Princess pov
Un'altra frenetica settimana era passata, finalmente era domenica e avrei visto i miei amici, non vedevo l'ora di abbuffarmi con la cucina di Matt, al solo pensiero mi veniva l'acquolina in bocca.
Quella mattina mi alzai presto più del solito, feci colazione con la mia solita tazza di caffè fumante e tre fette biscottate con la marmellata alle pesche che adoravo, accesi la TV e guardai gli ultimi notiziari, sempre le solite cose, sempre il solito mondo di pazzi.
Spensi tutto, misi a posto il tavolo e lavai la tazza, andai in bagno per lavarmi i denti e mi cambiai per fare una corsa mattutina, avevo avuto una settimana frenetica, ma soprattutto la cosa che mi preoccupava di più era il fatto che non riuscissi a dormire bene la notte, erano più di un anno da quando non avevo più incubi e dovetti prendere bombardate di medicine tra cui lo Xanax.
Misi le mie cuffiette ed uscì di casa.
Aprii la playlist e come prima canzone partii
Thunder - Imagene Dragons.
Quella canzone ultimamente mi metteva carica quindi corsi più del solito canticchiando il ritornello.
" Thunder, feel the thunder
Lightning and the thunder
Thunder, feel the thunder
Lightning and the thunder
Thunderrrr"
Mi sentivo proprio così come un tuono a ciel sereno, mi sentivo invincibile.
Dopo quattro chilometri di corsa finalmente tornai a casa, ero inzuppata nel mio stesso sudore, "che schifo" pensai, si ero abbastanza schizzinosa, lo ero sempre stata fun da piccola.
Misi i vestiti impregnati di sudore a lavare e mi infilai sotto il getto d'acqua calda lavando via tutto.
Mezz'ora dopo stavo finendo di prepararmi per andare dai miei amici, Matt abitava a Miami per l'esattezza a Miami Beach perciò c'era un pezzo di strada da fare per arrivarci.
Optai per un look semplice dopotutto dovevamo fare una grigliata, un corsetto bianco in pizzo e una salopette nera di jeans, presi le chiavi, la borsa e scesi giù per le scale andando verso la macchina, accesi il motore che decise di fare un po' i capricci quella mattina facendomi roteare gli occhi al cielo un paio di volte.
Accesi la radio e trovai Selena Gomez con Fetish, partii e iniziai a canticchiare, oltre ad avere un talento innato per ballare come mi dicevano tutti, mi chiedevano spesso perché non mi fossi iscritta ad un college precisamente alla Juilliard.
Fin da piccola le miei passioni erano state cantare come una cretina con papà quando mi portava a vedere le partite degli Yankees, cantavo l'inno perfettamente già all'età di cinque anni.
La Juilliard era sempre stato il mio sogno, ero intelligente e dotata oltre a cantare e ballare suonavo il piano, mi chiamavano piccola Mozart, ma ormai il tempo era passato, avevo ventun anni, ero troppo "vecchia", troppo povera, non ce l'avrei mai fatta neanche con la borsa di studio che ricevetti al mio diploma, che fatica fu diplomarsi a pieni voti quando il tuo mondo ormai era crollato, lo feci solo per mia madre, ma poi mollai tutto, ero troppo debole e sola, non credevo più a nulla.
Scacciai via i brutti pensieri e mi resi conto che arrivai a casa dei miei amici, più che altro era la casa di Matt.
Non dovetti neanche bussare che mi corsero incontro.
> dissi dondolando sui talloni.
> disse Matt dandomi un bacio sulla guancia e prendendomi la birra.
> sentii chiamarmi da quella sgualdrina della mia amica.
Risi in risposta.
> risposi con tono ironico.
Mi fece la linguaccia e Kylie si avvicinò a me per abbracciarmi.
> disse stringendomi di più.
> risposi ridendo.
> disse puntandomi il dito contro.
Mi guardai in torno e poi mi indicai dicendo con faccia sconvolta.
>
> rispose Kylie roteando gli occhi.
> dissi tirando un finto sospiro di sollievo.
Mi lanciò una ciabatta contro.
> dissi offesa.
> disse decisa trascinandomi con sé.
> risposi piagnucolando.
Come risposta ricevetti il suo dito medio e quindi mi arresi e la seguii fuori nel giardino.
Quando arrivammo per poco non mi strozzai, sembrava una sfilata di Abercrombie una decina di ragazzi mezzi nudi alle prese tra griglie e boccali di birra.
> Disse Matt avvicinandosi a me.
Gli diedi una gomitata sullo stomaco e fece finta di piegarsi in due per poi andarsene ridendo.
> dissi perplessa.
Kylie scoppiò a ridere così forte che per poco non le andò la birra di traverso e dovetti darle dei colpetti alla schiena.
> rispose poi.
Dopo pranzo mi incamminai per il giardino ed andai a prendere una birra mentre Kylie mi abbandonò per un fustacchione alto e tutto muscoli.
Feci un giro per il cortile quando sentii chiamarmi da una voce.
> disse.
Mi girai e mi trovai davanti a me un ragazzo alto, capelli castani brizzolati e due occhi grandi verde smeraldo.
> risposi di rimando.
> disse con un sorriso.
Aggrottai la fronte.
> chiesi perplessa.
> disse lui.
> dissi.
Fece una risata.
> mi chiese.
E perché no? Visto che tanto cercavano i miei amici di "accoppiarmi", li avrei accontentati per un istante visto che era pure un bel bocconcino.
Lo presi per mano e gli dissi.
>
Passai accanto ai miei amici che nel vedermi per poco non li trovai con la mascella per terra e li salutai con un gesto teatrale.
Si, ero proprio una stronza.
Circa dieci minuti dopo mi ritrovai vicino alla spiaggia, un pezzo isolato dove si trovava un muretto di pietre, posai la birra che avevo in mano e mi accesi una sigaretta.
> chiesi.
Scosse la testa.
> disse serio.
A però finto santo, la droga si il catrame no però.
> chiesi.
> disse.
Quelle parole mi fecero tornare in mente quel ragazzo al Soleil, come si chiamava? Connor..Cameron..no cazzo.. Ah si! Carter.
> chiese lui.
> dissi facendo il mio sorrisetto da "bambolina" per rassicurarlo.
Parlammo più che altro del più e del meno, era un tipo davvero educato nonostante vivesse in una confraternita insieme a quella testa di cazzo del mio amico Matt.
Mi raccontò anche di qualche figura di merda che avevano fatto insieme da ubriachi e di come il giorno dopo dovettero pagarne le conseguenze, risi di gusto, era divertente anche se un po' strano.
> dissi guardando l'ora nel telefono, la giornata era trascorsa velocemente e in modo piacevole.
Fece segno di si con la testa e mentre mi alzai seguita da lui mi afferrò per un braccio e disse:
>
Mi girai verso di lui e mi baciò, fu un bacio leggero, sapeva di birra e limone, aveva delle labbra così carnose che non resistetti nel mordere, sussultò leggermente e poi mi baciò con più foga avvicinando i nostri corpi chiedendo il permesso con la lingua, glielo concessi.
Fu un bel bacio, un po' strano, non ero abituata a baciare sconosciuto e quella settimana era il secondo che già mi baciava.
> disse staccandosi da me.
Feci un mezzo sorriso.
> disse.
> dissi un po' dispiaciuta, ma era la verità non volevo niente.
> disse lui un po' incerto.
> dissi per poi prenderlo per mano e tornare dagli altri.
Quando finalmente tutti se ne andarono, Alex compreso chiedendomi il mio numero, rimanemmo solo io e i miei due amici.
Mi buttai sul divano dentro casa e sospirai davanti alla TV accesa.
> urlò Kylie correndo verso di me.
> dissi lanciandole un cuscino che riuscì a schivare stranamente.
Venne vicino a me e si sedette sulla parte rimanente del divano.
> disse fregandomi la birra e le patatine.
> dissi guardandola offesa.
> chiese ingozzandosi di Pringles.
>
> disse autoritaria.
> dissi.
Kylie iniziò a ridere.
> chiese.
> iniziai a raccontarle tutto di quella sera.
> chiese stupita lei.
Feci di si con la testa.
> dissi arrabbiata.
> esclamò lei.
Continuammo a parlare di quella sera e delle ore prima che trascorsi con Alex, finché non arrivò il nostro amico con una pizza gigante in mano, ci sedemmo tutti e tre sul pavimento e iniziammo a mangiare e ridere come facevamo tempo fa, prima che io iniziassi a lavorare come una pazza e loro andassero al college.
> dissi ed entrambi si precipitarono addosso a me abbracciandomi.
> risposero all'unisono e ci mettemmo a ridere tutti e tre.
Erano la mia famiglia quei due sbandati, non avevo altro se non loro.