Il sole mattutino filtrava attraverso le tende della camera di Sirius, creando strisce dorate che illuminavano i contorni della stanza. Thomas si svegliò lentamente, il corpo ancora rilassato e avvolto nel tepore delle coperte. Per un momento, rimase immobile, gli occhi fissi sul soffitto, cercando di assimilare tutto ciò che era accaduto la notte precedente.
Era successo davvero?
Si girò su un fianco, trovandosi di fronte a Sirius, che lo osservava con un sorriso appena accennato. Gli occhi di Sirius, ancora più intensi nella luce del mattino, sembravano esplorarlo con una tenerezza inaspettata.
"Buongiorno," sussurrò Sirius, con una voce bassa e roca che fece rabbrividire Thomas.
"Buongiorno..." rispose Thomas, la sua voce incerta, ma dolce. Cercò di evitare lo sguardo di Sirius per la timidezza, ma la mano di quest'ultimo si posò delicatamente sulla sua guancia, costringendolo a guardarlo.
"Te ne penti?" chiese Sirius, il tono serio ma privo di insicurezza.
Thomas scosse il capo con decisione. "No. Non potrei mai." Poi arrossì, aggiungendo con una voce quasi impercettibile: "Ma... ero molto impacciato."
Sirius rise sommessamente, avvicinandosi di più. "Thomas, è stato perfetto. Tu sei perfetto."
Quelle parole fecero esplodere qualcosa dentro di lui. Un calore che si irradiò dalla punta dei piedi fino al viso. Thomas si sentì invaso da una sensazione di leggerezza, come se quelle parole avessero dissolto ogni suo dubbio o insicurezza.
Sirius si sollevò dal letto, rivelando il suo fisico scolpito e ogni movimento trasudava una sicurezza che Thomas trovava al tempo stesso affascinante e intimidatoria. Si avvolse con calma in una vestaglia scura, poi si voltò verso Thomas.
"Ho preparato del caffè ieri sera. Resta qui, torno subito."
Thomas lo osservò uscire dalla stanza, sentendosi al sicuro e al contempo travolto da un turbine di emozioni. Si alzò lentamente dal letto, tirando su le coperte per coprirsi, ancora incerto su cosa fare o come comportarsi dopo quanto successo.
Il pensiero di Sirius gli riempì la mente, e con esso la consapevolezza che qualcosa dentro di lui stava cambiando. Lo desiderava, non solo fisicamente, ma completamente. Sirius aveva scatenato qualcosa che non avrebbe potuto ignorare.
Poco dopo, Thomas sentì una voce provenire dal corridoio. Una voce femminile. Corrugò la fronte, il cuore cominciò a battere più forte. Chi poteva essere a quell’ora del mattino?
Indossò rapidamente una maglietta e si avvicinò alla porta, aprendo appena uno spiraglio. Dal fondo del corridoio, riuscì a scorgere una giovane donna con lunghi capelli castani e un sorriso brillante che parlava animatamente con Sirius.
Non riusciva a distinguere le parole, ma la confidenza tra i due era evidente. Thomas si sentì improvvisamente piccolo e fuori posto. Una morsa di gelosia e insicurezza gli serrò lo stomaco, facendolo ritrarre.
Si rimise a sedere sul letto, fissando il pavimento. Quando Sirius tornò con due tazze di caffè, sembrò percepire subito il cambiamento nell’atteggiamento di Thomas.
"Che succede?" chiese, posando le tazze sul comodino e sedendosi accanto a lui.
"Niente... ho solo sentito qualcuno," rispose Thomas, cercando di mascherare il suo disagio.
"Ah, Kate. È passata a lasciare dei documenti per il lavoro," spiegò Sirius con naturalezza.
Thomas annuì lentamente, ma non poteva ignorare la sensazione che quella donna rappresentasse qualcosa di più. Sirius, notando la sua esitazione, si avvicinò, prendendogli il viso tra le mani.
"Thomas, non c'è nessun altro. Sei tu quello che voglio. E niente e nessuno cambierà questo."
Quelle parole dovettero bastare per il momento. Thomas si lasciò andare a un piccolo sorriso, anche se una parte di lui sapeva che avrebbe dovuto affrontare molte altre insicurezze prima di sentirsi completamente al sicuro accanto a Sirius.