Capitolo Quindici

867 Parole

Mentre lo strano terzetto attraversava la piazza, Ragnar accorciò la lunga falcata per adattarla al passo del ragazzo e all'andatura vacillante del padre di lui. La testa dell'uomo gli ciondolava sulla spalla, zaffate di alito che puzzava di alcool lo investivano. Sospettò che il ragazzo non avesse la più pallida idea di quanto il padre avesse bevuto. Non intendeva rivelarglielo, disingannarlo. Scoccò un'occhiata di riluttante ammirazione al suo viso sporco di fango, alle rughe di stanchezza che lo segnavano. Si afflosciava sotto il notevole peso del genitore, l'esile corporatura ingobbita, il mento sollevato con feroce determinazione. Ne aveva già sopportate fin troppe, quel giorno. Che credesse pure che il passo malfermo del genitore non fosse dovuto che al colpo infertogli alla testa

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