Il dolore alla caviglia si stava facendo più intenso e non era ancora venuto nessuno per curarmi così finii per sfogarmi in lacrime, il pensiero di essere prigioniera e completamente sola in quel posto orrendo mi opprimeva. Sentii bussare alla porta, mi meravigliai che in quel luogo pieno di selvaggi ci fossero persone talmente educate da chiedere il permesso per entrare. Dissi: «Avanti…» curiosa di vedere chi fosse. Varcò l’uscio una giovane fanciulla all’incirca della mia età e sembrava intimorita dalla mia presenza, con un sorriso forzato esclamai che se fosse entrata non l’avrei mangiata. Fu incoraggiata dalle mie parole ed entrò nella stanza disse che nella ciotola che aveva in mano c’era un unguento da mettermi sulla caviglia. Tranquillamente dissi: «Fai pure.» Appena lo spalmò sulla caviglia dolorante provai subito sollievo e a poco a poco il dolore diminuiva sempre di più. Mentre mi medicava la osservavo incuriosita era molto carina alta e snella e con quel colore di capelli così strano che avevano solamente le elitiane. Le chiesi il nome, disse di chiamarsi GIADRARI e che era un’elitiana. Le domandai che cosa facesse in quel luogo, rispose che da bambina era stata venduta ai bestraghiani. «Venduta?» domandai contrariata, mi chiedevo quale famiglia potesse vendere una figlia, continuò dicendo che nel loro mondo era una cosa normale essere vendute ai bestraghiani, dato che pagavano molto bene. «Che bisogno hanno di comprare le donne di un altro popolo, forse loro non hanno donne?» le chiesi curiosa. Mi rispose che era esattamente così, il popolo bestraghiano era composto solamente da uomini perché le loro donne si erano estinte molto tempo addietro, dopo alcuni anni che erano venute su questo mondo e non ne conosceva il motivo. Se volevano le donne le compravano dagli elitiani, tutte le donne che vivevano nel regno erano elitiane. Le chiesi se erano trattate bene, rispose che le donne servivano per l’accoppiamento e ogni uomo aveva la sua donna, alcuni le trattavano bene e sfortunatamente altri no. Incuriosita le domandai se era la donna di uno di loro, annui dcendo che apparteneva ad un uomo che veniva trattata abbastanza bene e si riteneva fortunata per questo. «I figli che nascono di che stirpe sono? » chiesi. Mi rispose che i bestraghiani le usavano solo per l’accoppiamento ma non erano in grado di procreare con donne elitiane. Potevano concepire un figlio solo con donne della loro razza, e dato che questo non accadeva da tempo, molto presto si sarebbero estinti. Mentre coloro che erano di stirpe reale potevano farlo, come era avvenuto tra il sovrano e la madre di Vegard e Barek. Le chiesi se era innamorata del suo uomo, rispose con un’aria malinconica che non sapeva che cosa fosse l’amore. Finita la medicazione stava per andarsene, le chiesi se poteva restare che non avevo nessuna voglia di rimanere da sola… Annuì e continuammo a chiacchierare finché arrivò un guerriero che le ordinò di uscire e comandò a me di seguirlo. La caviglia non mi faceva più male quindi gli andai dietro, mi accompagnò alla sala del trono e ad attendermi c’erano il sovrano e Barek. Bresk mi comunicò che delle persone erano venute a farmi visita per assicurarsi che stessi bene. Non capivo chi potesse venire a farmi visita nel frattempo Barek si era posizionato dietro di me, e mettendomi un braccio sotto il seno, mi trascinò attaccata a lui. Lo sentivo respirare affannosamente, il suo cuore batteva velocissimo, ero io che gli facevo quell’effetto ed anche a me la sua vicinanza non mi lasciava indifferente ma ciò che mi comparve davanti in quel momento mi distolse subito da quel pensiero. Non riuscivo a credere ai miei occhi, stavano entrando nel salone del trono con passo imponente Vegard e i suoi guerrieri. Al loro passaggio chiunque si trovasse nelle vicinanze si allontanava timoroso. Vegard fece per venire verso di me, aveva i lineamenti del viso tirati dalla rabbia per quello che stava accadendo e non osavo pensare alla carneficina che avrebbe potuto compiere se avesse attaccato i bestraghiani. Il sovrano gli impose di fermarsi se avesse fatto un passo ancora verso di me o avrebbe provato ad attaccarli, Barek mi avrebbe uccisa all’istante. Avevo i miei dubbi, ma Vegard non poteva conoscere i sentimenti di Barek nei miei confronti, continuò dicendo che finché ogni bestraghiano fosse rimasto in vita io sarei sopravvissuta, se egli avesse compiuto un qualsiasi attacco contro di loro, sarei stata la prima a morire… Il volto di Vegard si sbiancò… Bresk terminò il discorso dicendo che ora che si era assicurato che ero in salute poteva anche andarsene.