Capitolo Quarantacinque

1590 Parole

Ragnar chiuse gli occhi, anelando ad assaporare per sempre quel momento: il tenue sentore che gli riempiva le narici, la carezza della sua serica chioma sul mento. Si stupì del potere esercitato da quel corpo minuto, della capacità che lui aveva di ricucire i brandelli del suo spirito esulcerato, di mitigare il senso di colpa che lo aveva torturato da quando sua sorella era scomparsa. "Quindi adesso sapete che tipo di uomo sono." mormorò piano, a titolo di prova. George sollevò il viso, lo splendore danzante delle guance a meno di due pollici dal suo. "Non è stata colpa vostra, Ragnar. Siete lo stesso uomo che pensavo foste prima che vi confidaste con me." "Ancora un barbaro, dunque." Lui rise, un suono aspro, stridulo, anche se il suo tentativo di scherzare allentò la tensione. Con su

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