George aveva la gola arida, infiammata a furia di urlare. La stanchezza gli faceva girare la testa, i pensieri gli si accavallavano nella mente in modo caotico. Incrociando le braccia al petto e circondandosi il busto, desiderò per la centesima volta di aver indossato il mantello, quel giorno, e non solo la tunica e i pantaloni. Era gelato, tremava in modo incontrollabile, il fango che gli imprigionava le gambe e le cosce come una morsa di ferro. L'acqua salmastra gli turbinava intorno lambendogli la parte superiore delle gambe, avvolgendogli le membra ghiacciate. A mano a mano che la marea diventava sempre più alta, il panico lo attanagliò, mettendo fine alle sue grida. A cosa serviva urlare, del resto? Nessuno stava venendo a prenderlo. Benché fosse ancora visibile nel limpido crepusco