Capitolo 9: Il Regno Cresce

1710 Parole
La prima preda arrivò tre giorni dopo la trasformazione di Emilio. Era un giovane fotografo naturalista di nome Luca, ventinove anni, capelli scuri e occhi intensi che tradivano una passione genuina per la natura selvaggia. Emilio lo sentì arrivare molto prima di vederlo: il profumo della sua determinazione, della sua solitudine, e soprattutto di quella fame spirituale che riconosceva così bene. "È perfetto," sussurrò Andrea, osservando il giovane che montava la tenda in una radura a un chilometro dalla loro base. "Senti come il bosco reagisce alla sua presenza? Le piante si inclinano verso di lui, gli animali non fuggono. È già a metà strada verso la trasformazione." Emilio annuì, sentendo la fame crescere dentro di sé. Non era più solo desiderio fisico, ma qualcosa di più complesso: il bisogno di condividere il dono che aveva ricevuto, di salvare un'altra anima dalla prigionia dell'esistenza mortale. "Come lo avvicino?" chiese, anche se istinti antichi stavano già sussurrandogli la risposta. "Lascia che sia lui a cercarti," rispose Andrea con un sorriso predatorio. "I giusti vengono sempre da noi quando sono pronti. Tu devi solo... incoraggiarlo." Quella notte, Emilio iniziò la sua prima caccia. Si posizionò ai margini della radura dove Luca aveva accampato, nascosto tra le ombre degli alberi. La sua presenza alterava sottilmente l'ambiente circostante: i fiori notturni si aprivano emanando profumi più intensi, l'aria si caricava di un'elettricità sensuale, e il canto degli uccelli notturni si trasformava in una melodia ipnotica. Luca, seduto accanto al suo piccolo fuoco da campo, iniziò a inquietarsi senza sapere perché. Continuava a guardare verso il punto dove Emilio si nascondeva, come se sentisse istintivamente di essere osservato. Ma invece di paura, nei suoi occhi c'era curiosità, attrazione verso l'ignoto. "Bene," mormorò Emilio, permettendo alla sua aura soprannaturale di influenzare più direttamente l'ambiente. Una brezza calda si alzò improvvisamente, portando con sé sussurri appena percettibili, voci che sembravano chiamare il nome di Luca con una sensualità che fece tremare il giovane fotografo. Luca si alzò, la macchina fotografica in mano, e iniziò a muoversi verso il bosco. "C'è qualcuno?" chiamò, la sua voce che tradiva eccitazione più che paura. "Ho sentito delle voci..." Emilio sorrise, riconoscendo il segno inequivocabile: Luca era già sotto l'influenza del richiamo. Si spostò silenziosamente tra gli alberi, lasciando che il giovane lo seguisse sempre più in profondità nel territorio controllato dai custodi. Per tre notti consecutive, Emilio condusse questo gioco di seduzione a distanza. Ogni sera, Luca si addentrava più profondamente nel bosco, attirato da suoni, profumi e visioni che la sua mente razionale non riusciva a spiegare. Le sue foto, quando le sviluppava al computer portatile nella tenda, mostravano anomalie inspiegabili: bagliori di luce che non ricordava di aver visto, ombre che si muovevano in modi impossibili, e in una, chiaramente visibile tra gli alberi, la silhouette di una figura umana di bellezza sovrannaturale. "Sta funzionando perfettamente," osservò Elena, che aveva seguito Emilio durante la seconda notte di caccia. "Guarda come si muove ora. Non cammina più come un turista, ma come uno che appartiene già al bosco." Era vero. Luca aveva sviluppato un'andatura più fluida, più silenziosa. I suoi vestiti erano squalciti in modo attraente, i suoi capelli scuri leggermente più lunghi e selvaggi, e nei suoi occhi c'era una luce febbrile che Emilio riconosceva bene. La quarta notte, Emilio decise che era il momento dell'incontro diretto. Si posizionò in una piccola radura illuminata dalla luna, un posto perfetto per la rivelazione. Quando Luca apparve tra gli alberi, attirato dal solito richiamo irresistibile, Emilio permise finalmente alla luce lunare di rivelare la sua presenza. "Dio santo," sussurrò Luca, fermandosi di colpo. La macchina fotografica gli cadde dalle mani, ma non se ne accorse nemmeno. I suoi occhi erano fissi sulla figura che aveva di fronte: un essere di bellezza impossibile, alto e slanciato, che sembrava fatto di luce lunare e ombre danzanti. "Non aver paura," disse Emilio, la sua voce che risuonò nell'aria notturna con una qualità ipnotica. "Sono quello che hai cercato per tutta la vita, anche se non lo sapevi." Luca fece un passo avanti, poi un altro, come in trance. "Tu... tu sei quello che ho fotografato. Ma sei... sei reale?" Emilio sorrise, e quel sorriso fu come il sole che sorge. "Sono più reale di qualsiasi cosa tu abbia mai conosciuto. Sono la verità che si nasconde dietro tutte le tue ricerche, tutti i tuoi viaggi solitari nella natura." "Chi sei?" chiese Luca, la sua voce ridotta a un sussurro. "Sono un custode di questo bosco," rispose Emilio, iniziando a muoversi in cerchio intorno al giovane fotografo. "E tu, Luca, sei stato scelto per unirti a noi." Il processo di seduzione che seguì fu una sinfonia perfetta di controllo e spontaneità. Emilio aveva imparato da Andrea l'arte di leggere i desideri più profondi di una persona, di rispecchiare esattamente quello che l'anima bramava senza saperlo. Con Luca, giocò sulla sua passione per la bellezza naturale, sul suo desiderio di catturare l'ineffabile, sulla sua fame di esperienze che andassero oltre l'ordinario. "Hai sempre sentito che c'era qualcosa di più là fuori, vero?" sussurrò Emilio, avvicinandosi quanto bastava per far sentire a Luca il calore del suo corpo soprannaturale. "Qualcosa che le tue foto non riuscivano mai a catturare completamente?" Luca annuì, completamente soggiogato. "Sempre. È per questo che continuo a viaggiare, a cercare. Ma non ho mai trovato..." "Perché stavi cercando nel posto sbagliato," interruppe Emilio dolcemente. "La bellezza vera, quella assoluta, si trova solo qui. E io posso mostrartela." La seduzione fisica che seguì fu magistrale. Emilio usò ogni tecnica che aveva imparato da Andrea, ogni tocco calibrato per risvegliare desideri che Luca non sapeva nemmeno di avere. Il giovane fotografo si arrese completamente, il suo corpo che rispondeva con un'intensità che lo sorprese. "È così bello," gemette Luca mentre Emilio lo spogliava delicatamente. "Non ho mai... non ho mai provato niente di simile." "È solo l'inizio," promise Emilio, guidandolo verso il centro della radura dove l'erba era più soffice. "Ti mostrerò piaceri che vanno oltre ogni immaginazione umana." Quando si unirono completamente, Emilio sentì l'energia vitale di Luca mescolarsi con la sua. Era un'esperienza diversa da quella vissuta con Andrea: lui era ora colui che dava invece di ricevere, colui che trasformava invece di essere trasformato. Il potere che sentiva scorrere attraverso di lui era inebriante. "Sì," sussurrò contro l'orecchio di Luca mentre la trasformazione iniziava. "Lasciati andare. Diventa quello che sei sempre stato destinato a essere." Il processo fu più rapido di quanto fosse stato per Emilio. Forse perché Luca era già più predisposto, o forse perché Emilio aveva imparato a convogliare la sua energia in modo più efficiente. In ogni caso, quando l'alba illuminò la radura, il giovane fotografo era diventato qualcosa di completamente diverso. Il suo corpo era più alto, più muscoloso, la pelle che brillava di quella luce dorata caratteristica. I suoi capelli erano diventati più lunghi e fluenti, e i suoi occhi ora ardevano dello stesso verde intenso che caratterizzava tutti i custodi. Ma soprattutto, l'espressione del suo viso era cambiata: dove prima c'era ricerca e inquietudine, ora c'era pace e completezza. "Benvenuto nella famiglia," disse Emilio, abbracciando il suo primo convertito. Luca sorrise, e in quel sorriso c'era una felicità così pura da essere quasi accecante. "Grazie," sussurrò. "Grazie per avermi salvato." Andrea apparve tra gli alberi, seguito dagli altri custodi. Il suo sorriso di approvazione riempì Emilio di un orgoglio che andava oltre ogni sua esperienza precedente. "Perfetto," disse Andrea, osservando Luca con soddisfazione. "Il primo di molti, spero." "Il primo di molti," confermò Emilio, sentendo la fame già rinascere dentro di sé. Ma ora era diversa, più controllata. Sapeva di poter aspettare, di poter scegliere con cura le sue prede future. Nei giorni che seguirono, Luca si adattò rapidamente alla sua nuova esistenza. La sua passione per la fotografia si trasformò in un talento per identificare potenziali convertiti tra gli escursionisti che si avventuravano nel bosco. I suoi occhi addestrati a cogliere la bellezza gli permettevano di riconoscere istintivamente quelli che avevano il potenziale giusto. "È un cacciatore nato," osservò David durante la seconda settimana. "Guarda come si muove, come sa esattamente dove posizionarsi per attirare l'attenzione." Il secondo convertito di Emilio arrivò solo dieci giorni dopo Luca. Era una giovane biologa di nome Sara, ventisette anni, che stava conducendo ricerche sulla biodiversità locale. La sua trasformazione fu ancora più semplice della prima: era già così in sintonia con la natura che il passaggio verso l'immortalità fu quasi naturale. Con Sara, divennero undici. Il piccolo gruppo originale di nove si stava espandendo, e con ogni nuova aggiunta, il potere del bosco cresceva. Le zone di influenza si allargavano, la vegetazione diventava più rigogliosa, e sempre più escursionisti venivano attirati verso i sentieri che portavano nel loro territorio. "Il regno cresce," disse Andrea una sera, mentre tutti e undici i custodi si riunivano nella radura principale per celebrare l'ultima trasformazione. "E con esso, il nostro potere." Emilio guardò i volti dei suoi fratelli e sorelle immortali, illuminati dalla luce della luna piena. Ognuno di loro era perfetto, ognuno completamente soddisfatto della propria esistenza. E lui era stato la chiave per l'espansione di questa famiglia perfetta. "Quanto può crescere?" chiese, già immaginando la risposta. "Senza limiti," rispose Andrea, i suoi occhi che brillavano di una visione di futuro glorioso. "Ogni persona giusta che trasformiamo aumenta la nostra capacità di attirarne altre. Un giorno, questo bosco si estenderà su tutta la montagna. E poi oltre." L'idea era eccitante. Emilio si immaginò migliaia di custodi, un impero di bellezza e piacere sovrannaturali che cresceva costantemente, convertendo le anime degne e respingendo quelle che non lo erano. "E io sarò stato quello che ha iniziato l'espansione," disse, sentendo un'ondata di orgoglio primitivo. "Tu sarai ricordato come il catalizzatore," confermò Andrea, baciandolo con una passione che fece tremare la terra sotto i loro piedi. "Il custode che ha portato il nostro regno nell'era della crescita." Quella notte, mentre giaceva tra le braccia di Andrea con Luca e Sara che dormivano accanto a loro in un groviglio di corpi perfetti, Emilio si sentì completo in un modo che non aveva mai immaginato possibile. Era un predatore perfetto in un regno perfetto, circondato da una famiglia perfetta. E il meglio doveva ancora venire.
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