Capitolo 18

1172 Parole
Riccardo si risveglia in una stanza che non riconosce. Elegante e raffinata, l'ambiente è arredato con un gusto. Il letto su cui è coricato è sontuoso, con un baldacchino che lo sovrasta, e le lenzuola di un intenso rosso fuoco. Quando si scuote dal torpore, si accorge di non indossare più gli abiti che aveva al mattino, ma un pigiama da uomo di seta. "Chi mi ha cambiato?" si chiede ad alta voce, sorpreso e confuso. Riccardo si alza dal letto, prende una vestaglia che si trova su una sedia accanto, dello stesso rosso del pigiama, e la indossa per coprirsi. Si dirige verso la porta, sperando di uscire senza farsi notare. Quando la maniglia scatta, con sollievo si accorge che la porta è aperta. Mette la testa fuori, ma appena nota che non c'è nessuno nei dintorni, esce furtivamente. Sperando di raggiungere la porta principale, inizia a camminare con passo felpato, ma una voce alle sue spalle lo ferma. "Signor Smith, dove sta andando?" Riccardo si volta e vede un giovane uomo, sui vent'anni, con i capelli neri legati in una coda di cavallo. Indossa un completo blu. Il ragazzo si avvicina e, con un sorriso cordiale ma deciso, gli dice: "Il padrone ha detto che non può andare da nessuna parte, finché non torna." Riccardo, ancora confuso, lo fissa e, ricordando come l'aveva chiamato, domanda: "Perché mi hai chiamato Signor Smith?" "Ovvio che l'ho chiamato così," risponde il ragazzo, con un'espressione quasi naturale. "Lei è il marito del comandante Adam Smith." Il ragazzo indica la mano sinistra di Riccardo. Lui, incuriosito, alza la mano e nota, con stupore, una fede d'oro bianco al suo dito. Il cuore gli batte più velocemente mentre si domanda, incredulo: "Che cosa è successo mentre ero svenuto?" …. Nel rifugio, Teo cammina nervosamente su e giù nella grande sala principale. Gli altri, preoccupati per la sua agitazione, lo osservano da lontano. Tra loro c'è Luca, che, nonostante i lividi su tutto il corpo e un braccio ingessato, si sta lentamente riprendendo. Sofia e Maria non sono ancora tornate dal mondo parallelo e tutti sperano che Maria ce la faccia. Se fosse accaduto il peggio, Riccardo non avrebbe mai retto. Improvvisamente, un portale si apre e Sofia appare, avvicinandosi a Luca. "Stai bene?" chiede Sofia con tono preoccupato. "Sì," risponde Luca, cercando di sorridere. "Ci vorrà un po' di tempo, ma sto bene. E Maria?" "Sta bene," risponde Sofia, gli occhi lucidi. "Magnus Bane l'ha curata. Ora è con loro. Quando si sveglierà, potrà tornare da noi." Teo si avvicina a Sofia e, con un'espressione tesa, le dice: "Dobbiamo trovare Riccardo. Il comandante Smith l'ha portato via ancora una volta." Sofia abbraccia Teo e gli dice, rassicurante: "Lo troveremo, come abbiamo fatto l'ultima volta." Sofia prende la mano di Teo e lo guida verso la sala degli specchi, dove potrà usare i suoi poteri. Con uno sguardo serio, gli dice: "Ho bisogno di te, sei la persona che lo ama più di chiunque altro. Solo così riusciremo a trovarlo." Teo annuisce, si siede a terra incrociando le gambe, e comincia a concentrarsi su Riccardo. Pensa al suo sorriso, ai suoi occhi, alla sensazione che prova quando è con lui. Sofia si china dietro di lui, gli posa una mano sulla spalla e chiude gli occhi. Quando li riapre, i suoi occhi sono diventati trasparenti, come uno specchio. Di fronte a loro si materializza un’immagine di Riccardo. Lo vede chiaramente, vestito con un pigiama di seta rossa, mentre parla con un cameriere. Il corridoio in cui si trova sembra quello di una villa che riconoscono. Teo, ansioso, prende un lungo respiro e dice: "Quella è casa nostra... come mai Riccardo è lì?" …. Riccardo viene condotto dal cameriere in una sala enorme, che riconosce immediatamente. Quella è la sua casa, la villa dove aveva vissuto per metà della sua vita. In una poltrona vicino al camino è seduto il comandante Smith, un calice di vino in mano. Quando si gira a vederlo, le sue labbra si curvano in un sorriso che, se Riccardo non lo odiasse tanto, gli avrebbe fatto battere il cuore. Oggettivamente, è un uomo affascinante, ma il suo cuore è così oscuro che ogni altra qualità sembra svanire. Riccardo, infuriato, si avvicina e gli urla: "Cos'è questa storia? Da quando sarei sposato con te?" Adam sorride, sorseggiando il vino, e risponde con voce bassa: "Non potevo certo portarti qui e dire che sei il mio amante." Riccardo, stanco di subire, decide che è il momento di fargli capire una volta per tutte la sua posizione: "Adesso basta, lo vuoi capire che non sarò mai tuo, neanche se fossi l’ultimo uomo sulla terra?" Adam, furioso, si alza dalla poltrona. Il bicchiere che tiene in mano cade, spargendo il vino sul costoso tappeto persiano, e si avvicina minaccioso. Riccardo indietreggia, terrorizzato, ma lui lo afferra per un braccio e lo bacia con forza, ferendogli le labbra. Lo spinge con violenza sul divano, continuando a baciarlo sul collo mentre lui cerca di spingerlo via. Riccardo sta sperando che qualcuno lo aiuti, ma teme che nessuno arrivi in tempo. Quando ormai è sul punto di perdere ogni speranza, una forza misteriosa allontana Adam dal suo corpo. Si gira e vede una figura familiare: il cameriere bruno, con una mano sollevata da cui emana una luce azzurra. Con il potere della sua magia, immobilizza Adam contro la parete e lo costringe a dormire, facendolo crollare a terra. Il cameriere si avvicina a Riccardo, che ha la giacca del pigiama aperta, perché Adam aveva strappato i bottoni. Con uno schiocco delle dita, fa apparire i suoi abiti di prima e lo riveste. Poi, gli dice: "Non abbiamo tempo. Dobbiamo scappare prima che si risvegli. È molto resistente ai poteri." Riccardo annuisce, sollevato, e segue il ragazzo fuori dalla casa che un tempo era sua. … Teo e Sofia, insieme ad altri speciali come Vittorio e Jared, che Sofia considera di fiducia, sono pronti a entrare nella villa che un tempo apparteneva alla famiglia di Teo. Vedono due figure uscire dalla casa. Una di esse è Riccardo, che corre tra le braccia di Teo. Sofia si gira verso il ragazzo sconosciuto e, con tono serio, gli chiede: "Chi sei tu? Perché sei con mia nipote?" Riccardo, senza dargli il tempo di rispondere, afferra la mano del ragazzo e dice: "Nonna, è una brava persona. Mi ha salvato la vita." Sofia guarda il ragazzo con gratitudine e li dice: "Grazie per aver salvato mio nipote. Vorrei almeno sapere il nome di chi l’ha salvato." Il ragazzo si toglie una parrucca che porta, rivelando dei capelli viola scuro che cadono sulla schiena. Sofia si accorge dei suoi occhi dorati, simili a quelli di un gatto. Il ragazzo si avvicina a Sofia, le stringe la mano e dice: "È un piacere conoscerti, Sofia. Io sono Robin Lightwood Bane." Sofia lo guarda, sorpresa, e gli chiede: "Tu sei il figlio della magia?" "Il mondo mi conosce con questo nome," risponde Robin, con un sorriso enigmatico.
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