Il giorno seguente, la casa sembrava più viva del solito. Teo e Jake erano impegnati a discutere animatamente in soggiorno su qualche videogioco, mentre Andrea e Nick si stavano sfidando a biliardo nella sala hobby. Thomas, però, si sentiva ancora sospeso tra l’euforia della notte trascorsa con Sirius e l’ombra dell’incertezza.
Mentre scendeva le scale, cercò di ignorare i pensieri che lo tormentavano. Non poteva smettere di chiedersi se fosse stato solo un momento di passione per Sirius, o se ci fosse qualcosa di più autentico e duraturo tra loro.
Lo trovò seduto sul divano in salotto, immerso nella lettura di un libro, con un'espressione concentrata ma rilassata. Quando Sirius alzò lo sguardo e lo vide, un sorriso gli illuminò il viso.
"Finalmente sveglio," disse, chiudendo il libro e posandolo sul tavolino. "Vieni qui."
Thomas si avvicinò, ma la sua esitazione era evidente. Sirius sembrò notarlo, inclinando leggermente il capo. "Qualcosa non va?"
"Sto bene," mentì Thomas, sedendosi accanto a lui.
Sirius lo fissò per un momento, poi scosse la testa con un sorriso appena accennato. "Sai che non sei bravo a nascondere le cose, vero?"
Thomas abbassò lo sguardo, mordendosi il labbro. Era vero, non riusciva a mentire a Sirius. "È solo... mi sto ancora abituando a tutto questo," ammise.
"È normale," disse Sirius, avvicinandosi e prendendogli delicatamente la mano. "Ma voglio che tu sappia una cosa: non è stato solo un momento. Io... voglio davvero conoscerti, Thomas. Voglio che questo sia solo l'inizio."
Quelle parole gli diedero un po' di sollievo, ma Thomas non ebbe il tempo di rispondere, perché in quel momento la porta d'ingresso si spalancò e Teo entrò trafelato, con Jake che lo seguiva.
"Sirius, dobbiamo andare!" esclamò Teo, con una nota di urgenza nella voce.
Sirius si alzò immediatamente, il suo atteggiamento cambiato, ora serio e concentrato. "Cosa succede?"
"Papà ha chiamato. Ci sono problemi con i preparativi per il matrimonio, e vogliono che tu venga ad aiutare."
Thomas rimase seduto sul divano, sentendosi improvvisamente escluso. Sirius si voltò verso di lui, il suo sguardo si addolcì. "Torno presto," gli disse, posando un bacio leggero sulla sua fronte.
E con quello, Sirius uscì, lasciando Thomas solo con i suoi pensieri.
Mentre Thomas si aggirava per la casa cercando qualcosa da fare, si imbatté in Jake in cucina. Il ragazzo era appoggiato al bancone, intento a sorseggiare una bibita.
"Stai bene?" chiese Jake, osservandolo con una leggera preoccupazione.
Thomas esitò, poi annuì. "Sì, solo un po' stanco."
Jake lo scrutò per un momento, poi sorrise. "Sai, ti conosco da troppo tempo per crederti quando dici così. Vuoi parlarne?"
Thomas si sentì sopraffatto da un misto di emozioni. Jake era sempre stato il suo punto fermo, l’amico con cui poteva essere sé stesso senza paura di essere giudicato.
"È complicato," ammise Thomas, passando una mano tra i capelli.
"Complicato come?" insistette Jake, avvicinandosi.
Thomas esitò, ma alla fine si lasciò andare. "Io e Sirius... abbiamo passato la notte insieme."
Jake rimase in silenzio per un momento, poi alzò un sopracciglio. "Wow. Non me lo aspettavo."
"Nemmeno io," ammise Thomas, con un sorriso nervoso. "Ma non so cosa pensare. È come se una parte di me fosse felice, ma l'altra... ho paura di rovinare tutto."
Jake appoggiò una mano sulla sua spalla. "Ascolta, Sirius può essere un po’ intimidatorio, ma non è il tipo da giocare con le persone. Se ha scelto te, c'è un motivo. Fidati di lui, e di te stesso."
Quelle parole colpirono Thomas più di quanto si aspettasse. Jake aveva ragione. Doveva fidarsi di Sirius, ma soprattutto doveva smettere di dubitare di sé stesso.
Mentre la giornata proseguiva, Thomas sentì un nuovo senso di determinazione crescere dentro di lui. Qualunque cosa sarebbe successa, era deciso a non tirarsi indietro.