-perché non c'è lo hai detto prima?- sbuffò Ruven cominciando a spazientirsi e iniziando a gesticolare talmente era nervoso. Si passò le mani sul viso, non sapendo più come gesticolare molto probabilmente.
Nonostante io mi fossi seduta, mi trovavo estremamente in difficoltà. Sinceramente nemmeno io pensavo che avessero reagito a tutto ciò in questo modo, quasi mi facevano un interrogatorio che non sarebbe più finito. Mi avevano intrappolato con i loro sguardi insistenti e persuadenti, con l'unico scopo di torcermi più informazioni possibili, con l'obiettivo di risolvere tutti gli enigmi che gli avevano mandato in confusione in cervello.
-la cosa che mi preme sapere di più, è il perché non sia qua a farti da accompagnatore, o comunque, qui vicino a te, dopotutto sei la sua compagna- continuò Eirik, mettendo legna sul fuoco, facendomi abbassare le spalle rese, seguite da un sospiro lungo.
Possibile che non avessero ancora capito che mi stavo cominciando a sentire male? Ero in ipoventilazione. Con la mano cominciai a farmi aria, stavo cominciando davvero a sentire caldo.
-allora?- disse dopo qualche secondo di pausa -dov'è?- incalzò e non sentendomi dire una sola parola in risposta. Cosa che continuai a fare, non sapendo più che fare e cosa dire.
-vado a cercarlo io- Ruven si girò pronto ad andare alla ricerca dell'Alpha.
Scattai subito in avanti -fermo- constatai massaggiandomi le tempie -se non è qui, molto probabilmente avrà avuto un contrattempo, magari era stanco o voleva prendersi una boccata d'aria- cercai di essere il più convincente possibile.
Sapevo benissimo che non era quello il motivo per il quale fosse uscito da qui, o forse... di certo non potevo dire che mi aveva dato della poco di buono e che non si fidava di me, inoltre era anche molto arrabbiato, un altro motivo che avevo capito, che lo avevano portato ad uscire da qui dentro.
-si, ha ragione Narah, Ruven- constatò Eirik grattandosi il pizzetto biondo sul mento -inoltre è meglio così, potremmo sembrare dei fratelli che si vogliono sbarazzare della sorella. Inoltre potrebbe anche arrivare alla conclusione che vogliamo affrettare le cose per averlo come alleato- cominciò a gesticolare con la mano posando l'altra sul fianco.
Mi accigliai, alleato? -si, hai ragione, inoltre al contrario di quello che dimostriamo, siamo molto gelosi di Narah- Eirik annuì a ciò che aveva appena detto nostro fratello. Io invece continuai a guardarli come una scema, senza curarmi di ciò di cui stavano parlando.
-alleato?- chiesi ancora facendomi sfuggire la parola dalle labbra socchiuse. Stavo guardando il pavimento, in modo vago, non stavo osservando nulla di preciso sul pavimento, dove erano disegnate delle immagini.
-si. Stamattina, l'Alpha Orvar era venuto proprio per firmare il contratto di alleanza con il nostro branco- ammise il biondo guardandomi facendomi alzare lo sguardo verso i suoi occhi, facendo distogliere i miei azzurri dal pavimento colorato.
-non intendevo questo- scossi la testa nervosamente -mi sembrava che foste già alleati, dal modo in cui Ruven gli parlava e con il fatto che passassero molto tempo a conversare, sembrava si conoscessero da molto tempo- riflettei.
-ecco vedi, come ti ho detto, Ruven ci teneva particolarmente a fargli firmare quel contratto, tanto che ha dovuto passare molto tempo con Orvar per convincerlo e cercare di entrare nelle sue grazie- spiegò -inoltre, siamo sinceri, il suo aiuto in ogni momento ci potrà essere utile. Il suo branco è uno dei più potenti, e con lui al fianco avremo molte probabilità di vincere qualsiasi battaglia- continuò chiarendomi ogni dubbio.
-ad entrare nelle sue grazie?- chiesi ancora, stavolta non è che non capivo, ma sembrava che gli fossero stati vicino solo per fargli firmare quell'alleanza, e poi basta, poteva anche andarsene -ma ti rendi conto di ciò che stai dicendo?- alzai la voce alterata.
-cosa?- Eirik si accigliò, molto probabilmente non stava capendo, ma come faceva a non comprendere ciò che stavo dicendo? Stavo sbagliando qualcosa io per caso?
-Eirik- sbuffò Ruven alzando gli occhi al cielo, poi mi guardò -ti sbagli, Eirik si è espresso male, abbiamo instaurato un rapporto amichevole- prese un grande respiro -e adesso che ho scoperto che è il tuo compagno, saremo degli ottimi cognati-
Alzai gli occhi al cielo, come pensava di parlare di essere buoni cognati, quando lui solo pochi minuti fa aveva preferito darsela a gambe senza prima avermi offeso. Questo era ovvio che non glielo avrei mai detto. E proprio in quel momento non feci altro a che pensare a dove fosse e a cosa stesse facendo.
ORVAR'S POV
Quella donna era capace di mandarmi il tilt il cervello, ma nonostante ciò il mio potere, e la mia forza di volontà riusciva a contrastare tutte quelle sensazioni che solo con lei provavo.
Le avevo detto in faccia tutto ciò che stavo pensando da tutto il pomeriggio, da un certo punto di vista ne ero sollevato, e da un altro non volevo ci fosse rimasta male.
Non mi aveva nemmeno seguito dopo che me ne ero andato. Però la capivo, non le avevo detto nulla di piacevole, e avevo messo in contro che poteva esserci rimasta male.
Sbuffai e bevvi un sorso della bevanda che tenevo nel bicchiere di cristallo. Cercai di scacciare i pensieri di quella donna, quasi mi fecero diventare matto.
A me non doveva interessare nulla di quella ragazzina, che fra l'altro non era riuscita a tenere a bada i suoi ormoni, facendo un figlio con un altro lupo. Mi sarebbe tanto interessato conoscere il padre di quel marmocchio, ma non vedendolo mai visto in giro, presumevo che non si fosse assunto le sue responsabilità.
-ah eccoti qui! Ti stavo cercando- sentì i passi che si avvicinavano, fino a che non vidi con l'angolo degli occhi sbucare mio fratello di fianco a me.
Posò le mani dentro le tasche -allora, che mi racconti?-
Non risposi immediatamente, ma persi tempo a guardarmi davanti per un paio di secondi -cosa vuoi che ti dica?- alzai le spalle non sapendo cosa raccontare.
-non so, di Narah per esempio- ringhiai subito, non si doveva nemmeno permettere di nominare il suo nome, era anche sposato con una figlia, cosa gli dava il permesso di fantasticare sulla mia donna.
-è meglio se lasciamo stare- girai la testa per osservare la sua espressione.
-cosa è successo?- chiese ancora incuriosito. Possibile che gli interessasse la mia vita sentimentale?
-nulla, non è successo nulla- tergiversai continuando a guardare dritto davanti a me . Bevvi un'altro sorso di champagne.
-pensi di portarla al nostro branco dopo la fine delle Olimpiadi?- domandò e questa volta fu il suo turno di girarsi a guardarmi.
Sospirai -non penso- mi strinsi nelle spalle -non so nemmeno se posso fidarmi di lei- cominciai a gesticolare indicando un punto nel nulla dietro di noi.
Mio fratello aggrottò le sopracciglia -perché mai? È la tua compagna, dovrebbe essere l'unica persona di cui ti dovresti fidare invece- sottolineò ovvio.
Questo discorso lo sapevo anche io, se non fosse che la mia compagna non aveva minimamente pensato a me. -ha un figlio, come posso sapere che non mi tradirà quando staremo assieme- mi ammutolì subito.
Come potevo pensare a queste cose? A me non interessava nulla di tutto ciò, non mi interessava nulla di lei, del suo moccioso, e tanto meno del nostro futuro o della nostra vita. Per me potevamo andare avanti per le nostre strade separate, come avevamo fatto fino ad adesso.
Io ero tale e quale a mio padre, non mi interessava di certo la vita amorosa che non faceva altro che rendermi più debole e mi distraeva soltanto dai miei doveri da Alpha. Ogni tanto cedevo al nostro legame e questo non lo negavo, dovevo solo imparare a controllare il mio lupo Oliver, dopotutto era lui che mi portava a provare gelosia nei suoi confronti.
Dopo tutta la mia vita, sinceramente pensavo di riuscire a controllare il mio lupo, ma solo adesso riuscivo a capire davvero ciò che voleva dire tenerlo a bada. Se fosse stato per lui, mi sarei già accoppiato con la mia compagna, senza nemmeno aspettare il suo calore, cosa che a pensarci bene, aveva fatto anche lei con chissà che uomo.
Anche se di lei non mi interessava nulla, o almeno, avrei cercato a non interessarmi più, sicuramente se avessi scoperto chi fosse stato l'uomo con cui lei aveva osato tradirmi, lo avrei ucciso con sofferenza atroci, facendo in modo che le sue urla avessero tenuto alla larga tutti gli uomini dalla mia donna, inoltre lo avrei martoriato così tanto, che non avrei lasciato neanche solo uno spiraglio di pelle intatta, dove nemmeno il DNA sarebbe stato in grado di identificare quell'uomo.
A questi pensieri le mie mani si chiusero in pugni e gli artigli uscirono bucando la pelle dei palmi. Serrai la mascella e chiusi chi occhi sentendoli bruciare, capendo che avevano cambiato colore. Presi dei bei respiri per calmarmi, così allentai la presa delle mani, sentendo le dita intorpidite, aprì leggermente gli occhi beandomi della temperatura fresca della sera e rilassai i muscoli facciali.
-calmati fratello- mi diede una pacca sulla spalla Asael -non ti preoccupare per quando ritorneremo al branco con Narah- mi accigliai.
-cosa intendi dire?- mi girai a guardarlo con un cipiglio.
-non c'è motivo di essere in pensiero, sono sicuro che lei non ti tradirà mai, inoltre lo sentiresti, no?- scosse la testa un paio di volte -inoltre posso capire anche che puoi avere timore che la tua dolce amante si possa offendere appena ti veda rientrare al branco con una donna, la tua compagna- disse ironicamente.
Non gli era mai piaciuta o stata simpatica la mia amante, aveva sempre un parere diverso dal mio, non aveva mai accettato quella "relazione" se così si poteva chiamare. Mi diceva sempre di interrompere la mia frequentazione con quella donna, perché sapeva che primo o poi avrei trovato la mia compagna.
Si allontanò di un passo ed io solo in quel momento realizzai una cosa. Avevo lasciato al branco la donna cui cui passavo molte notti. Come avrei potuto pensare di portare con me la mia donna, con la mia "ex" che mi aspettava. Inoltre era ovvio, che se la mia compagna fosse venuta a conoscenza di quella donna, poi avrebbero avuto sicuramente molte discussioni ed io sinceramente non avevo voglia di stare dietro alle scenate di gelosia della mia compagna e dietro alle provocazioni della mia amante.
Questo pensiero bastò per farmi convincere maggiormente del fatto che dovevo stare il più lontano possibile dalla mia donna e che non dovevo assolutamente portarla con me al mio branco, senz'altro farei anche un favore a lei, che a quanto pare aveva già un uomo (che avrei presto ucciso).
-non sono preoccupato, non ne ho motivo dato che non la porterò al branco- cercai di chiudere quella conversazione il più in fretta possibile, stava cominciando ed essere fastidiosa.
-è la tua compagna, non puoi costringere il tuo lupo a stare lontano da lei- sapevo benissimo che aveva ragione, ma se non fosse per il mio lupo, molto probabilmente ora non starei qua, ma in compagnia di una dolce lupa.
Ovviamente il mio buon senso e Oliver capiva che non era il caso, ed inoltre, io stesso non mi sarei mai permesso, per rispetto suo. Certo, vivere una vita lontani forse ci avrebbe portato a soffrire, ma io non avevo bisogno e tempo per l'amore e specialmente per una compagna con un moccioso per casa.
-eccola, la cercavo Alpha Orvar- mi girai verso la voce e vidi proprio la donna di cui io e Asael stavamo parlando.
Mio fratello si girò a guardare la giovane per qualche secondo. Se non avesse avuto una compagna sicuramente mi sarei ingelosito parecchio, altra cosa che avrei dovuto controllare, poi posò i suoi occhi sui miei -bene, allora io vi lascio soli, vado dalla mia famiglia- mi fece l'occhiolino e dopo un paio di pacche sulla spalla se ne andò non prima di aver ricevuto un inchino dalla mia donna.
Mi rigirai verso il panorama che avevo di fronte e sentì la giovane avvicinarsi per via delle sue scarpe con il tacco. Nonostante avesse delle scarpe che le permettevano qualche centimetro di altezza in più, restava comunque più bassa di me.
-cosa voleva...- lasciai la frase in sospeso non sapendo come chiamarla,...signorina? -signorina Narah-
-volevo discutere di un paio di cose con lei- si strinse nelle spalle ovvia,guardando anche lei davanti a sé seguendo il mio sguardo.
-lo sa che lei non dovrebbe restare qua da sola con me?- domandai girandomi ed avvicinandomi di un passo, era stupenda con quell'abito, e vederla ballare con qualcuno, aveva scaturito in me un senso di possessione che non mi aveva mai attanagliato così tanto lo stomaco.
Proprio per via di quella sensazione sentì la bocca dello stomaco chiudersi e sentire tutti i muscoli del corpo irrigidirsi al solo pensiero che qualcuno la stesse toccando.
Figuriamoci il pensiero di un uomo a letto con lei, che la bacia,le tocca le braccia, le clavicole per poi passare al seno, che mi sembrava fosse pieno e sodo, le cosce con la pelle morbida fino ad arrivare alle sue parti... mi risvegliai dai miei pensieri impuri, scossi leggermente la testa con un ringhio che cercai di camuffare con uno schiarimento della voce.
La giovane di fronte a me si girò accigliata, cercando subito dopo di lasciare perdere il mio strano atteggiamento -e per quale motivo non dovrei stare qua con lei?-
Capì subito che la sua era una provocazione, e adesso sinceramente non sapevo come rispondere, così cercai di trovare una scusa il più in fretta possibile -qualcuno potrebbe fraintendere la nostra vicinanza- cercai di essere convincente, con un tono fermo e freddo.
La vidi sgranare gli occhi ma cercò di non farsi notare girandosi dall'altra parte -ma noi siamo compagni...-
NARAH'S POV
Speravo di aver avuto un tono che facesse capire che non c'ero rimasta male per quello che aveva appena detto, ma non ci riuscì. Per quanto io cercassi sempre di andare avanti e chiudere un capitolo brutto della mia vita, se ne apriva un'altro che mi faceva soffrire di più.
Avevo appena fatto pace con Ruven, ci eravamo impegnati entrambi ad avere una relazione vera fra fratello e sorella, e adesso ci si metteva il mio compagno a trattarmi male.
Il modo freddo in cui si era rivoto a me mi fece ricordare Ruven, ma cercai di non farci molto caso, potevo aver percepito male io, ma questo mi faceva terribilmente stare male. Inoltre aveva appena detto indirettamente che non voleva che gli altri scoprissero del nostro legame, perché?
Lui mi dovrebbe stare vicino, anzi, dovremmo starci vicini, conoscerci meglio, e non scappare l'uno dall'altro. Che avesse qualcosa contro di me? Che avessi qualcosa che non andava? Oltre al fatto che mi credeva una poco di buono, certo.
In ogni caso, io avevo messo da parte ciò che mi aveva detto soli pochi minuti prima, ed ero andata a cercarlo, perché lui invece faceva così? Perché lui si comportava da stronzo?
Sospirai aspettando una sua risposta, che però ci mise un po' a dare, forse era anche lui in difficoltà in questa situazione così nuova per tutti e due.
-si...- il tono della sua voce faceva capire che c'era un ma -ma...- ecco appunto -io non sono interessato ad essere un compagno, non ho bisogno di una compagna, non ho bisogno di una Luna per il mio branco, non ho bisogno di amore-
Il cuore mi si fermò per un attimo, il fiato mi si fermò dentro i polmoni che bruciavano per poter espellere tutta l'aria che dovevo buttare fuori.
Il modo in cui pronunciò l'ultima parola mi fece male, aveva pronunciato quella parola con un disprezzo tale che avrei potuto equipararlo ad uno schiaffo in guancia.
Fortunatamente ero ancora girata dall'altra parte, non riusciva a vedermi il viso, non riusciva a vedere il mio sguardo sicuramente confuso e pallido, mi sentì sbiancare perché sentì come un formicolio percorrere tutto il viso, un capogiro mi fece appoggiare alle robuste ringhiere di quel terrazzo.
- c-come sc-scusa?- nonostante cercassi di avere la situazione in pugno ed essere determinata, la mia fragilità davanti a lui era uscita allo scoperto, abbattendo tutti i miei muri, che si rivelarono fragili davanti alle sue parole dette con disprezzo.
-che non ho bisogno di nulla- fece una pausa che mi fece stare secondo dopo secondo sempre peggio -non ho bisogno di tutte quelle smancerie fra compagni, non ho bisogno di te. Sono uno degli Alpha più potenti, ed il mio ruolo ho bisogno di mantenerlo intatto. La tua presenza non farebbe altro che indebolirmi, e non ho bisogno di questo- lo sentì sospirare pesantemente -quindi comprendi la mia decisione-
Non ci vidi più dalla rabbia -devo comprendere?- bisbigliai fra me e me -devo comprendere?- alzai la voce e mi girai verso di lui, cominciando a prenderlo a pugni -sei solo un'egoista! Sei un'uomo senza cuore! Non ti importa nemmeno della tua compagna!- dopo che afferrò entrambe i miei polsi, gli tirai un calcio negli stinchi, incurante del fatto che avrei potuto rovinare le stupende scarpe.
Lui non si scompose, eppure avrei giurato di averli fatto anche solo un po' male. Assottigliai lo sguardo e lo fulminai. Ero talmente arrabbiata che non pensavo più a nulla. Poi con molta fatica riuscì a tirargli una ginocchiata ditta nelle sue parti intime, facendolo piegare in due dal dolore.
Se lo meritava dopo tutte quelle cose dette senza curarsi nemmeno del fatto che avrei potuto soffrire. Non mi scusai nemmeno, lui non era più degno delle mie scuse e tanto meno del mio rispetto, che fino a pochi muniti fa gli riservavo. Non gli avrei permesso di trattarmi un'altra volta così.
L'uomo che prima mi guardava dall'alto e che adesso mi guardava piegato in due mi lanciò uno sguardo truce, per poi andarsene cercando di fare finta di nulla passando fra un'ospite e l'altro.
Proprio nel momento in cui lui girò l'angolo, che io ripresi a non respirare più, il cuore lo sentivo ancora bloccato e le lacrime cominciarono ad uscire -Eirik, Ruven, venite sul terrazzo in fretta, per favore- chiamai gli unici due uomini che avrebbero dovuto proteggermi e starmi accanto sempre e comunque, per tutta la vita.
Solo loro due sapevo che non mi avrebbero mai abbandonata, sapevo che loro erano proprio qui, con me per starmi vicino.
Cercai di riprendermi aria per respirare bene, ma nulla cambiò, non riuscivo più a respirare e quasi sentì di svenire. Subito mi aggrappai alla ringhiera.
-Narah! Che ti è successo?- si precipitò Ruven soccorrendomi, mi poggiò una mano dietro la schiena e con l'altra prese la mia mano.
-tieni bevi un sorso- Eirik mi porte un bicchiere con dello champagne dentro ed io mi accigliai non capendo cosa stesse facendo.
-cos'è quello?- domandò Ruven ammiccando verso il bicchiere di cristallo, dubbioso come me su quello che mi stava offrendo Eirik in un momento del genere, dove io stavo per svenire.
-champagne- disse ovvio stringendosi nelle spalle -non c'era acqua così ho pensato ti prendere dello champagne- continuò. Non sapevo nemmeno io come continuasse ad andare avanti con questo discorso nella sua completa convinzione di aver fatto la cosa giusta.
Insomma, io mi stavo sentendo male, e lui mi offre dello champagne? Ma che diavolo!
Cercai di prendere dei respiri ma non riuscendoci mi agitai ancora di più.
-calma sorellina, non so cosa sia successo, ma pensa solo al fatto che sia tutto finito e che adesso ci siamo io e Eirik qui con te- cercai di tranquillizzarmi e finalmente riuscì a prendere un bel respiro.
Inspirai ed espirai un paio di volte prima di riaprire gli occhi ed osservare i miei due fratelli guardarmi con aria preoccupata.
-quindi, davvero non lo vuoi lo champagne?- io ed Ruven trucidammo con lo sguardo Eirik che fortunatamente si ammutolì all'istante.
-cosa è successo?- Ruven mi poggiò le mani sulle mie guance accarezzandole con il pollice.
-non adesso, sono stanca, andrei a coricarmi- deglutì a vuoto sentendo la gola secca, e quasi pensai che l'idea dello champagne forse poteva anche essere buona, ma subito mi riscossi da quel pensiero assurdo -buonanotte- diedi un bacio ed entrambi i giovani e mi diressi nella mia stanza.