Dopo la notizia ricevuta da James, William era confuso e frastornato. Mille domande gli frullavano per la testa. Ad Edward importava di lui? Non gli importava? Se ne sarebbe andato come chiunque avesse avuto un minimo approccio con lui? Oltretutto, le sue intenzioni di evitarlo per un po' erano irrealizzabili: avevano il turno insieme, Edward l'avrebbe portato al Fast Food in auto, sarebbero stati insieme per tutto il turno, dopo sarebbe dovuto andare da lui per il progetto, poi la cena e il dopo cena.
Non poteva assolutamente farcela. E poi, a cena sarebbero stati soli o con la famiglia del riccio?
Uscì dall'edificio dopo l'ultima ora e ricambiò il saluto che Luke gli rivolse sventolando la mano nella sua direzione con fin troppa enfasi, probabilmente.
«Eccoti.» attirò la sua attenzione Edward, piazzandosi davanti a lui e sorridendogli. Doveva scappare, non poteva ragionare con quel dannato ragazzo che sfoderava un sorriso a trentadue denti completo di fossette e lo fissava come se William avesse la risposta a tutte le sue domande. Che stesse cercando di sfruttare la sua bellezza per trarlo in inganno?
La testa di William stava esplodendo.
«Hey.» lo salutò, accennando un sorriso che doveva sembrare più una smorfia di cortesia. Edward alzò un sopracciglio confuso ma non fece domande o insinuò qualcosa, semplicemente indicò la propria auto e «Andiamo?» propose, spostando poi nuovamente lo sguardo su William che annuì pentendosene subito dopo.
Continuava a ripetersi di non dover badare a ciò che aveva detto James, perché comunque lui ed Edward erano amici, nessuno dei due aveva una cotta per l'altro e non c'era nessun tipo di corteggiamento; quindi, la sua storia era totalmente differente da quella di Brandon e Lessie e non doveva preoccuparsene. Prese un respiro profondo e seguì il riccio, salendo nel sedile del passeggero nella macchina e allacciando la cintura dopo aver richiuso lo sportello, mentre Edward faceva lo stesso.
«Conosci Lessie Moore?» chiese ad un certo punto, guardando il cruscotto ed evitando lo sguardo inquisitore che gli rivolse Edward. Solitamente, se non fosse stato avvolto dall’imbarazzo, avrebbe studiato il suo profilo mentre guidava e osservava con attenzione quasi maniacale i tatuaggi sulle sue braccia, mentre in quel momento l'ansia di aver fatto la domanda sbagliata nel momento sbagliato lo stava divorando.
«Conoscere è un parolone.» rispose il riccio alzando le spalle e guidando. Non si irrigidì, la sua voce non tremò, ma piuttosto rimase molto calmo, cosa che fece drasticamente diminuire i sospetti di William. Doveva fidarsi.
«Diciamo che so qualcosa riguardo lei, ma non le ho mai parlato se non per cose scolastiche. Aveva un rapporto più stretto con Brandon.» riprese Edward, fermandosi al semaforo rosso e voltandosi verso William che prese a giocare col proprio zaino poggiato tra le sue gambe, sul tappetino dell'auto.
«Posso sapere perché ti interessa? È una storia di almeno due anni fa.» chiese poi il riccio, sbuffando quando non ottenne risposta e ripartendo quando il semaforo divenne verde. William alzò le spalle, «Brandon aveva un rapporto stretto con lei nel senso che ci ha scopato e poi l'ha lasciata nella merda?» disse, con voce tremante e parecchio irritata. Non erano affari suoi, ne era cosciente, ma non poteva fare a meno di paragonare i due a lui ed Edward. Perché la fiducia era una cosa così difficile da donare?
«Anche se fosse? Che t'importa se neanche la conoscev- oh, aspetta.» Edward annuì e successivamente scosse la testa deluso, «Ovviamente James Moore deve metterti cazzate in testa per allontanarti da me. Ovviamente. Gesù Cristo.» affermò, sicuro delle sue parole, accelerando, «Se poi ci si mettono anche quei due deficienti di Wickson e Jackson, figuriamoci se non finisce tutto nel cesso. E tu gli credi, giusto? Magari sei anche convinto che io e Brandon ci comportiamo allo stesso modo e che-» si voltò guardando William di sfuggita mentre questi si mordeva con forza il labbro inferiore per il nervosismo e torturava l'orlo della maglia che indossava.
«Dannazione non crederai che io- porca puttana William.» sbottò dando un colpo secco al volante, «Non posso crederci. Ti sembro Brandon?» si indicò con una mano mentre l'altra era ferma sul volante e William scosse la testa, «No, no Edward, lo so.» annuì e poggiò il braccio contro la portiera poggiando su questo la testa in modo da poter guardare il riccio che non accennava a dire altro o intervenire, probabilmente capendo che l'altro non aveva ancora finito di parlare.
«È solo che sei carino con me, fin troppo carino e questa cosa mi ha fatto dubitare quando James ha detto che Brandon trattava Lessie in modo differente e tutte le altre cose.» si spostò il ciuffo castano dagli occhi azzurri e sbuffò stressato, «La situazione assomigliava un po' alla nostra e mi sono fatto mille paranoie. Mi dispiace, d'accordo? Non volevo dubitare di te ma è difficile passare dall'indifferenza totale delle persone su di te ad una persona che si preoccupa, ti aiuta e,» guardò l'insegna del The Judge e alzò le spalle, «che si prende cura di te, in qualche modo.» concluse, ottenendo nuovamente lo sguardo di Edward nel suo.
Quest'ultimo tolse la cintura dopo aver parcheggiato e si sporse verso di lui, «Sia chiaro che di questo non dovrai mai parlarne con nessuno o la mia reputazione andrà a fanculo.» disse, prima di sganciare la cintura di William e picchiettarsi le cosce. Il liscio lo guardò confuso, arrossendo senza riuscire a controllarlo, «Cosa?» chiese, facendo il finto tonto. Edward alzò gli occhi al cielo come a fargli intendere che sapeva avesse capito e William sbuffò imbarazzato andando a sedersi su Edward e guardando fuori per mascherare il disagio di quel momento.
«Will? Guardami.» lo richiamò il riccio, picchiettando sulla sua spalla. William si voltò e lo guardò, come richiesto, «È imbarazzante.» aggiunse ed Edward ridacchiò annuendo, «Ma necessario. Vorrei che tu ti fidassi di me. Cosa posso fare per far sì che accada? Non ho intenzione di ferirti e se ciò accadesse, sarebbe sicuramente a fin di bene. Devi solo fidarti di me.» lo guardò con gli occhi verdi colmi di sincerità che William non poté fare a meno di ammirare per qualche secondo, prima di annuire e lasciarsi abbracciare, ricambiando poco dopo la stretta di Edward.
«Mi fiderò, promesso.» sussurrò, stringendo il riccio che annuì e gli baciò la nuca, «Lo spero bene. So che la fiducia va conquistata, ma non ho fatto nulla per farti dubitare di me, credo. Quindi se ti fidi di quel deficiente di Wickson, perché non credere a me? Oltretutto sono bellissimo, come potrebbe questa faccia da angelo caduto dal Paradiso mentirti?» disse poi, chiaramente ironico. Ma neanche tanto.
William rise e si scostò, «Sempre modesto, Adams.» lo prese in giro, scendendo poi dall'auto dando modo all'altro di scendere a sua volta. Edward chiuse l'auto e gli andò dietro, «Mai quanto te, cucciolo smarrito.» ribatté, ridendo ed entrando nel negozio, aggrottando le sopracciglia non capendo perché il cartello fosse rivolto dal lato "CHIUSO" e perché fosse chiuso a chiave, aprendo poi con la propria.
William lo guardò perplesso, «Non doveva essere alle quattro e trenta l'inventario?» chiese. Edward accese la luce e si guardò intorno scuotendo la testa, «Sicuramente mio padre ha spostato i turni e non ha aperto la sera per evitare di fare solo due ore scarse di lavoro ma si è dimenticato di avvertirci. Andiamo direttamente da me a fare il progetto?» chiese poi, uscendo e richiudendo a chiave.
William annuì non del tutto convinto e tornò in auto salendo non appena Edward la aprì, «Quindi avrò meno ore lavorative nel contratto?» chiese poi, pentendosene subito dopo. Che diavolo c'entrava una domanda simile? Edward di certo non immaginava che lui avesse mille cose, tasse e madre pazza comprese, a cui pensare.
«Non so, penso di sì. Perché?» chiese il riccio, rimettendosi nella giusta corsia e guidando con attenzione. William scosse la testa, «Era solo per esserne sicuro.» disse, accennando un sorriso, «E comunque abbiamo ancora tanto tempo per il progetto, sembra quasi che la polizia ti stia dietro, sei sempre impaziente di farlo e copri ogni buco possibile con questo.» osservò ridacchiando, «O ti piace molto la storia o ti piace Miss White e vuoi fare bella figura essendo impeccabile alla presentazione.» disse divertito ed Edward gli colpì una coscia con un debole schiaffo, «Idiota.» lo apostrofò, fingendosi stizzito e sorridendo subito dopo, «In realtà mi piace passare tempo con te e sfruttarlo con questo noioso progetto è un'ottima idea. Non credi?» osservò.
William annuì, «Sì, credo di sì.» sorrise sornione, «Ti piace passare il tempo con me, eh?» rise notando il cambio d'espressione di Edward che spalancò la bocca arrossendo, «No comment, silenzio stampa!» disse poi, imbarazzato.
William sorrise. Si sentiva bene e si poteva fidare di chi lo faceva stare bene.