I suoi occhi mi folgorarono, aveva uno sguardo talmente intenso che mi provocava delle forti emozioni completamente sconosciute… Mi sentivo a disagio da tutto ciò, mi voltai di scatto per non subire più quello sguardo magnetico, di corsa raggiunsi le altre. Mi seguì lo ritrovai al mio fianco, l’emozione era talmente forte che volevo scappare nuovamente, si accorse di questo e disse qualcosa ad Aurelio che io non riuscivo a comprendere. L’uomo mi riferì che non dovevo avere paura di lui, non mi avrebbe mai fatto del male, anzi, mi avrebbe protetta se ce ne fosse stato bisogno. Mi ripresi dall’emozione, indispettita da ciò che avevo udito e, con tono acido, comunicai ad Aurelio di riferire che se teneva tanto alla nostra incolumità ci poteva riportare alle nostre case. Detto questo mi voltai verso di lui e sostenni il suo sguardo in segno di sfida. Il povero Aurelio aveva nei suoi confronti un’aria sottomessa ed impaurita, lo temeva molto, con tono tremante gli riferì tutto ciò che avevo detto. Egli tolse lo sguardo su di me e, guardando verso il basso, riferì ad Aurelio che ciò non era possibile, poi si allontanò da noi. Andò a sedersi su una cassa poggiata sopra il ponte, mi dava l’impressione che fosse assorto in tristi pensieri. Le ragazze avevano assistito a tutto ciò ammutolite, Creola disse che avevo fatto bene a tenergli testa, anche le altre si complimentarono per il coraggio che avevo avuto nell’affrontarlo. Aurelio c’interruppe dicendo che non avrebbe più chiuso a chiave la nostra stanza, potevamo uscire all’aria aperta ogni qualvolta ne avevamo voglia. Mi venne un pensiero buffo, la nostra prigione si era allargata da una stanza al ponte di un mercantile, era già qualcosa di meglio. Il nostro accompagnatore si congedò da noi dicendo che ci saremmo rivisti l’indomani mattina, sarebbe tornato per insegnarci quella strana lingua. Cercavamo di distoglierci dai brutti pensieri osservando i salti dei delfini che seguivano la nave; quando sentimmo un grido era l’uomo alla torretta di guardia… Credevo avesse avvistato la terra ferma, Claudia si accorse che in lontananza si intravedeva la vela di una nave; non stavo più nella pelle, speravo si trattasse di una nave romana. Era il caos, tutto l’equipaggio salì sul ponte compresi i nostri compratori che stavano venendo verso di noi accompagnati da Aurelio che ci ordinò di seguirli. Ci condussero all’interno dello scafo.