«Quanti anni hai, nipote?», mi chiese infine. «Diciassette, signore». «Sembri più vecchio. Ne dimostri diciotto almeno. Lo trovo più che passabile, Mary... più che passabile davvero. Certo non ha il bel air, la tournure... nella nostra sgraziata lingua inglese non abbiamo una parola che renda l’idea. Ma è sano e robusto come una siepe di maggio in fiore». Così a un minuto dal suo ingresso sotto il nostro tetto era diventato di casa, e in un modo così disinvolto e affabile che sembrava ci conoscesse tutti quanti da anni. Ebbi finalmente l’occasione di osservarlo bene mentre se ne stava in piedi accanto al camino, con mia madre da un lato e mio padre dall’altro. Era un uomo altissimo, dalle spalle ampie, la vita sottile, i fianchi robusti, le gambe ben modellate, e mani e piedi piccolissi