Iddio, forse per la sua misericordia, non mi diede ascolto e io ero assorto ancora nelle mie angosciose suppliche, quando qualcuno, togliendo la cappa d’incerata, lasciò entrare nella cabina la luce del tramonto. Mi rialzai pieno di vergogna, e mi accorsi con stupore di essere indolenzito e barcollante come un reduce dalla tortura. Secundra Dass, che aveva smaltito nel sonno gli effetti della sua droga, mi guardava da un cantuccio non lontano con occhi stralunati e dall’osteriggio (4) aperto il capitano mi ringraziava per le mie preghiere. – Avete salvato voi la nave, signor Mackellar, – dice. Nessun’arte marinaresca poteva mantenerla a galla: possiamo dire davvero che «se il Signore non guarda la città, la scolta veglia invano»! Mi sentii mortificato per l’abbaglio preso dal capitano;