Dopo che ebbero tirato le redini sotto la chioma di una quercia secolare, Ragnar saltò a terra e si avvicinò alla giumenta. Alzando le braccia, afferrò saldamente George sotto le ascelle per abbassarlo al suolo, un gesto decisamente intimo. I suoi pollici gli affondarono nella carne ai lati del petto, e un intenso rossore gli imporporò le guance. Accanto a loro, i cavalli apparivano indolenziti, agitando pigramente le code, le zanzare che ronzavano al di sopra delle loro orecchie. Ragnar lo tenne contro di sé per un lungo istante, in modo che lui avesse la possibilità di riacquistare l'equilibrio dopo la lunga cavalcata, poi si allontanò per rovistare nelle bisacce. Sbalordito, George lo vide estrarre tutto l'occorrente per consumare un pasto all'aria aperta: una coperta di lana, che stes