Capitolo Otto

937 Parole
Era scuro quando Marc si svegliò. Era anche l’ora in cui di solito iniziava il suo lavoro alle scuderie, tuttavia non aveva voglia di muoversi anche se si sentiva carico d’energia. Le sue labbra si curvarono in un sorriso intanto che si godeva quella sensazione di benessere che colmava il suo corpo. Era un ragazzo diverso e non più lo scialbo Marc Lewis. Poi percepì un piacevole tepore dietro di sé; il calore di un altro corpo. Khalid. Ripensò a quella notte, alla passione di quell’uomo e al modo in cui l’aveva fatto sentire bello. Nessuno lo aveva mai fatto prima. Quando avevano fatto l’amore per un istante aveva creduto di essere veramente l’omega che poteva avere la sua occasione di essere desiderato da un’alfa. Il sorriso gli morì sulle labbra. Lui… desiderabile? Ma chi voleva prendere in giro? Fortunatamente era abbastanza forte da sapere affrontare la verità.  Khalid aveva fatto l’amore con lui perché gli si era praticamente gettato tra le sue braccia. Aveva notato la pietà nei suoi occhi e aveva percepito la sua riluttanza iniziale. Aveva fatto leva sulla sua compassione e aveva colto la sua disperazione. E poco importava se quell’atto d’amore era stata l’esperienza più meravigliosa di tutti i suoi ventitré anni di vita. La sera prima aveva promesso a sé stesso che avrebbe assecondato i suoi più folli desideri. Aveva deciso che per una notte si sarebbe goduto il piacere che Khalid poteva dargli e così era stato. Probabilmente lui aveva trascorso quei momenti indimenticabile pensando a qualcun altro uomo più sexy di lui, di sicuro non a quell’omega imbranato tra le sue braccia. Mortificato, Marc si sentì il volto in fiamme. Era abituato a lottare quotidianamente, ma avrebbe avuto il coraggio di affrontarlo quella mattina? Già si immaginava Khalid che cercava di mascherare il proprio disgusto. Si voltò a guardarlo. Era profondamente addormentato, tuttavia sentì crescere nuovamente dentro di sé un forte desiderio. No! Affondò il volto nel cuscino che aveva ancora il profumo di lui. Si rese conto che la sua determinazione stava venendo meno e che la tentazione di restare si faceva sempre più forte. Fortunatamente non era il tipo di ragazzo che viveva di fantasie. Quella notte era stata un’esperienza meravigliosa che però non sarebbe approdata da nessuna parte. La cosa migliore era che Khalid si svegliasse da solo. Se lo meritava e si sarebbe sentito sollevato nel constatare che lui non c’era più. Lentamente scostò le coperte e si alzò dal letto senza fare rumore.   ….. Khalid si svegliò all’alba. Subito ricordò quello che era successo la notte precedente. Malgrado la passione perfetta che aveva condiviso con Marc Lewis, provava una certa frustrazione. La realtà era che non gli era bastata una volta sola e il suo desiderio non era stato appagato completamente. Era stata alla consapevolezza di essere il suo primo amante a trattenerlo da farlo suo ripetutamente. Un brivido gli corse lungo la schiena. Il suo primo amante. A quel pensiero non poté fa a meno di provare una primordiale soddisfazione. Lui di solito cercava piacere con uomini esperti che non volevano complicazioni. E invece adesso non vedeva l’ora di ripetere con Marc quella esperienza. Lo shock di scoprire che era vergine era stato presto superato dal desiderio di lui, così come la sensazione di avere approfittato della sua tristezza. Marc lo aveva accolto tra le sue braccia con passione e si era rannicchiato contro di lui fiducioso. No, non aveva alcun rimpianto. Pensò che quella storia potere avere un seguito; lui era un amante generoso e Marc non se ne sarebbe pentito. Avrebbe cambiato i voli per prolungare la sua permanenza lì. Prima però… rotolo su sé stesso cercando il caldo abbraccio del suo nuovo amante. Il letto era vuoto. Si alzò e attraversò la stanza. Non era nemmeno in bagno e i vestiti erano scomparsi. Marc se n’era andato senza dire una parola, come se lui fosse un sordido segreto di cui vergognarsi. Respirò a fondo, tuttavia non servì a calmare la sensazione di rabbia e di oltraggio che stava crescendo dentro di lui. Nessun uomo che fosse beta o omega lo aveva mai lasciato. Il suo orgoglio si ribellava alla sola idea che potesse succedere una cosa del genere. Ispezionò la camera per vedere se avesse lasciato un biglietto, una spiegazione. Niente. Alla rabbia a alla frustrazione si aggiunse la curiosità. Cosa lo aveva spinto ad andarsene a quell’ora così insolita? La paura? Il senso di colpa? Per un istante pensò che fosse corso a vendere quella storia a qualche rotocalco. La stampa era insaziabile di storie sul suo conto. Ma possibile che si fosse sbagliato a tal punto su di lui? No. L’istinto gli suggeriva che Marc era esattamente come gli era apparso la sera prima, tuttavia avrebbe fatto meglio ad accettarsene. Il suono del cellulare catturò la sua attenzione interrompendo il corso dei suoi pensieri. Dieci minuti più tardi terminò la conversazione. In quei pochi minuti la sua vita era radicalmente cambiata. Faruq era morto e lui era diventato lo sceicco di Shajehar. Pensò al fratellastro che non aveva mai conosciuto veramente. Non c’era mai stato un grande affetto tra di loro, tuttavia non poté fare a meno di provare un dolore per quella vita conclusasi prematuramente. Si riscosse e pensò che doveva tornare immediatamente a casa. Il suo popolo aveva bisogno di lui. Spostò lo sguardo sul letto. Ora non aveva tempo di cercare Marc Lewis anche se tra loro c’era ancora qualcosa in sospeso. La situazione, comunque, poteva essere rimediata. L’avrebbe fatto localizzare e condurre a Shajehar. Sorrise sarebbe stato un onore rinnovare la loro conoscenza.  
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