Vegard non mosse un passo, disse che prima di andarsene avrebbe dettato delle condizioni, Bresk contrariato da quelle parole, gli intimò che non era nella giusta posizione per poter dettare delle condizioni. Vegard lo ignorò completamente e disse che ogni mese nella stessa data e alla stessa ora, sarebbe tornato per controllare il mio stato di salute e se per un qualche motivo non fossi stata presente alla sua visita, li avrebbe sterminati tutti e avrebbe distrutto il loro regno. Nell’udire le sue parole vidi Bresk perdere tutta la sua sicurezza e, anche se malvolentieri, accettò la sua condizione. Prima di andarseneVegard disse che era stato messo al corrente da alcuni bestraghiani di chi fosse realmente Barek e mentre parlava lo sfidava con lo sguardo, poi lo minacciò dicendo che se avesse provato a torcermi un solo capello se la doveva vedere con lui che lo avrebbe fatto a pezzi. Barek non rispose a quella minaccia, ma lo sentivo stringermi sempre di più a sé… Vegard si rivolse a me dolcemente cambiando completamente tono di voce e rassicurandomi di non preoccuparmi perché la situazione si sarebbe risolta al più presto. I suoi magnifici occhi mentre pronunciava quelle parole mi trafiggevano il cuore e in quel preciso istante mi stavo rendendo conto di quanto fosse importante per me, ed ero più che sicura che era lui quello che amavo. Credevo di amare anche Barek perché era stato parte di lui, ma era Vegard quello dei due che avevo sempre amato ed ora ne ero certa. Anch’io gli rivolsi il mio sguardo colmo d’amore e pieno di lacrime, sapevo esattamente quanto avesse voluto abbracciarmi in quell’attimo se solo avesse potuto, lo leggevo nei suoi occhi. Non poteva neanche avvicinarsi a me perché aveva paura per la mia incolumità, con la sofferenza disegnata sul volto e con passo possente da grande guerriero, lasciò la sala del trono seguito dai suoi uomini. Barek mi teneva ancora stretta a sé, gli ordinai di togliermi le mani di dosso dato che oramai se n’era andato. Lasciò la sua stretta malvolentieri e disse a Bresk che mi avrebbe ricondotta nel mio alloggio, se così si poteva definire. Mi afferrò per un braccio e, trascinandomi, mi condusse fuori da lì, arrabbiatissima gli dissi di lasciarmi perché lo avrei seguito e non c’era bisogno di tirarmi. Capii immediatamente la natura di tutta quella fretta perché mi condusse all’interno di una galleria deserta e mi spinse contro la roccia, iniziò ad accarezzarmi dappertutto, lo sentivo ansimare, si tolse la maschera e mi baciò con tutta la passione che sicuramente aveva represso fino ad allora, non riuscivo a muovermi per le meravigliose sensazioni che provavo. Anche se ero certa di non amarlo, non riuscivo a respingerlo, la sua lingua mi stava ispezionando tutto l’interno della bocca ero completamente in estasi. Mi aveva tolto la tunica ed ero completamente nuda dinanzi a lui, si staccò da me e quegli occhi rosso fuoco stavano contemplando il mio corpo, ero completamente in sua balìa. Si tolse l’armatura e le vesti, il suo corpo era possente ed umano, di diverso aveva le vene che pulsavano velocemente e molto più grandi del normale di un colore rosso che gli traspariva dalla pelle. Il suo viso assomigliava molto a quello di Vegard ma le vene ingrandite e il loro pulsare lo deformavano, stranamente non mi faceva nessuna impressione. Si avvicinò a me ed io completamente in sua balìa non reagii, mi distese a terra venne sopra di me e mi fece sua nella stessa modalità che già conoscevo. Il suo potenziale amoroso era talmente intenso che non riuscivo a sopportarlo, al limite della sopportazione perdevo i sensi ed egli continuava senza fermarsi provocandomi uno shock superiore che mi faceva ritornare cosciente. Tutto ciò durò per molto tempo, fino a quando sfinita e in un attimo di lucidità gli chiesi supplicando di smettere. Mi ascoltò e quando ripresi completamente il controllo di me stessa mi ritrovai tra le sue calde braccia, nessuno dei due pronunciava una parola, ma entrambi eravamo consapevoli che qualcosa di grande ci univa. Per me non era amore, non riuscivo a capacitarmi di che natura fosse questa grande attrazione che avevo nei suoi confronti che non mi dava neanche la forza di respingerlo. Mi accarezzò delicatamente e mi disse che mi amava non gli risposi, che cosa potevo dirgli che amavo Vegard ma nello stesso tempo ero attratta da lui, che continuavo a chiedermi di che natura fosse il sentimento che avevo nei suoi confronti. Ero molto confusa e mi sentivo in colpa nei confronti di Vegard, gli sussurrai che volevo andare nella mia stanza perché ero molto stanca. Mi rivestii, egli era in piedi davanti a me e mi osservava mentre lo facevo come se non volesse perdersi nulla di me. Si rivestì anche lui indossò la maschera e mi riaccompagnò nella mia stanza. Prima di congedarsi da me mi strinse forte a sé e se ne andò richiudendo la porta alle sue spalle, questa volta con il chiavistello.