Capitolo 15

927 Parole
Clarence correva, il fiato affannato che gli mancava, ma la forza di salvare Carlos era l’unica cosa che contava. Il suo corpo, esausto e pesante, stava per cedere, ma il ragazzo che teneva tra le braccia era la sua priorità. Carlos era svenuto, ma respirava, anche se la sua respirazione era debole e incerta. Clarence, con tutte le forze che gli rimanevano, si avvicinò al campo, urlando disperato per chiedere aiuto. “AIUTATEMI, VI PREGO!” Vittorio fu il primo a girarsi, vedendo Carlos tra le braccia di Clarence, svenuto e sanguinante. Subito si precipitò verso di lui, seguito da Jared e dagli altri soldati. Clarence, ormai stremato, cadde in ginocchio, ma la sua mente si aggrappava a una sola cosa: Carlos doveva sopravvivere. Riccardo, quando vide il fratello ferito, si inginocchiò accanto a lui e iniziò subito a tamponare la ferita, dando ordini agli altri per portarlo in un posto sicuro dove curarlo. Ma Clarence, pur vedendo il caos intorno a lui, non riusciva a pensare a nient’altro. La paura che Carlos potesse lasciarlo per sempre lo paralizzava. Le voci si facevano ovattate, il suo cuore batteva all’impazzata, e alla fine il suo corpo cedette e svanì nel buio. Quando si svegliò, si trovava disteso su un letto nella tenda che aveva condiviso con Carlos. La testa gli girava, ma la sensazione di solitudine fu immediata. Carlos non c'era. Un brivido di angoscia percorse la sua schiena, e quando cercò di alzarsi, una mano gentile lo fermò. Teo era vicino a lui, con lo sguardo preoccupato ma rassicurante. “Non ti preoccupare, Clarence. Dovresti riposare.” Ma Clarence, ansioso, non riusciva a calmarsi. Voleva sapere come stava Carlos. Con uno sforzo, cercò di rialzarsi, ma un altro giramento di testa lo fece cadere di nuovo sul letto. Guardò Teo e chiese con voce roca: “Come sta Carlos?” Teo abbassò lo sguardo, facendo battere il cuore di Clarence in modo frenetico. Non voleva sentire una risposta che potesse spezzarlo. Ma quando Teo rialzò gli occhi, gli sorrise sinceramente e gli posò una mano sulla spalla. “Non ti preoccupare per Carlos. Riccardo è riuscito a fermare l'emorragia. Sta riposando. Per fortuna, la ferita non era profonda.” Un sospiro di sollievo sfuggì dalle labbra di Clarence. Il peso che gli opprimeva il cuore cominciò a svanire. Ora poteva respirare di nuovo. “Quando posso vederlo?” chiese, sperando di sentirsi rispondere che presto sarebbe stato al suo fianco. “Per ora deve riposare, ma penso che stasera riuscirai a vederlo sveglio.” Clarence, finalmente calmo, sentì la sonnolenza sopraffarlo. Gli occhi si chiusero, e prima che se ne accorgesse, si addormentò di nuovo. Quando si svegliò, la notte era ormai calata. Con cautela si alzò e si avvicinò all'entrata della tenda, dove fuori c’erano dei soldati che chiacchieravano intorno al fuoco. Uscì piano, diretto verso la tenda sanitaria. Una volta entrato, vide Riccardo addormentato su una sedia accanto al letto di Carlos. Non appena gli occhi di Clarence si posarono su di lui, il suo cuore perse un battito. Carlos giaceva lì, pallido, con una fasciatura che copriva il suo fianco. Clarence si avvicinò, sussurrando dolcemente mentre prendeva la mano di Carlos, che era pallida e priva di forza. Dietro di lui, Riccardo si svegliò, mettendo una mano sulla sua spalla. “Sono felice che tu sia venuto. Non ha fatto altro che chiedere di te,” disse Riccardo, sorridendo gentilmente. Clarence si girò verso di lui, un nodo allo stomaco mentre chiedeva: “Sta bene, vero?” “Non ti preoccupare. La ferita non era profonda. Si riprenderà in fretta,” rispose Riccardo con tranquillità. Clarence sorrise a lui, sollevato. Poi si girò verso Carlos, prendendogli la mano e dandogli un bacio lieve sulla pelle. Riccardo, silenziosamente, si allontanò dalla tenda, lasciandoli soli. Clarence si sedette accanto a Carlos, e mentre il sonno lo sopraffaceva di nuovo, non riusciva a staccarsi dalla sua mano. ... Carlos si svegliò con lentezza. Non capiva inizialmente dove si trovava. Poi, come un lampo, ricordò gli eventi del giorno. Sentì la sua mano stretta in quella di Clarence. Si girò e vide Clarence addormentato, i suoi capelli biondi sparsi sul viso. Con un gesto dolce, gli spostò i ciuffi e quando Clarence si svegliò e lo vide, si avvicinò subito a lui, abbracciandolo con forza. Carlos fece una smorfia di dolore, e Clarence, accorgendosene, si staccò rapidamente. “Ragazzino, mi dispiace. Non volevo farti male.” Carlos alzò il braccio, accarezzandogli il viso, e con un sorriso gli rispose: “Non ti preoccupare. Sei sempre stato gentile con me, e io ti amo.” Clarence sorrise e si avvicinò di nuovo, baciandolo con dolcezza. Carlos rispose al bacio, accarezzando i suoi capelli. Quando si staccarono, si guardarono negli occhi. Carlos si perse nei suoi occhi azzurri, sentendo che quel momento sarebbe durato per sempre. Clarence si alzò e, con un gesto improvviso, si inginocchiò davanti a Carlos, estraendo un piccolo anello dalla tasca. “Oggi è stata una giornata orribile. A un certo punto ho pensato che ti avrei perso per sempre. Ma ho deciso che farò di tutto per averti sempre con me.” Con un sospiro, Clarence mostrò a Carlos l’anello, un semplice ma splendido anello d'oro con un brillante blu al centro. “Mi faresti l’onore di sposarmi?” Carlos, sorpreso e commosso, lasciò scendere una lacrima di gioia. Anche se si conoscevano da poco, sapeva di voler passare la sua vita con Clarence. Con un sorriso, gli rispose: “Certo che ti sposo.”
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