Il paesaggio che mi si mostrava davanti era completamente coperto di neve, il pensiero di essere caduta nelle mani di costoro mi terrorizzava, il sovrano li aveva descritti come belve sanguinarie. Speravo che Vegard si fosse accorto del mio rapimento e venisse a liberarmi prima che potessero farmi del male. Mi chiedevo che cosa volessero da me i bestraghiani dato che l’unione era avvenuta, forse volevano uccidermi per vendetta perché ero stata io la causa della trasformazione di Vegard nell’invincibile guerriero che li avrebbe sterminati. Giungemmo ai piedi di un’altissima montagna, uno degli uomini estrasse dalla roccia ghiacciata una piccola leva a forma di uncino e la roteò. Incredibilmente un enorme portone invisibile a prima vista, perché era completamente coperto di ghiaccio, si aprì. Entrammo in un luogo umido e freddo illuminato da una moltitudine di torce ardenti appese alla roccia grezza della montagna. Osservavo quell’ambiente così tetro che non si poteva minimamente paragonare alla bellezza del luogo dove vivevano gli elitiani. Ci venne incontro un uomo con il viso per metà sfregiato e disse agli uomini che il grande BRESK li stava aspettando alla sala del trono. Sempre in braccio al guerriero fui condotta in un’immensa stanza scavata nella montagna e illuminata da torce ardenti, c’erano delle persone, alcune erano donne somiglianti all’elitiane con addosso abiti di pelliccia, gli altri erano uomini vestiti da guerrieri, tutti i presenti mi osservavano incuriositi. Ci fermammo dinanzi ad un trono composto da stalattiti, incredibile ma vero, era costruito con il ghiaccio ed era bellissimo ma stonava molto con il tetro ambiente circostante. L’uomo che ci sedeva sopra era vestito allo stesso modo della statua situata all’ingresso segreto che conduceva al regno elitiano. La maschera che gli copriva il volto lo faceva sembrare più crudele di quanto avessi potuto immaginare e mi incuteva una gran paura. Gli si affiancò, rimanendo in piedi accanto a lui un altro uomo, se così lo si poteva chiamare anch’egli con il viso coperto da una maschera e completamente rivestito da un’armatura nera. Con la voce roca somigliante a quella che aveva la bestia che tormentava Vegard disse che egli era il grande BRESK, sovrano dei bestraghiani e padre di Vegard. Continuò dicendo che l’unione che era avvenuta la notte prima tra me e Vegard lo aveva reso molto felice perché gli aveva restituito un figlio. «Un f…iglio?» chiesi. Non capivo che cosa volesse dire, mi spiegò che quando avvenne l’accoppiamento tra lui e la madre di Vegard non era stato concepito un solo figlio, ma bensì due. La stirpe reale del suo popolo nasceva solo in quel modo, generava due figli uno appartenente alla stirpe della madre e l’altro alla stirpe del padre e ambedue vivevano nello stesso corpo finché non avveniva l’unione con una donna di sangue nobile che in quel caso ero io. Quando ciò avveniva il bestraghiano usciva dal corpo dell’elitiano, materializzandosi all’istante e divenendo un essere singolo. Ero allucinata da ciò che avevo udito, gli chiesi come avesse fatto la bestia ad uscire e materializzarsi senza che mi accorgessi di nulla. Mi spiegò che questo era avvenuto mentre Vegard mi possedeva, quindi era impossibile che me ne potessi accorgere. Gli chiesi se Vegard era a conoscenza di tutto questo, rispose che nessun elitiano ne era al corrente perché la sacerdotessa non lo rivelò per proteggere Vegard. Sarebbe stato sconvolgente se lo avesse saputo gli avrebbe condizionato l’esistenza. Ella pensò che per gli elitiani non era rilevante, l’importante era far divenire Vegard un potente ed invincibile guerriero. Ma non aveva messo in conto che si sarebbe perdutamente innamorato della donna che per i bestraghiani sarebbe divenuta un’arma molto potente di ricatto, confermò che era per questo che ero stata rapita. Oltre allo shock provocatomi da ciò che quell’essere stava dicendo, avevo la strana sensazione che quello che avrebbe detto in seguito sarebbe stato molto peggio, dato che sembrava avesse difficoltà nel rivelarlo. Trascorse del tempo in assoluto silenzio in cui ero rimasta in attesa. Poi continuò indicando con la mano l’uomo di statura imponente al suo fianco e pronunciò delle parole che mi raggelarono il sangue: «Ti presento Barek… Mio figlio e futuro sovrano del popolo bestraghiano che tu conosci molto bene perché è colui che la notte scorsa si è unito per primo a te…» Non riuscivo a crederci, era la BESTIA.