Capitolo 19

909 Parole
Clarence stringeva Carlos tra le braccia, le dita accarezzavano dolcemente la schiena nuda del ragazzo, mentre questi faceva lo stesso con il petto scolpito dell'altro. La mano di Carlos si fermò sulla runa dell'angelo incisa sulla pelle di Clarence e ne seguì i contorni con delicatezza. Intorno a loro, il fragore della cascata ovattava ogni altro suono, creando un'atmosfera sospesa, quasi irreale. Per un momento, tutto il caos e il dolore dei giorni precedenti sembravano dissolversi, lasciando spazio solo a loro due e alla felicità che condividevano. All'improvviso, il corpo di Carlos si irrigidì. Il ragazzo si sollevò di scatto dal petto di Clarence e portò una mano alla fronte, emettendo un grido soffocato. Poi, senza esitazione, si alzò dal letto. "Dobbiamo andare ad aiutare gli altri! L’Esercito del Silenzio ha attaccato il campo!" esclamò con urgenza. Clarence non fece domande. In pochi istanti furono entrambi vestiti e si lanciarono in una corsa sfrenata verso il campo, dove il fragore della battaglia li accolse con violenza. Il campo era un teatro di guerra. Riccardo utilizzava i suoi poteri per manipolare gli elementi, facendo sprofondare i nemici nella terra o scagliandoli lontano con raffiche di vento. Luca, Jared e Vittorio combattevano spalla a spalla con spade che Sofia aveva fornito loro, le cui lame, intrise di un veleno estratto dal sangue di Robin, la fenice, ardevano di fuoco al minimo taglio. Tuttavia, i soldati dell'Esercito del Silenzio sembravano in grado di schivare con facilità la maggior parte degli attacchi. Il campo era un caos di grida, metallo che si scontrava e corpi che cadevano. Clarence si avvicinò a Carlos, lo baciò rapidamente sulle labbra e si lanciò nella mischia. Con la sua spada, resa invisibile da una runa, colpì i nemici che si trovavano troppo vicini ai suoi amici, e in pochi istanti i loro corpi presero fuoco. Carlos stava combattendo con agilità e destrezza. Clarence lo osservò per un attimo, incantato dalla sua forza. Il ragazzo non era solo un veggente, ma un guerriero abile e determinato. Lo vide colpire con un calcio un nemico alle spalle, disarmarlo e poi finirlo con un movimento fluido e letale. Clarence sorrise, innamorato più che mai. La battaglia si protrasse fino allo stremo. Gli alleati erano esausti e, se non avessero trovato presto un vantaggio, sarebbero stati sopraffatti. Improvvisamente, una luce accecante squarciò il campo di battaglia. Dal portale comparvero degli Shadowhunters, capitanati da Robin. Accanto a lei, suo marito Asmodeo, il demone, avanzava con poteri devastanti, scagliando onde di energia oscura contro i soldati avversari. Robin si trasformò in una creatura di fuoco e incenerì i nemici con la sua potenza. L'intervento degli Shadowhunters cambiò le sorti dello scontro. In pochi minuti, la battaglia fu vinta. Clarence crollò in ginocchio, senza più forze. Una mano lo sfiorò, ed egli alzò lo sguardo per incontrare quello di Carlos. Senza esitazione, lo abbracciò e lo baciò, grato di essere ancora vivo. La battaglia era finita, ma Carlos non riusciva a sentirsi del tutto sollevato. Aveva cambiato il corso delle sue visioni, ma il destino di sua sorella Luca lo tormentava ancora. Era in un luogo ostile, e non sapeva come salvarla. Forse sua nonna avrebbe trovato una soluzione. Aspettava Clarence nella loro tenda, il pensiero che il suo compagno potesse decidere di tornare alla sua vecchia vita lo inquietava. Quando l'apertura della tenda si scostò, Carlos alzò lo sguardo e sorrise nel vedere Clarence, ma notò che non era solo. Dietro di lui c'erano una ragazza dai capelli rossi, di bellezza europea, e un ragazzo dagli occhi a mandorla, vestito completamente di nero. Clarence si avvicinò e lo strinse tra le braccia, poi si girò verso i due ospiti. "Loro sono la mia amica Robin e suo marito Asmodeo," disse. Carlos li salutò con una stretta di mano. "Io sono Carlos, il marito di Clarence." Robin incrociò le braccia sotto il seno e fissò Clarence con aria interrogativa. "Quando ti sei sposato?" "In verità, neanche cinque ore fa," ammise lui con un sorriso. Lei spalancò gli occhi. "Sai che gli Shadowhunters devono sposarsi con un rituale particolare, vero?" Clarence sbuffò, facendo ridere Carlos. "Ovviamente, ma io volevo sposare il mio ragazzino il prima possibile." Robin scosse la testa, esasperata. "Appena torniamo nella nostra dimensione, organizzeremo un vero matrimonio. E so già chi potrà occuparsi della festa." Clarence sbuffò ancora. "Ti prego, non farlo organizzare a tuo padre Magnus. Lui esagera sempre." Robin rise. "Meglio di Alec, che ci farebbe addormentare in due minuti." Risero insieme, felici di essersi ritrovati dopo tanto tempo. Quando Robin e Asmodeo lasciarono la tenda, Carlos si girò verso Clarence e lo baciò con passione. L'altro rispose subito, spingendolo sul letto e liberandolo dei vestiti. Le mani e le labbra percorrevano la pelle con desiderio. Carlos invertì la posizione e cominciò a esplorare il corpo del marito, fino a scendere verso la sua apertura, stimolandolo con delicatezza. Quando Clarence capì le sue intenzioni, lo fermò, il respiro irregolare. "Che cosa vuoi fare?" sussurrò. Carlos sorrise, infilandogli un dito dentro. "Voglio farti provare quello che sento io quando sei dentro di me." Quando finalmente furono uniti, il piacere li travolse entrambi. I gemiti riempirono la tenda, fino al culmine. Esausti, rimasero abbracciati, le dita intrecciate. Clarence sorrise. "Ti amo, ragazzino." "Anch'io ti amo, e lo farò per sempre." Si guardarono negli occhi, sapendo che il futuro era incerto, ma che nulla e nessuno avrebbe potuto portar via la loro felicità.
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