mi sarebbe davvero piaciuto fare una gita per i boschi, peccato che ci stavo andando per cercare Evan, chissà dov'era in quel momento e cosa stava facendo.
Quella era l'unica tuta intera che non mostrava un po' di pelle, quindi Ruven non avrebbe avuto motivo di lamentarsi, facendo così avrei evitato di far ingelosire Orvar, anche se in realtà non mi interessava. Inoltre quel tipo di tuta era anche magica, mi avrebbe concesso di potermi trasformare in qualsiasi momento, e ogni volta che sarei tornata umana non mi sarei trovata nuda.
A differenza degli altri vestiti che si strappavano, quella tuta particolare, mi permetteva di non ritrovarmi nuda una volta dopo essere tornata umana, ottimo quando sei in giro con il proprio compagno che non ti vuole.
Scesi le scale e mi diressi verso la porta dove tutti mi stavamo aspettando. Li guardai, ovviamente continuando ad ignorare Orvar, che mi stava mangiando con lo sguardo.
-Narah ti ho già detto che queste tute non mi piacciono- mi riprese Ruven con il ghiaccio negli occhi, dal modo freddo in cui mi stava guardando.
Lo guardai seria -e la più coprente e adatta rispetto a tutte le altre che ho nell'armadio- sviai velocemente il discorso, non mi andava di parlare di come mi fossi vestita, poi aprì la porta aspettando che tutti uscissero per poi uscire per ultima io.
-tu non vai in giro vestita in quel modo- disse Orvar e tutti si girarono verso di lui accigliati. Nonostante i miei fratelli sapessero tutta la situazione, fecero finta di nulla ed io li ringraziai con tutto il cuore.
Anche perché sennò sarebbero già andati da lui e avrebbero fatto senz'altro una chiacchierata per nulla piacevole.
-avete sentito qualcosa? Dai andiamo- feci finta di non averlo sentito, sbuffai scocciata di quella scenata patetica che stava facendo l'Alpha.
Mi preparai ad uscire dopo che tutti gli altri furono usciti ma Orvar mi trascinò dentro schiacciandomi fra il suo petto marmoreo e il muro dietro di me -tu. non. esci. così.-ringhiò basso per non farsi sentire dagli altri e scandendo ogni parola.
Io lo ignorai, non gli risposi, strattonai il braccio che era sotto la sua presa ferrea, e seguì gli altri sperando che non si fossero accorti della nostra assenza.
-non capisco cosa ci possa condurre a Evan- ammise il suo disappunto l'Alpha Orvar. Alzai gli occhi al cielo, come poteva non averlo capito fino ad adesso? E poi cosa ci faceva qua con noi? Perché non era a farsi i cazzi suoi? Non era questo che voleva? Stare lontano da me, no?
Misi l'indice e il pollice un bocca e fischiai un paio di volte prima di aspettare l'arrivo di Jin che non tardò ad arrivare da noi. Appena ci raggiunse mi abbassai alla sua altezza -ciao Jin- gli accarezzai per bene tutto il muso facendo dei grattini sul collo, ridacchiando per le leccate che mi dava sulle guance.
Sentì Orvar ringhiare basso, sperai che nessuno lo avesse sentito, cosa improbabile, ma ignorai comunque il suo comportamento strano e specialmente irritante.
Presi dalla tasca un pezzo di stoffa di una maglietta che apparteneva ad Evan ed una lettera che avevo scritto velocemente poco prima di uscire -ho bisogno che mi aiuti, devi aiutarci a trovare Evan- gli feci annusare la stoffa, poi gli mostrai la lettera -uno dei tuoi lupi deve portare questa al padre di Evan, porta agli altri lupi anche questo- lasciai che il lupo portò il pezzo di maglietta al suo branco, così che tutti i suoi lupi potessero aiutarci nella ricerca.
-tu hai il potere di tua nonna!- esclamò Asael capendo il nostro asso nella manica. Annuì sorridendo.
-esatto, ho il "comando" di tutto il branco di Jin- mi strinsi nelle spalle.
-tutto questo non ha senso- sbuffò Orvar -facevamo,prima a trasformarci noi in lupi- aveva incrociato le braccia al petto facendo evidenziare i suoi pettorali. Fortunatamente però riuscì a distrarmi da quella splendida vista.
-eddai, non c'è nulla di male nel osservare il nostro compagno-
-Stai zitta Nelly, non è il momento adatto per sbavare dietro agli uomini-
-ma lui non è un uomo qualunque, lui è il nostro uomo- Continuò, alzai gli occhi al cielo, chiunque in questo momento mi avrebbe vista mi avrebbe scambiata per matta.
-dai lasciami uscire, così lo convinco io a stare con noi-
-e come pensi di riuscirci?- ero proprio curiosa di sapere il suo metodo infallibile.
-sei sicura di volerlo sapere?-
-certo, sono tutt'orecchie-
-allora inizierei avvicinandomi al lui, gli strofinerei la coda addosso mentre cerco di sedurlo...-
-ok ok, basta, non voglio più sapere nulla- interrompei il discorso prima ancora che andasse a degenerare
-che guasta feste che sei!- la lasciai commentare quanto voleva, non volevo più ascoltarla
-poi ti ricordo che sei stata tu a volerlo sapere, ti ricordo!- questo era vero, ma comunque lasciai perdere.
Ritornando alla realtà, non risposi e mi girai dall'altra parte, non avevo la voglia di spiegarli il nostro ragionamento, non a lui, la persona a cui mi ero ripromessa di ignorare, altro che sedurre!
-si hai ragione, ma nonostante questo territorio sia nostro, ne usufruiscono di più loro come lupi, quindi conoscono ogni centimetro meglio di noi che abitiamo sempre in paese- rispose spiegandogli meglio Ruven -inoltre li rendiamo partecipi, loro per noi ci sono sempre, come quando Jin ha salvato Evan, quindi è il minimo includerli per aiutarci-
-si sentirebbero inutili sennò, e se non fossimo noi a chiedergli aiuto, c'è lo darebbero comunque loro, perché si sentono in dovere- continuò Eirik.
Jin tornò da me e mi face un cenno per farmi capire che già tutti i suoi lupi erano alla ricerca del mio piccolino -perfetto possiamo andare a cercare pure noi Evan, secondo me ci conviene dividerci...-
-io vado da solo- mi interruppe Ruven ed io mi accigliai non capendo.
-perfetto allora io e Asael andremo assieme- continuò Eirik, girandosi a guardare il fratello di Orvar che gli fece un segno di assenso, ed io non ci stavo ancora capendo.
Dopo una serie di scambi di sguardi reciproci, dove tutti guardavano tutti, arrivai alla conclusione che io dovevo stare assieme a Orvar per cercare Evan. Non esisteva proprio! Mi ero ripromessa di stargli lontano.
ORVAR'S POV
Mentre ci addentravamo nel bosco il mio cervello, che ormai si stava riempiendo di domande, stava per esplodere. Mi avvicinai a Asael -in che senso era l'unico vestito più coprente che aveva nell'armadio?- bisbigliai.
Asael si girò verso di me sorridendo maliziosamente -fratello, sei fortunato, hai una bellissima compagna- ridacchiò. Questo mi fece terribilmente innervosire.
Ero talmente mangiato vivo dalla gelosia che non mi interessava più ciò che le avevo detto il giorno prima, in quel momento mi interessava il fatto che aveva un vestito talmente attillato che il mio lupo scalpitava per uscire e farla sua.
Insomma, come si può andare in giro così, mostrando le proprie curve agli altri uomini, che avrebbero avuto più di una visione quasi perfetta del suo corpo. Attraverso quello stramaledettissimo vestito ci si poteva immaginare qualsiasi cosa.
A partire dalle sue gambe lunghe e snelle, i suoi fianchi larghi e morbidi il giusto per far capire a noi uomini, specialmente a me e al mio lupo, che fosse pronta per accogliere i nostri cuccioli, quella pancia piatta che nel momento in cui le avessi dato il mio seme si sarebbe gradualmente gonfiata, i seni torni e pieni...
Dovetti scuotere la testa un paio di volte per distogliermi da quella stupenda e allo stesso tempo deliziosa visione, dovevo assolutamente distrarmi, perché il pensiero del suo corpo fece nascere in me l'istinto dell'accoppiamento, qualcosa là sotto si stava svegliando. D'un tratto mi chiesi seriamente cosa ci facessi io là, non ci volevo nemmeno stare.
Quella mattina notai i due fratelli di Narah alquanto agitati e dopo aver scoperto cosa gli rendesse così irrequieti, avevo deciso di aiutarli nelle ricerche. Li vidi inizialmente un po' contrariati, ma poi accettarono il mio aiuto.
Non sapevo sinceramente perché lo stessi facendo, ma sapevo che se con noi ci fosse stata Narah mi sarei sentito estremamente in imbarazzo. Dopo quello che gli avevo detto la sera prima, non avevo il coraggio di guardarla. Avevo questo carattere quasi bipolare, un attimo prima ero geloso di lei e quello dopo cercavo di convincermi del fatto che di lei non ne avevo bisogno.
La cosa decisamente interessante in tutta quella mattinata era che avessero messo in mezzo una persona alla quale io ero molto e particolarmente interessato :il padre di Evan.
Speravo di poterlo vedere per fargli qualche domanda. Dopotutto come compagno di Narah, avevo il diritto di sapere chi fosse quest'uomo.
-no, non ne hai il diritto-
-come prego?- chiesi al mio lupo Oliver.
-non ne hai il diritto, ti ricordo che fino a ieri le hai detto che a te di lei non interessava nulla, sapendo benissimo che io fossi contrariato. Ti voglio ricordare che non è solo perché hai un attacco in preda agli ormoni dicendo di volerla possedere o che sei geloso, allora ti verrà perdonato tutto. Perché come noti, ti sta beatamente ignorando- Rimasi stupefatto dalle parole che mi aveva appena detto Oliver. Ci rimasi particolarmente male solo perché sapevo che stava dicendo la verità.
In ogni caso, ero davvero curioso di scoprire chi fosse quest'uomo tanto misterioso. Il fatto che tutti lo conoscessero, mi dava terribilmente fastidio. Anche il loro cane Jin sapeva chi fosse.
-non è un cane- precisò ancora una volta Oliver
-è un lupo, come noi. Se offendi lui, offendi anche te stesso e sopratutto me che sono il tuo lupo- sbuffai mentalmente.
Cercai di ritornare alla realtà solo quando ci fu qualche secondo di silenzio dove tutti si guardavano a vicenda.
-allora anche io andrò da sola- si strinse nelle spalle la mia compagna.
Mi accigliai, avevo perso il senso del discorso, se solo non mi fossi messo ad ascoltare Oliver.
-è pericoloso, non voglio che tu vada da sola in giro per il bosco- Ruven incrociò le braccia al petto e la guardò in malo modo, come avvertimento.
-so difendermi da sola, grazie- sorrise con uno sguardo di sfida Narah.
NARAH'S POV
-si tratta solo di cercare Evan, appena qualcuno sa qualcosa ci chiama e ci rivediamo tutti in questo punto- dissi ovvia -e poi non sono da sola, sono con Jin- indicai il lupo di fianco a me che scodinzolò facendo capire che lui stava capendo la conversazione.
-mmh, va bene, allora a dopo- Ruven non sembrò del tutto convinto, ma se ne andò senza aggiungere altro.
Mi girai, mi trasformai e me ne andai seguita da Jin. Annusai bene l'aria, ogni passo che facevo cercavo di inalare più aria possibile anche solo per percepire il minimo indizio che mi potesse condurre a Evan.
Dopo un po' che continuavo ad andare avanti cercando qualsiasi indizio, sentì un rumore vicino a me, Jin si affiancò a me, sentendo il mio stesso rumore si mise sulla difensiva.
Sentì successivamente un'altro rumore che proveniva dall'altra parte, cominciai a guardare alla mia destra e alla mia sinistra, in attesa che saltasse fuori ciò che era nascosto alla mia destra e alla mia sinistra, se fossero state due cose diverse, non avrebbe avuto senso attaccare per prima.
Dopo un'altro rumore ancora, dai miei lati uscirono due lupi neri che quasi si azzannarono a vicenda. Il mio povero cuore che stava battendo anche fin troppo freneticamente, piano piano si calmò.
I due lupi che mi ritrovavo di fronte si ritrasformarono e subito mi chiusi gli occhi piena di vergogna. Mi ritrasformai in umana -cosa ci fate voi due qua?- la cosa che mai avrei capito, era come gli uomini fossero abituati a vedersi nudi fra di loro, nemmeno fosse una cosa normale.
Io se fossi stata in loro mi sarei vergognata ma ciò non cambiava il fatto che non dovevano trasformarsi di fronte a me. Non ci tenevo a vedere mio fratello nudo, lo avevo visto quando era più piccolo e non c'era malizia fra di noi perché eravamo degli innocenti bambini, ma vederlo adesso, cresciuto e adulto, non ci tenevo affatto.
Senza parlare del fatto che davanti a me si trovava anche Orvar. Capivo che fosse il mio compagno, ma non mi interessava vederlo nudo davanti a me.
-o almeno... non adesso- al solo pensiero diventai rossa. Sta zitta Nelly!
-Oh andiamo, non sono l'unico uomo nudo che vede in tutta la sua vita- La frase appena detta da Orvar mi scandalizzò, ma come si permetteva di dire una cosa simile? In ogni caso, non cambiava il fatto che non fosse normale farsi vedere nudi dalle altre persone.
Tolsi la mano da davanti ai miei occhi e mi costrinsi a guardarlo negli occhi -Alpha Orvar sinceramente non capisco il motivo per il quale mi stava seguendo- posai lo sguardo su mio fratello -e tu Ruven... mi delude il fatto che non ti fidassi di me tanto da pedinarmi-
-sinceramente nemmeno io lo capisco- si intromise Ruven guardandolo di sottecchi con le braccia incrociate facendo ingrossare il bicipite -non sei il suo compagno, quindi non si offenda se le chiedo per favore, di stare lontano da mia sorella, è da prima che la osservo e la sua vicinanza con Narah le ammetto che mi infastidisce, non la prenda come un'offesa, ma mi sembra che stia dando troppa confidenza a lei- mi indicò -prima le ha detto che non poteva andare in giro con questo vestito, poi si è messo a ringhiare perché ha toccato Jin- fece un attimo di pausa -non vorrei che vi diate troppa confidenza- poi si girò dalla mia parte -e già che ci sono, lo dico anche a te Narah, non mi va che dai confidenza a uomini, cosa dirà poi il tuo compagno- fece finta di rimproverarmi.
Trattenni a stento le risate in quel momento. Sapevo che lo stava prendendo in giro, ma dopotutto mi stava facendo anche un favore dicendogli di starmi alla larga e speravo che l'avvertimento di mio fratello fosse stato utile per far sì che stesse lontano da me. Ovviamente lui si stava comportando come gli avevo detto di fare, faceva finta di non sapere nulla, cosa che alla fine si era rivelata utile.
In tutto ciò, cercai con tutta me stessa di non spostare lo sguardo dagli occhi di Ruven. Poteva sembrare una cosa da nulla, ma lo sforzo era tanto. Non perché fossi curiosa di guardare, ma perché se avessi spostato lo sguardo anche solo di un centimetro tutto poteva essere frainteso, ed io non volevo fraintendimenti.
-come se non ne avesse già visti di uomini nudi- sentì bisbigliare Orvar. Che stronzo! Speravo che Ruven non avesse sentito.
Mi girai per poi proseguire affiancata da Jin -ritrasformatevi per favore- riuscì a dire prima di essere bloccata da un ululato. Era Eirik, senz'altro aveva trovato qualcosa che ci potesse condurre a Evan.
Mi trasformai e corsi verso l'ululato che avrei riconosciuto fra mille, corsi più veloce che potevo, e mi sentì quasi i polmoni bruciare per via della mancanza di ossigeno e il cuore palpitare.