Quella notte – dico a voi adesso quel che mi costerebbe moltissimo ripetere davanti a un tribunale – mi sentivo irrequieto e insonne, come accade spesso quando si resta alzati fino a ora tarda. Seguitavo a ripensare al destino bizzarro delle carte, e mi giravo e rigiravo nel letto, quando un grido mi colpì a un tratto le orecchie, e poi un secondo, più forte del primo, proveniente dalla camera del capitano Barrington. Cinque minuti più tardi sentii dei passi risuonare nel corridoio e senza accendere la luce aprii l’uscio e mi affacciai, pensando che qualcuno stesse poco bene. Vidi Lord Avon venire verso di me. Teneva in mano una candela gocciolante e nell’altra un sacco scuro che mandava un rumore di ferragli a ogni movimento. Aveva una faccia talmente alterata che l’interrogazione che sta
