Il tempo sembrava essersi fermato, non giungeva mai la sera, eravamo oramai convinte che Barek non sarebbe più venuto. Mentre dicevamo questo la porta si spalancò e fece il suo prorompente ingresso nella stanza. Comandò a Giadrari di andarsene, intervenni immediatamente dicendo se poteva restare perché mi ero sentita poco bene, avevo avuto un forte giramento di testa e sarei caduta a terra se non mi avesse aiutata. Infastidito nell’udire ciò replicò che sarebbe ritornato a tarda sera e non voleva trovare nessun altro a parte me. Fingendo dolcezza e naturalezza in modo da poter essere il più convincente possibile, gli dissi che ero perfettamente d’accordo e che per allora sarei stata sicuramente meglio. Era molto contrariato ma annuì e lasciò la stanza. Soddisfatte di come eravamo riuscite a convincerlo ci abbracciammo felici, ed ora non restava che aspettare. Finalmente il momento tanto atteso arrivò, Giadrari andò in perlustrazione per controllare se la via di fuga fosse libera, tornò poco dopo dicendo che la via era sgombra e potevamo andarcene. Disse di starle dietro e prese una delle torce appese alla roccia, imboccammo una galleria deserta e priva di illuminazione a parte quella che forniva la torcia. Camminammo per poco tempo finché non vedemmo la luce della luna filtrare da un’apertura evidentemente eravamo arrivate all’uscita. Finalmente eravamo fuori da quelle lugubri montagne, imboccammo un sentiero innevato che ci condusse ad una grotta, la oltrepassammo e ci trovammo dentro il regno elitiano. In lontananza si vedeva l’imponente palazzo reale, ci fermammo un attimo per riprendere fiato e in quel contesto le chiesi curiosa come facesse a conoscere quel percorso. Rispose che era il percorso che avevano fatto i bestraghiani per portarla al loro regno quando l’avevano comprata e non lo aveva più dimenticato. Riprendemmo subito il cammino perché se i bestraghiani si fossero accorti della nostra fuga potevano tranquillamente raggiungerci, quindi ancora non eravamo al sicuro. Arrivammo a palazzo di corsa e chiesi alla prima guardia che incontrammo se poteva condurci da Vegard. Ci accompagnò in una stanza e la prima a scorgerlo fui io, stava parlottando con alcuni uomini quando si accorse della mia presenza mi corse incontro e mi avvolse in un abbraccio così stretto che mi impediva di respirare. Chiese ancora incredulo come ero riuscita a scappare e gli raccontai tutto anche della seconda unione con Barek e il suo fine. Gli comunicai che era stato fondamentale l’aiuto di Giadrari che senza di lei non sarei potuta scappare, notavo che le mie parole lo stavano facendo soffrire per il fatto che avevo ceduto a Barek e mi sorprese molto quando inaspettatamente disse che era inevitabile che ciò accadesse. L’amore che ci univa era troppo forte e, Barek, anche se non ne era affatto felice era una parte di lui. Non era al corrente del pericolo che comportava la terza unione e questo lo fece pensare molto. Ringraziò Giadrari per ciò che aveva fatto e le promise che come ricompensa sarebbe vissuta per sempre a palazzo. Chiamò una donna della servitù per farla accompagnare nel suo nuovo alloggio. Ella ne fu molto felice e mi resi conto che finalmente non aveva più quell’aria spenta sul volto, mi salutò con un caloroso abbraccio dicendo che ci saremmo riviste l’indomani. Chiesi a Vegard se le ragazze fossero in vita con un gran sorriso mi rispose che l’unione si era svolta perfettamente e a nessuna di loro era stato fatto del male. Creola era stata ricondotta dai suoi figli e si era ricongiunta con il marito, Domitia e Claudia erano ritornate dalle loro famiglie, continuò dicendo che tutte loro prima di andarsene avevano fatto un giuramento dinanzi al sovrano di non parlare con nessuno dell’esistenza del mondo sotterraneo. Erano perfettamente a conoscenza che l’esercito di Roma non avrebbe mai potuto competere con i loro guerrieri, se avessero cercato una qualsiasi vendetta nei loro confronti li avrebbero di certo annientati. Gli chiesi: «E… Valeria?» Si era innamorata del guerriero con cui si era unita, Fredochie, anche egli era perdutamente innamorato di lei da volerla prendere in moglie al più presto; dato che era il principe del regno degli ibridi, Valeria sarebbe divenuta la loro principessa. Ero molto felice di ciò che avevo appena appreso, avevano mantenuto la loro parola e mi preoccupava sapere quali fossero le mie intenzioni ma, incrociando quegli splendidi occhi azzurri, gli confidai che sarei voluta rimanere con lui per sempre. Mi baciò appassionatamente e mi sollevò da terra trasportandomi in direzione della sua camera.