Capitolo10

708 Parole
“Mi chiedevo quando me l’avreste chiesto!” mise due bicchieri in mano a Kurt e si voltò a prenderne altri due. Con tono baldanzoso annunciò. “Ha detto sì. Ed è tutto merito tuo.” Tristan e Stuart, non riuscendo a capire, dissero. “Congratulazioni!” e “Chi?” Fu Kurt a domandare: “Michael?”, e lui annuì, stappando la bottiglia con un botto. Il suo entusiasmo era contagioso e il suo piacere così genuino che Kurt si lasciò coinvolgere. “Oh, Seth sono così felice per te!” esclamò sincero. Stuart rise. “Beh, complimenti, nostro alfa.” Tristan, stupito, si limitò a dire. “Non ti ho mai visto in questo stato per un ragazzo. Dev’essere una cosa seria.” Seth riempì i bicchieri e li servì a turno. “La vecchia tattica dell’indifferenza funziona sempre, sapete? Era come creta fra le mie mani.” Quindi, serio, sollevo il bicchiere e aggiunse: “Un brindisi! Al dolce fiore dell’amore che possa fiorire per sempre.” Sorseggiarono il vino per il brindisi e poi si misero a sedere. Seth, con entusiasmo, si offrì di servire loro da mangiare. “Abbiamo preso un caffè insieme questo pomeriggio. E abbiamo continuato a parlare senza renderci conto del tempo che passava. Ragazzo simpatico” spiego poi. “Davvero simpatico. Usciamo venerdì sera.” Sebbene gli amichi non riuscissero a trattenersi dal ridacchiare per la sua infantile soddisfazione, erano davvero felici per lui, com’era naturale che fosse. “Un caffè” mormorò Stuart, prendendo da parte Tristan. “Direi che è un buon inizio.” “Questo vuol dire che è davvero una cosa seria.” Gli confermò Tristan, ammiccando. “Può essere.” Accondiscese Stuart a Kurt provò uno strano senso di disagio. “Dove hai intenzione di portare Michael?” si affrettò a chiedere mentre condiva l’insalata. “Ecco, questo è il problema.” Seth assaggiò le lasagne, emise un suono d’approvazione e rivolto a Tristan aggiunse: “Questa volta hai superato te stesso, bambino. Fantastiche.” Poi, rivolto a tutti, continuò: “Questa situazione richiede un tocco speciale. Voglio dare l’impressione giusta. Qualche suggerimento?” “Che genere di impressione vuoi dare?” s’informò Tristan. “Mondano, tutto casa e lavoro, intellettuale…” elencò Stuart. Seth gli fece una smorfia. “Non è come scegliere un vestito.” Lui scrollò le spalle. “Invece sì, è un gioco che noi facciamo sempre al primo appuntamento.” Kurt si escluse dalla conversazione colto da un inaspettato momento di depressione. Non c’erano motivi che lo giustificavano, era davvero felice per Seth, ma di colpo sì era sentito solo come quando aveva perso David. Forse era perché Seth non gli avrebbe più dedicato tutta la sua attenzione, non sarebbe più stato disponibile a confortarlo o a dargli consigli. Forse perché aveva bisogno di lui e avrebbe preferito che Michael si fosse inserito nella loro vita un paio di settimane più tardi, quando lui si fossa già ripreso dalla batosta. Geloso? Dovette ammettere di esserlo, ma delle premure di Seth, non dell’affetto. Era stato viziato. Alla fine, decisero per una cena e un drink in un posto tranquillo e intimo. Restava solo da scegliere quale. Seth optò per un club molto esclusivo a prezzi esorbitanti, ma quell’idea fu subito bocciato da Stuart. “Ma se volevi dargli l’impressione giusta! Che cosa vuoi che pensi di te? Che sei una specie di sceicco arabo? Se cominci in quel modo finirà col pretenderlo ogni sera.” “È vero” concordo Tristan. E in tono ironico aggiunse: “Non vorrai che ti sposi per i tuoi soldi, no?” Forse Kurt temeva che Seth potesse innamorarsi sul serio… allontanò subito da sé quell’idea. Era ridicolo! Non era nemmeno uscito con quel ragazzo! Inoltre, proprio poche sere prime, aveva fatto di tutto per convincerlo che il matrimonio non era fatto per lui, come se Kurt ne avesse mai dubitato. No, non c’era proprio nulla da temere. Cominciarono a elencare i ristoranti europei ed esotici e Kurt osservò con attenzione il viso dell’amico mentre faceva congetture su come si sarebbe svolta la tanto attesa serata. Un piccolo borghese, pensò cominciando a rilassarsi divertito. Ecco che cos’è. Solo un comune, antiquato piccolo borghese.
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