Capitolo 17

1378 Parole
Riccardo si stava preparando a scagliare una nuova palla di fuoco contro il Comandante Smith, mentre il combattimento infuriava ancora intorno a lui. Vittorio e Jared erano impegnati a sostenersi a vicenda, cercando di allontanare il più possibile i nemici. Con i poteri di Jared, che rallentavano i movimenti dei soldati, e la bravura nelle arti marziali di Vittorio, riuscivano a sconfiggere molti degli avversari. Quando si ritrovarono a buon punto, con i nemici che li circondavano ridotti, si scambiarono uno sguardo intenso, dove l’amore che per anni li aveva uniti continuava a brillare. Si erano trovati nel bel mezzo dell'orrore e sapevano che, quando tutto sarebbe finito, si sarebbero ritrovati sempre di nuovo. Vittorio, per Jared, era stato un'ancora che lo aveva portato al porto quando tutta la sua vita sembrava alla deriva. Ma ora dovevano concentrarsi sulla battaglia, se volevano continuare a vivere in pace il loro amore. Adam Smith osservava gli occhi arcobaleno di Riccardo. Nonostante volesse odiarlo, non riusciva a sopprimere il desiderio che provava per lui. Non si sarebbe mai arreso, avrebbe fatto di tutto per tenerlo con sé, persino usare di nuovo i suoi poteri, ma questa volta su un mortale inerme. Teo, nel frattempo, si stava rialzando per colpire di nuovo Adam con un potente pugno. Lo sbatté contro un albero che si trovava oltre i soldati che stavano combattendo. Teo si accasciò a terra, coperto di sangue. Adam, con un sorriso malvagio, si avvicinò a Riccardo, che nel frattempo osservava preoccupato il suo amato, coperto di sangue. Quando Adam fu vicino a lui, disse: "Credevi davvero che ci avreste battuto così facilmente? Pensavi che non avrei fatto di tutto per tenerti con me?" Riccardo, con gli occhi pieni di rabbia, cercò di colpirlo con un pugno. Ma Adam prontamente gli afferrò il braccio e lo strinse, facendolo gemere di dolore. Avvicinò la sua bocca al collo di Riccardo, provocandogli un brivido di disgusto. "Non puoi niente contro di me. Questa volta, quando ti porterò via, nessuno ti potrà salvare. E tu sarai finalmente mio." Riccardo si dibatté, cercando invano di svincolarsi dalla sua stretta, ma la sua forza non era nulla a confronto con quella di Adam. Approfittando del caos che li circondava, Adam sollevò Riccardo e lo posò sulla spalla in modo brusco, iniziando a correre a una velocità sovrumana. Adam non solo possedeva una forza immensa, ma anche una velocità che nessun essere umano avrebbe potuto avere. E quella velocità l'aveva rubata da un altro speciale, iniettandosi il suo sangue con dei prodotti creati dagli scienziati dell'esercito del silenzio. Per tutti quegli anni, l’esercito del silenzio aveva preso in giro i comuni, con l’obiettivo di creare un essere talmente potente da poter governare il mondo, e Adam, secondo i suoi piani, sarebbe stato quell'essere. …. Nel frattempo, mentre Adam era riuscito a portare Riccardo lontano, la battaglia continuava. Gli speciali avevano ormai la vittoria in tasca. Gli ultimi soldati, ormai spaventati, fuggivano per evitare di essere annientati. Il gruppo degli speciali esultò con un grido di vittoria, ma tra loro c’era qualcuno che non si unì al coro. Vittorio si guardava intorno, preoccupato. Jared si avvicinò a lui e gli chiese: "Chi stai cercando?" "I fratelli Salvati," rispose Vittorio. "Stavano combattendo contro tuo fratello... intendo dire, il comandante Smith." "Hai ragione, dove sono finiti? Non li vedo da nessuna parte," disse Jared, guardandosi intorno. "Anzi, la cosa che mi preoccupa di più è che non vedo neanche mio fratello." Mentre continuavano a scrutare l’area, si avvicinò Raul, che disse: "Io e alcuni altri speciali entreremo a liberare i comuni detenuti nella caserma." "Va bene," risposero insieme Vittorio e Jared. … Gli altri entrarono nella caserma, le cui porte erano rimaste aperte durante la battaglia. Con la coda dell'occhio, Vittorio notò un movimento. Si girò e vide Teo che stava cercando di rialzarsi, circondato da una pozza di sangue. Preoccupato, corse verso di lui, seguito da Jared. Si avvicinarono al ragazzo, che si toccava la testa ferita, visibilmente spaventato ma anche sorpreso. "Com'è possibile che sia ancora vivo?" chiese Teo. "Ho sentito la vita scivolare via dal mio corpo." Vittorio e Jared si scambiarono uno sguardo e poi guardarono la pozza di sangue che si era formata intorno a Teo. Erano increduli, perché nessuno poteva sopravvivere dopo aver perso tutto quel sangue. Vittorio gli disse: "Fammi vedere la ferita sulla testa." Teo si girò, e quando lo fece, la ferita sembrava quasi guarita, come se fosse superficiale. Ma come poteva una ferita così piccola causare una perdita di sangue così enorme? Vittorio fissò Teo, un'idea che gli balenò nella mente. Guardando Jared, questi capì subito cosa stesse pensando Vittorio. Quest'ultimo afferrò il coltello dalla sua cintola e lo usò per fare un piccolo taglio alla carne di Teo. Il ragazzo, infuriato, esclamò: "Che cavolo fai, perché mi hai tagliato?" Jared lo guardò e rispose: "Volevamo solo accertarci di una teoria." In breve, ottennero la risposta che cercavano. La ferita si rimarginò rapidamente, senza lasciare alcun segno. "Penso che tu, ragazzo, sia uno di noi," disse Vittorio, posandogli una mano sulla spalla. "Com'è possibile?" chiese Teo, confuso. "I miei genitori erano entrambi comuni." Improvvisamente, gli tornarono in mente le parole che suo padre gli aveva detto prima di morire: "Non sono il tuo vero padre." "È possibile che il mio vero padre sia uno degli speciali?" "È possibile," rispose Vittorio. … Mentre Teo faceva questa sconvolgente scoperta, Raul e altri speciali stavano liberando i prigionieri nella caserma. Mentre attraversavano i corridoi, Raul fu distratto da una porta aperta che si trovava sulla sua strada. Si fermò e disse agli altri: "Devo dare un'occhiata, voi continuate." Mentre gli altri si allontanavano, Raul entrò nella stanza. Era un laboratorio, simile a un ambulatorio medico, con una barella metallica al centro della sala. Sulle mensole a sinistra, notò dei contenitori che sembravano contenere organi umani. In quel momento, Raul capì cosa succedesse ai prigionieri che sparivano e che lui aveva sempre creduto fossero giustiziati di nascosto: venivano portati lì per esperimenti. Sulla scrivania di metallo, trovò dei documenti che, quando li aprì, lo fecero sbiancare. Erano la prova che l’esercito del silenzio stava cercando di creare il soldato perfetto usando il DNA degli speciali. "Devo portare questo a Jared e Vittorio," pensò, "questa cosa deve essere riferita agli altri capi degli speciali." Uscì dalla caserma e corse verso il gruppo dove c’erano Vittorio, Jared e Teo, che era ancora sotto shock per la sua scoperta. Quando Raul mostrò i documenti, entrambi rimasero sbigottiti. Vittorio disse: "L'esercito del silenzio sta cercando di creare un super soldato con i poteri degli speciali. Ma sarebbe difficile, anche noi all'inizio non riuscivamo a controllare i nostri poteri. E siamo nati con essi. Pensa a uno che è nato comune." Jared annuì e aggiunse: "Sì, non riuscirebbe a sopravvivere, ma da quello che ho visto in questi documenti, hanno trovato il soggetto perfetto." Teo, ascoltando quella frase, ricordò la forza con cui il comandante Smith lo aveva scagliato contro l'albero. Si avvicinò agli altri tre uomini e disse: "Credo di sapere chi è il soggetto in questione." Quando gli altri si girarono ad ascoltarlo, Teo continuò: "Penso che sia il comandante Smith. La forza con cui mi ha scagliato lontano non era quella di un uomo normale." I tre uomini si scambiarono uno sguardo e Jared rispose: "Non mi meraviglierei. Mio padre ha sempre cercato di creare il soldato perfetto, ma non pensavo che sarebbe arrivato a tanto, addirittura utilizzando suo figlio." Proprio mentre Jared parlava, Teo si guardò intorno e notò che qualcuno mancava: Riccardo. Si rivolse agli altri e chiese: "Avete visto Riccardo?" Gli uomini si guardarono e scossero la testa. Teo, in quel momento, capì che, mentre lui era svenuto, il comandante Smith era riuscito a prendere Riccardo e a portarlo via. "Il comandante Smith l’ha preso e nessuno di noi se n’è accorto," disse, preoccupato. Vittorio posò una mano sulla spalla di Teo e disse: "Non ti preoccupare, lo troveremo." Teo annuì, sapendo che si poteva fidare di questi uomini. La prossima volta che avrebbe incontrato Adam Smith, sarebbe stata la fine di tutto, perché Teo sapeva che tra loro due ci sarebbe stata una battaglia finale, e solo uno di loro sarebbe sopravvissuto.
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