La giornata scorreva lenta. Thomas si era rifugiato in giardino, seduto su una delle panchine vicino al vecchio albero di ciliegio. L’aria fresca lo aiutava a pensare con maggiore chiarezza, ma i suoi pensieri tornavano inevitabilmente alla notte passata e al futuro incerto con Sirius.
Mentre osservava le foglie danzare sotto una brezza leggera, sentì dei passi avvicinarsi. Si voltò e vide Nick, il fratello minore, avvicinarsi con in mano due tazze di tè fumante.
"Ho pensato che ti avrebbe fatto bene qualcosa di caldo," disse Nick con un sorriso timido, porgendogli una delle tazze.
Thomas accettò con un cenno di gratitudine. "Grazie, Nick."
Nick si sedette accanto a lui, sorseggiando il tè in silenzio per un momento prima di parlare. "Sirius è complicato, lo sai, vero?"
La domanda colse Thomas di sorpresa, ma non poté negarlo. "L’ho capito," ammise.
Nick sorrise amaramente. "È sempre stato così, fin da quando eravamo piccoli. Cerca di sembrare indistruttibile, ma in realtà si porta dietro un sacco di cose. È il tipo che si carica di responsabilità anche quando non dovrebbe."
Quelle parole risuonavano nella mente di Thomas, aggiungendo un nuovo livello di comprensione al già complesso enigma che era Sirius. "Pensi che sia sbagliato fidarsi di lui?" chiese, fissando Nick negli occhi.
Nick scosse la testa. "No, non è sbagliato. Ma devi sapere che fidarsi di Sirius significa accettare anche le sue ombre."
Thomas annuì lentamente, consapevole che Nick aveva ragione.
Più tardi, Thomas decise di tornare in casa. Non appena varcò la soglia, si trovò faccia a faccia con Andrea, che lo fissava con un misto di curiosità e disapprovazione.
"Possiamo parlare?" chiese Andrea, con un tono che non lasciava spazio a repliche.
Thomas annuì, seguendolo fino alla biblioteca. Una volta dentro, Andrea chiuse la porta e si girò verso di lui con le braccia incrociate.
"Cos'hai in mente con Sirius?" domandò senza mezzi termini.
La domanda colpì Thomas come un pugno. "Io... non capisco cosa intendi."
"Sai benissimo cosa intendo," ribatté Andrea, il suo sguardo penetrante. "Sirius è mio fratello, e non permetterò che qualcuno giochi con lui."
Thomas si sentì travolto da un'ondata di emozioni: rabbia, frustrazione, ma anche un pizzico di rispetto per la lealtà che Andrea mostrava verso suo fratello. "Non sto giocando con lui," rispose fermamente. "Non farei mai una cosa del genere."
Andrea lo fissò per un momento, valutando le sue parole. Poi annuì leggermente. "Spero che tu stia dicendo la verità. Perché se gli spezzi il cuore, avrai a che fare con me."
Con quelle parole, Andrea uscì dalla stanza, lasciando Thomas da solo a riflettere.
Era ormai sera quando Sirius tornò a casa. Thomas lo trovò in soggiorno, intento a togliersi la giacca. Quando Sirius lo vide, un sorriso stanco si formò sul suo viso.
"Mi sei mancato," disse Sirius, avvicinandosi a Thomas.
"Anche tu," rispose Thomas, sinceramente.
Sirius gli prese la mano, il suo tocco calmo e rassicurante. "È stata una giornata lunga, ma ora sono qui."
Thomas esitò per un momento, poi trovò il coraggio di parlare. "Sirius, possiamo parlarne? Di noi, intendo."
Sirius lo guardò negli occhi, e Thomas poté vedere la sincerità riflessa in essi. "Certo. Dimmi tutto quello che hai in mente."
E così, mentre la sera avvolgeva la casa, Thomas e Sirius si sedettero insieme sul divano, affrontando le paure, i dubbi e le speranze che avevano iniziato a costruire il loro legame.