Dopo giorni di viaggio, finalmente arrivano nel campo dell’esercito di Jared. Le tende militari si estendono davanti a loro, un mondo di attività frenetica, con soldati che corrono, si preparano e si allenano, alcuni a petto nudo sotto il caldo sole. La scena è vibrante di energia e movimento, ma per Carlos, il mondo sembra fermarsi quando Clarence gli prende la mano. La stretta è sicura, carica di complicità, mentre camminano insieme tra le tende, senza dire una parola, ma con un’intesa che traspare in ogni passo che compiono.
Proseguono nel campo, ma all’improvviso un uomo emerge da una tenda. È alto, dai capelli neri come la notte, e Carlos lo riconosce subito. Il cuore gli batte più forte, ma non esita un attimo. Lascia la mano di Clarence e corre verso di lui, un sorriso che si apre sul suo volto.
“Vittorio!”
L’uomo, sentendo il suo nome, si volta e, vedendo Carlos, lo accoglie a braccia aperte. La scena sembra sospesa nel tempo, mentre Vittorio lo stringe in un abbraccio caldo e familiare.
“Ciao, piccolo! Da quanto tempo non ti vedo! Assomigli sempre di più a tuo padre,” dice, con un sorriso che trasuda affetto.
In quel momento, Clarence si avvicina, ma la tensione è palpabile. Il suo sguardo è cupo, e le mani sono serrate in pugni, come se stesse lottando per mantenere il controllo. Carlos si stacca lentamente da Vittorio, sentendo un certo peso nell’aria, e si avvicina a Clarence. Con una dolcezza che sembra spezzare la tensione, gli prende la mano, la bacia delicatamente e sussurra: “Non ti devi preoccupare. Ti ho già detto che l’unico uomo che mi interessa sei tu.”
Clarence, pur restando teso, sembra trovare un po’ di tranquillità nelle sue parole. Si rilassa per un momento, il suo sorriso timido ma sincero. Non c’è bisogno di altro. I due si scambiano uno sguardo che parla più di mille parole non dette.
“Vittorio, ti presento Clarence, il mio ragazzo,” dice Carlos, con un sorriso che arriva dagli occhi.
Clarence, nonostante il momento teso, si avvicina con sicurezza e porge la mano a Vittorio. “Come ha detto Carlos, il mio nome è Clarence. È un piacere conoscerti.”
Vittorio, sorridendo, stringe la mano di Clarence con una certa calda familiarità. “Il piacere è mio.”
Proprio in quel momento, un altro uomo esce dalla tenda. È Jared, e il suo sguardo si incrocia con quello di Carlos. Con un sorriso affettuoso, si avvicina e lo abbraccia.
“Ciao, Carlos. Pensavo che arrivaste prima,” dice con una risata leggera.
Carlos, alzando un sopracciglio, risponde: “Siamo stati attaccati dall’esercito del silenzio. Clarence è stato ferito, quindi abbiamo dovuto rallentare per permettergli di recuperare.”
Jared annuisce, la sua attenzione si concentra sulla mano che Carlos tiene saldamente nelle mani di Clarence. Un sorriso complice e provocante si forma sul suo viso. “Vedo che, da quando me ne sono andato dalla grotta, qualcosa è cambiato. Anche se, devo ammettere, avevo intuito tutto già quando vi ho visti insieme per la prima volta.”
Carlos arrossisce, senza sapere bene cosa dire, mentre Jared e Vittorio scoppiano a ridere di gusto alla sua reazione. Ma il momento di leggerezza viene interrotto quando un soldato si avvicina a Jared e Vittorio, chiedendo loro di seguirlo. I due uomini ci indicano una tenda vicina, appositamente montata per noi, e si allontanano.
All'interno della tenda che ci è stata assegnata, l’atmosfera è sorprendentemente accogliente. Nonostante l'apparente semplicità dell’ambiente circostante, il letto matrimoniale al centro della stanza sembra essere stato posizionato con cura, quasi come un gesto di comodità. Incredibilmente comodo, come se fosse stato trasportato da un altro mondo. Clarence, con un sorriso malizioso, si sdraia sul letto, e con uno sguardo che dice tutto, invita Carlos a unirsi a lui.
“Perché non vieni qui?” chiede, la voce carica di desiderio e di una promessa di cose non dette.
Carlos si avvicina, si siede accanto a lui, ma in un attimo, con una forza che sorprende, Clarence lo spinge delicatamente sul letto, mettendosi sopra di lui. La vicinanza di Clarence è una fiamma che brucia, l’intensità della passione che cresce tra i due è evidente nei loro sguardi, nelle mani che si cercano, nei respiri che si fanno sempre più veloci. Le loro bocche si incontrano, ma Carlos, un po’ incerto, si tira indietro.
“Clarence, non possiamo. E se qualcuno entra?” mormora, la preoccupazione nei suoi occhi.
Clarence sospira, una smorfia di frustrazione sul volto. “È da un giorno intero che non ti tocco... sto impazzendo,” dice, la sua voce una carezza infuocata.
Carlos scoppia a ridere, cercando di distendere l’atmosfera. “Cla, è solo un giorno che non mi tocchi. Puoi aspettare fino a stasera, quando tutti saranno a letto?”
Clarence lo guarda con un sorriso malizioso, gli occhi pieni di desiderio. “Scusa, come mi hai chiamato? Ragazzino?”
Carlos sorride, gli occhi scintillanti di complicità. “Ti ho chiamato Cla. Non ti piace?”
Clarence, ridendo, si avvicina a lui e sussurra, “Per me puoi chiamarmi come vuoi, ragazzino. Mi farai impazzire, anche se mi chiamassi ciccino.”
Carlos scoppia a ridere, abbracciandolo con forza, godendosi la sensazione di essere vicino a lui. I due rimangono in quella posizione per un po’, come se il mondo potesse fermarsi e lasciare loro spazio per godersi quel momento. Fino a quando una voce, quella di Vittorio che li chiama per la cena, non li interrompe, strappandoli dal loro piccolo angolo di felicità.
La cena è un caos di risate e allegria. Nonostante siano un esercito, sembrano divertirsi come se non ci fosse domani. Vittorio e Jared, consapevoli delle difficoltà che i loro uomini affrontano, cercano di alleviare la distanza dalle loro famiglie preparando ogni settimana una serata a tema, dove i soldati possono sentirsi più vicini a casa. Quella sera, la serata giapponese, dove molti dei soldati si vestono da samurai, alcuni per divertirsi da geishe. Le risate riempiono l’aria, i compagni di battaglia si divertono senza pensare ai pericoli che affrontano ogni giorno.
Carlos e Clarence si avvicinano al tavolo di Jared e Vittorio. Il biondo, vestito da geisha, è seduto sulle ginocchia di Vittorio, che lo accarezza con uno sguardo ammiccante. Il divertimento e la sensualità di quella serata non sfuggono a nessuno.
“Ciao ragazzi, vedo che vi state divertendo,” dice Carlos, cercando di rompere l’atmosfera leggera.
Jared sorride e li invita a sedersi. “Allora, vi piace la vostra tenda?” chiede, con una punta di curiosità.
“Sì, sembra molto comoda,” risponde Carlos, cercando di nascondere il sorriso che sta per farsi largo sul suo volto.
I due uomini non parlano più. Lo spettacolo sta per iniziare. Jared dà un bacio a Vittorio, un gesto di intimità che non passa inosservato, e si dirige verso il palco dove gli uomini vestiti da geisha iniziano a danzare. La loro danza è sensuale e coinvolgente, provocando urla di apprezzamento da parte dei soldati. Quando lo spettacolo finisce, Jared torna da Carlos e Clarence, ma non ha il tempo di avvicinarsi che Vittorio lo afferra per un braccio e lo trascina via.
Clarence e Carlos si guardano negli occhi e capiscono immediatamente cosa stia accadendo tra i due uomini. Il desiderio non può più essere negato, e senza dire una parola, si alzano e si dirigono verso la tenda.
Quando entrano, il tempo sembra fermarsi. Si gettano l’uno tra le braccia dell’altro, le bocche si uniscono con un’intensità che li lascia senza fiato. Il mondo fuori svanisce, e in quel momento c’è solo il loro desiderio, la loro passione che esplode in un turbine di emozioni.
Le mani di Clarence esplorano il corpo di Carlos con un’urgenza che non può più essere ignorata. Il loro respiro si fa più corto, più intenso, e i loro corpi si muovono insieme in un abbraccio che è allo stesso tempo dolce e impetuoso. Il tempo si perde, le ore sembrano dilatarsi, e nulla esiste se non loro due, abbandonati l’uno all’altro, senza remore, senza paure.
Quando finalmente il loro piacere li travolge, un grido si alza nell’aria, e tutto sembra esplodere in un momento di pura estasi. I due si abbandonano, il corpo di Carlos accasciato sul petto di Clarence, mentre il sudore li ricopre, segno di una passione che non conosce limiti. In quel momento, tutto è perfetto.