Il primo raggio di sole filtrò dalla finestra, illuminando la stanza in cui Thomas e Sirius giacevano ancora avvolti l’uno nelle braccia dell’altro. Thomas aprì lentamente gli occhi, sentendo una sensazione di calore e pace che non aveva mai provato prima. Per un momento rimase immobile, osservando il viso rilassato di Sirius. Sembrava diverso nella luce del mattino, più vulnerabile, quasi sereno.
Non voleva muoversi, temendo di rompere quella bolla perfetta, ma il suo respiro irregolare attirò l’attenzione di Sirius, che aprì gli occhi con un sorriso leggero.
"Buongiorno," mormorò Sirius, la voce roca e ancora impastata dal sonno.
Thomas abbassò lo sguardo, sentendo le guance riscaldarsi. "Buongiorno."
Sirius si stiracchiò leggermente, senza allontanarsi da Thomas. "Come ti senti?" chiese, scrutandolo con attenzione.
Thomas si prese un momento per riflettere. "Strano… ma in senso buono," ammise, con un sorriso timido.
Sirius rise piano, avvicinandosi per sfiorargli la fronte con un bacio. "Sono felice di sentirtelo dire. Non volevo che ti sentissi a disagio."
Thomas scosse la testa. "Non sono a disagio… è solo che… non mi aspettavo tutto questo. Non con te."
"Nemmeno io," ammise Sirius, "ma non riesco a pentirmene."
Un bussare insistente alla porta spezzò il momento. Thomas sobbalzò, mentre Sirius sbuffò e rotolò fuori dal letto, raccogliendo in fretta i suoi vestiti.
"Chi è?" chiese Sirius, alzando la voce mentre si infilava una maglietta.
"Dai, Sirius! Sei lì dentro? Abbiamo bisogno di te in cucina!" Era la voce di Jake, e Thomas sentì il cuore accelerare.
Sirius lanciò uno sguardo a Thomas, che stava cercando di sistemarsi i capelli e i vestiti. "Sta’ tranquillo," disse, sorridendo. "Ci penso io."
Aprì la porta con calma, trovandosi davanti Jake, che lo osservava con le sopracciglia alzate. "Beh? Hai intenzione di restare in camera tutto il giorno?"
Sirius fece spallucce, cercando di sembrare indifferente. "Ero solo stanco. Dammi un minuto e arrivo."
Jake annuì, ma il suo sguardo sfiorò Thomas, che si era avvicinato timidamente alla porta. "Buongiorno, Thomas," disse con un sorriso malizioso, come se avesse intuito qualcosa.
"Buongiorno," rispose Thomas, sentendo il rossore salire alle guance.
Quando Jake se ne andò, Sirius chiuse la porta e si voltò verso Thomas con un sorriso divertito. "Credo che sospetti qualcosa."
"Lo hai fatto apposta," lo rimproverò Thomas, colpendolo leggermente sul braccio.
"Forse," rispose Sirius con un’aria colpevole. Poi si avvicinò, abbassando la voce. "Ma non mi importa. Sono felice che tu sia qui."
Thomas sorrise, sentendo il cuore sciogliersi. Non era sicuro di cosa sarebbe successo dopo, ma in quel momento, con Sirius accanto, sentiva di poter affrontare qualsiasi cosa.