Cercai di ritornare in me e di riprendermi da quel magico contatto, tentavo di allontanarmi da lui spingendolo indietro con delicatezza ed egli mi tratteneva, ero sicura che stesse provando le mie stesse emozioni. Mi sembrava fosse impossibile che un guerriero spietato come lui provasse delle emozioni, lo spinsi con più forza e riuscii ad alzarmi. Andai in fondo allo scafo lontana da tutti, volevo starmene da sola per quanto fosse possibile esserlo. Udivamo le voci concitate degli uomini sul ponte, Claudia chiese ad Aurelio che cosa stesse accadendo; questi le rispose che i membri dell’altro equipaggio stavano per attraccare e si stavano organizzando per salire a bordo. Aurelio mi disse di unirmi a loro che sarei stata al sicuro, dato che i nostri visitatori essendo uomini di mare da molto tempo non vedevano donne, se avessero saputo della nostra presenza avrebbero potuto provare a farci del male e questo sarebbe stato molto pericoloso per loro. «Per loro?» chiesi scioccata, egli rispose che i sei guerrieri li avrebbero dovuti uccidere tutti se fosse stato necessario, mi domandavo come avrebbero potuto sei uomini sterminare un intero equipaggio. Chi erano costoro, dei mostri? Addirittura avrebbero ucciso degli uomini per salvaguardare la nostra incolumità… Dove eravamo dirette? A che cosa stavamo andando incontro? Ero molto preoccupata da tutto ciò. Nel frattempo i visitatori salirono sulla nave, alcuni membri del nostro equipaggio scesero sottocoperta per prendere dei tini di bevande da offrire loro. Aurelio si rivolse ad Occhi di mare chiamandolo Vegard, era questo dunque il suo nome, mi sembrava un nome importante. Mi venne da pensare che con un nome come quello forse apparteneva ad una famiglia altolocata. Lo osservavo ed era veramente molto bello, ogni qualvolta avevo questo pensiero sentivo un morso allo stomaco, ne dedussi che era meglio rivolgere i miei pensieri altrove come alla gran fame che avevo. Gli ospiti bisbocciarono tutto il giorno, poi finalmente il silenzio si erano tutti addormentati, noi nel frattempo ci eravamo rifocillate con focacce ed acqua. Ero seduta con la schiena appoggiata allo scafo, sentivo i miei occhi chiudersi, non avevo nessuna voglia di farlo davanti a Vegard quindi li riaprivo resistendo al sonno. Dovevo essere molto buffa, mi accorsi che Vegard con le labbra tirate si stava trattenendo dal farsi una risata… Esausta cedetti al sonno e mi addormentai.