La voce gli fece lo stesso effetto di una pugnalata al petto. Un aspro, gutturale odine in sassone, che George si sforzò di capire. Lasciando ricadere le mani dal viso, per lo sbigottimento sgranò gli occhi. Un uomo enorme si ergeva di fronte a lui, la mano tesa al di sopra dell'acqua. Un ultimo raggio di sole si rifletteva sui suoi capelli, conferendo loro la tonalità del bronzo fuso. Un'aureola dorata che gli circondava la testa. Come un angelo, pensò scioccamente George, la mente annebbiata. Un angelo era venuto a salvarlo? Un inebriante sentore di cuoio e di fumo di legna emanava da lui, mescolandosi all'odore di salsedine proveniente dal mare. Si trattava di un'illusione, di un frutto della sua estenuata immaginazione, prodotto dalla sua disperata situazione? Accigliandosi, lo studi