I

849 Words
Gli occhi degli studenti di Hogwarts fissavano intensamente le mani intrecciate di Draco Malfoy e Hermione Granger, intenti ad attraversare il corridoio principale del piano inferiore ovest, diretti verso la sala grande. Hermione teneva lo sguardo fisso sui suoi stessi piedi, mentre avanzava colma di imbarazzo per tutte quelle attenzioni indesiderate. Draco cercava di darsi un tono, e appariva arrogantemente fiero e sicuro di sé stesso, come sempre. Ma Hermione! Per chiunque posasse gli occhi su di lei, era evidente che non si sentiva a suo agio e che si stava sforzando, cercando di sfuggire a quegli sguardi impudichi, irrispettosi, tutt'altro che discreti. Spogliata delle proprie sicurezze, superò il corridoio, senza mai lasciare la mano di lui, mentre tutti i suoi compagni si spostavano sul lato del corridoio, permettendo alla strana coppia di passare, mormorando pettegolezzi o sprezzanti commenti di sorpresa; fu in quel momento che incrociò lo sguardo di Ron, che riconobbe essere pieno di delusione e disappunto. Sentì una fitta dentro di sé, come se si fosse lacerata ancora una volta: era conscia del dolore che gli aveva e che tutt'ora gli stava causando, e si odiava per questo. Non smetteva di pensare a quali strane idee si sarebbero fatti tutti i suoi amici, o tutte le persone che conosceva, anche solo di vista, i suoi professori, o addirittura i fantasmi del castello. Non si era mai vergognata tanto. Draco si fermò al centro del corridoio, e lei fece lo stesso. Lui si volse verso di lei e mormorò al suo orecchio: "Buona giornata Granger." Rimase ferma per qualche istante, in preda all'imbarazzo, sentendosi le occhiate di tutti i presenti addosso, che non tentavano nemmeno di fare i loro commenti in modo discreto.  Varcò la soglia della sala grande e prese posto al tavolo della sua casa, in silenzio. Con la sua uscita di scena, o meglio, dal corridoio, anche gli sguardi e le battutine si fecero meno palesi, ed Hermione si tranquillizzò, tanto da riuscire a sentire le sue guance raffreddarsi, come se il suo imbarazzo si fosse sciolto. "Ciao." una voce parecchio nota le fece alzare la testa. "Ginny.." Tentò di sorridere la ragazza. La sua amica era in piedi davanti a lei, dal lato opposto del tavolo, le braccia incrociate si abbinavano perfettamente alla piega del suo volto corrugato, come a rendere a pieno il suo disappunto. "Cosa succede?" rispose la rossa. "Di cosa parli?" finse di essere sorpresa, mentre il rimorso delle sue azioni logorava quel poco di integrità che le era rimasto. "Questa storia di Draco. È vero?" le chiese la sua amica, con un tono quasi preoccupato. "Quale storia? Non posso uscire con lui?" cercò di essere il più disinvolta possibile, come se fosse normale che lei frequentasse un... Beh, uno come lui. Ginny si sporse leggermente sul tavolo, verso di lei, cercandola con lo sguardo, ma senza trovare risposta. "Non ti riconosco più." disse, prima di voltarsi verso l'uscita. "Se avrai voglia di parlare, sai dove trovarmi." aggiunse, prima di abbandonare la sala, conscia del fatto che Hermione non l'avrebbe mai cercata, né tantomeno le avrebbe spiegato perché avesse deciso di frequentare la sua stessa nemesi da un giorno all'altro. Hermione si sfregò il volto con le mani, quasi a cercare di risvegliarsi da un incubo, che purtroppo non le lasciava alcuna via di scampo. Si era incastrata in un maledetto vicolo cieco, da cui sarebbe stato difficile uscire, e lo sapeva bene. Due mesi prima "Harry, perché sei così scemo?" chiese Hermione, quasi in lacrime a forza di ridere. Il suo migliore amico si stava abbuffando di ciocco rane, ne aveva la bocca piena e tutta impasticciata. Aggiunse anche qualche smorfia al meraviglioso quadretto, facendo ridere Hermione e Ginny più di quanto non stessero già facendo. Le risate furono interrotte dall'ingresso di Ron in quella che ormai da anni era la loro cabina.  "Hey! Come vi permettete di divertirvi senza di me?" chiese, fingendo un'ironica indignazione, prima di sedersi accanto alla sua ragazza e stamparle un bacio sulla guancia sinistra. Lei gli rivolse un timido sorriso. "Ci pensate? Stiamo davvero tornando ad Hogwarts!" commentò Harry, dopo aver inghiottito le sue ciocco rane. "Già..." commentò Ginny. L'atmosfera si fece improvvisamente cupa, come se i dolori che avevano cercato di dimenticare durante l'estate stessero improvvisamente riaffiorando. "Ma hey, abbiamo una fantastica caposcuola quest'anno!" disse Ron, spezzando il silenzio. "Hermione, tu?! Perché non ce l'hai detto?" chiese Harry, chiaramente entusiasta. "La McGranitt le ha spedito una lettera una settimana fa, proponendole la carica, e lei ha accettato. Dopotutto è la 'studentessa più brillante di Hogwarts'" disse Ginny, imitando la sua amica. "Anche lei lo sapeva?! Perché sono sempre l'ultimo a sapere le cose?" domandò di nuovo Harry, ricevendo solamente le risate dei fratelli Weasley come risposta. "Quando pensavi di dirmelo?" continuò. "Proprio ora." rispose Hermione sforzandosi di sorridere. Posò gli occhi sul finestrino, lasciando che il paesaggio che le scorreva davanti si fissasse nei suoi ricordi. Era il suo ultimo viaggio verso Hogwarts, e anche se tornare in quel luogo la spaventava, si promise che avrebbe passato un anno felice e spensierato.
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