Il castello.

738 Parole
Dal suo sguardo riuscivo a percepire che nutriva un forte sentimento nei miei confronti, mi chiedevo di quale natura fosse stato dato che egli non era un uomo normale. Mi chiese come stavo e gli risposi che ero molto stanca, mi sollevò delicatamente da terra portandomi in braccio stretta a lui sentivo il suo cuore battere velocemente. Non capivo se era per la lotta con l’animale o perché aveva me tra le braccia; mentre ero sicurissima che il mio cuore batteva velocemente a causa della forte emozione che mi procurava lo stargli troppo vicino. Appoggiai il viso alla sua guancia e cercavo di avvicinarmi sempre più alla sua bocca, lo sentii stringermi con passione, mi prese delicatamente per i capelli e cercò la mia bocca, ero completamente in estasi… Le sue labbra si poggiarono sulle mie che stavano per aprirsi, ero completamente in sua balìa, ma inaspettatamente si fermò… Avevo l’impressione che se avesse continuato non sarebbe più riuscito a fermarsi perché stava ansimando nell’intento di poter riprendere il controllo di sé. Ed io stavo troppo male perché non mi aveva dato quel bacio tanto desiderato, poi, lasciandomi di stucco mi implorò con un tono di voce tremante di non farlo mai più. Mentre pronunciava quelle parole mi scostava il viso dal suo tenendomi per i capelli e spingendolo delicatamente contro il suo torace. Il cuore gli batteva fortissimo sembrava stesse per esplodere. Rimasi in quella posizione per tutto il tempo che seguiva e sarei rimasta così per sempre finché mi resi conto che filtrava più luce dagli alberi, stavamo avvicinandoci all’uscita della foresta, più ci avvicinavamo e più la luce si faceva intensa. Finalmente eravamo fuori e il primo impatto con ciò che mi si mostrava davanti mi provocò stupore. Avevo davanti a me un paesaggio insolito con una grande pianura coperta da una coltre di neve che terminava davanti a delle colline innevate, dietro a queste si scorgevano delle enormi montagne bianchissime che sembrava fossero di ghiaccio. Tutto ciò che riuscivo a vedere era ricoperto dalla neve e faceva freddissimo. Vegard mi poggiò a terra e si rivolse ad uno dei suoi uomini dicendo di procurare della legna e del cibo perché avremmo passato la notte in quel luogo, questi eseguì il suo ordine inoltrandosi nuovamente nella foresta. Vegard si rivolse a me con tono dolce e pacato dicendo che mancava ancora un giorno e saremmo arrivati alla nostra meta, era dunque giunto il momento di sapere quale fosse stata la nostra sorte. Dall’espressione che avevo sul viso si rese conto che stavo per fargli delle domande e, per non rispondere si allontanò da me. Rassegnata di non conoscere ancora la verità,  raggiunsi le altre che per riscaldarsi si erano raggruppate abbracciandosi a vicenda e anch’io mi unii a loro, rimanemmo così per poco tempo perché arrivò il guerriero comandato da Vegard con cibo e legna. Mi veniva da pensare a come avrebbero acceso il fuoco dato che quel luogo era freddo e umido, ci sarebbero volute delle ore ma neanche il tempo di finire di pensare che già sentivo lo scoppiettio della legna che ardeva. La fiamma era molto alta e non riuscivo a capacitarmi di come avessero potuto farlo così velocemente, questi uomini erano sicuramente dotati di strani poteri e finalmente presto avrei saputo la verità. Stanche del lungo percorso che avevamo fatto ci addormentammo molto presto. Il mattino seguente la sveglia fu all’alba, cominciammo il cammino come in precedenza, in fila e con un uomo affiancato ad ognuna di noi, ma questa volta Vegard era accanto a me. Mi voltavo spesso verso di lui mi rendevo conto di quanto lo amassi e mi chiedevo dove mi avrebbe portato questo sentimento che nutrivo per lui. Egli non si voltava mai verso di me ed evitava d’incrociare i miei occhi, il suo sguardo assorto era rivolto sempre in avanti verso l'ignoto. Quando si rese conto che sfinita dalla stanchezza stavo per crollare, mi prese in braccio e continuò a portarmi lui senza emettere un fiato. Era quasi il tramonto quando finimmo di attraversare la pianura, ci fermammo davanti ad una piccola collina con un’apertura che conduceva ad una caverna, il suo interno era illuminato da delle torce appese alla parete, non era molto lunga e ne uscimmo in poco tempo. All’uscita si manifestò uno stupendo spettacolo alla mia vista, in lontananza vi era un imponente castello con sei torri altissime che sembravano  sovrastare il cielo.
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