Non capivo più nulla, ero così preoccupata per la sorte delle mie amiche che non riuscivo a ragionare. L’unica cosa che mi venne in mente in quel momento era quella di informare Vegard così ritornai indietro correndo come una pazza e mi scontrai con lui che stava venendo da me. Preoccupato nel vedermi così sconvolta mi chiese che cosa mi fosse accaduto e lo informai di tutto tra le lacrime… Dissi di essere certa che le mie amiche non sarebbero sopravvissute a quell’unione, in particolar modo Valeria che era così giovane e delicata. Ero completamente fuori di me che iniziai a dargli delle spinte e ad urlargli contro, accusando lui e gli altri di essere dei mostri senza cuore perché si stavano approfittando di giovani fanciulle indifese. Non reagì… Ordinò alla guardia che era con lui di andarsene che avrebbe pensato lui a me. Continuavo a spingerlo e ad inveirgli contro finché reagì bloccando le mie mani tra le sue. Mi attirò a sé stringendomi in un caloroso abbraccio, mentre mi accarezzava dolcemente la nuca mi disse di calmarmi che lui non aveva niente a che fare con tutto questo. Continuò dicendo che non riusciva a capire come mai la decisione era stata così affrettata, gli dissi singhiozzando che sicuramente le ragazze stavano morendo uccise dai suoi guerrieri, ripeté di nuovo di calmarmi chiedendomi di seguirlo a palazzo, dove stranamente il sovrano ci stava aspettando. Vegard era molto arrabbiato mentre gli chiedeva il perché dell’anticipazione dell’unione ed il motivo per cui non ne fosse stato messo al corrente. Ero sollevata nell’udire le sue parole, era stato sincero nei miei confronti perché era realmente all’oscuro di tutto. Il sovrano rispose che era stato fatto di proposito perché se ne fosse stato al corrente si sarebbe opposto. Non si poteva più aspettare dato che una loro spia li aveva avvertiti che i bestraghiani si stavano organizzando per compiere un imminente attacco nei loro confronti. Ordinò a Vegard di unirsi a me al più presto perché la profezia potesse avverarsi, in particolar modo c’era bisogno di lui dato che era il più forte di tutti e questa unione lo avrebbe reso invincibile a qualsiasi bestraghiano. Lo vidi sbiancare, diede un pugno sul muro con tanta violenza da formarci una crepa e le sue vene si stavano arrossando compresi gli occhi. Mi intimò con voce roca di andarmene non gli diedi ascolto gli andai vicino e gli accarezzai il viso, mi respinse con una violenza tale da farmi cadere a terra. Si stava dirigendo verso di me e non capivo se volesse farmi del male, non riuscivo ad alzarmi perché avevo male alla caviglia. Avevo gli occhi colmi di lacrime, era immobile dinanzi a me e il suo viso così bello si era trasformato in quello di un mostro; i suoi lineamenti erano accentuati, le vene del viso e del collo sembravano uscirgli fuori dalla pelle talmente si erano ingrossate, il loro colore era rosso fuoco non riuscivo a capire cosa vi scorresse dentro per farle pulsare così velocemente. Stranamente non avevo paura di lui e mi venne naturale dirgli: «Ti amo!» Continuai urlandogli contro: «Ti amo… Ti amo… Ti amo… Ti amo… Lo vuoi capire che ti amo qualunque cosa tu sia?» Mi sollevò da terra e nello stato di trasformazione in cui era, con la voce roca, disse: «Ti amo anch’io…» Poggiò le sue labbra caldissime sulle mie, fu un bacio sconvolgente non era lo stesso che già conoscevo ma mille volte più passionale. Prima di svenire mi resi conto che mi stava baciando la bestia che era in lui.