"Io... non" riuscì a balbettare George. Aveva intenzione di protestare? Non ne era sicuro. La sua mente sembrava aver perduto la capacità di formulare pensieri coerenti, la capacità di funzionare. "Parlate troppo." Ragnar gli catturò la bocca con la propria, un marchio di fuoco sulla pelle di lui. Circondandolo con un braccio, l'attirò a sé. George si inclinò contro di lui, le cosce che aderivano ai muscoli delle sue gambe, la sua erezione premuto contro quella di Ragnar. La voce della ragione gli urlò nella mente, supplicandolo di fermarsi, ma lui lo ignorò senza alcun rimorso. Se morissi in questo preciso istante, pensò, non mi importerebbe, dato che avrei il ricordo delle labbra di quest'alfa sulle mie da portare con me nella tomba, da conservare per sempre. Il cuore gli martellava f