XLIV.

1521 Words

XLIV. Quando riapersi gli occhi mi sentii stretto alla cintola dalla mano vigorosa della guida. Coll’altra mano egli sorreggeva mio zio. Non ero gravemente ferito, sibbene affranto da una stanchezza generale. Mi vidi coricato sul versante d’una montagna a due passi da un abisso nel quale il menomo movimento mi avrebbe precipitato. Hans m’aveva salvato da morte mentre io rotolava sui fianchi del cratere. «Dove siamo?» domandò mio zio il quale mi parve molto irritato d’essere ritornato sulla Terra. Il cacciatore alzò le spalle in segno d’ignoranza. «In Islanda? diss’io. — Nej, rispose Hans, — Come! no? esclamò il professore. — Hans s’inganna, diss’io sollevandomi. Dopo le innumerevoli sorprese di siffatto viaggio, una stupefazione m’era ancor serbata. Io m’aspettava di vedere un cono

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