Carlos si svegliò di colpo, il cuore che batteva forte nel petto. Si guardò intorno spaesato, senza riconoscere nulla, ma a poco a poco la memoria tornò. Ricordò l'incontro con Clarence, ogni singolo dettaglio del giorno precedente, e soprattutto quel bacio che ancora sentiva sulle labbra.
Scosse la testa, tentando di scacciare il pensiero, ma una parte di lui non riusciva a dimenticare. Si alzò con un moto di rabbia, inciampando sul letto improvvisato del biondo. Clarence aveva deciso di dormire sul pavimento, avvolto in una coperta che Carlos aveva scoperto nascosta in un armadio scavato nella roccia.
Non vedendolo da nessuna parte, decise di uscire dalla caverna e di cercarlo. Aveva molte domande per lui, domande che necessitavano di risposte. Non sapeva nulla di quell'uomo e questo lo infastidiva.
La foresta si stendeva intorno a lui, densa e silenziosa, interrotta solo dal suono del vento tra le fronde. Mentre avanzava, un rumore lo fece voltare di scatto. Si incamminò nella direzione del suono e, dopo pochi passi, si trovò di fronte a un piccolo ruscello. Una cascata cristallina scendeva tra le rocce, formando una pozza d'acqua di un azzurro limpido e invitante. Carlos si avvicinò, chinandosi per bere, quando un improvviso movimento nell'acqua lo fece trasalire e cadere all'indietro.
Sollevò lo sguardo e rimase a bocca aperta. Davanti a lui, immerso nell'acqua fino ai fianchi, c'era Clarence, completamente nudo. La luce del sole filtrava tra gli alberi, riflettendosi sulle gocce che scorrevano sulla sua pelle. Il suo corpo scolpito, le spalle larghe, i pettorali perfetti: Carlos si sentì a corto di fiato.
"Dovresti smetterla di fissarmi e magari venire a farmi compagnia," disse Clarence con un sorriso malizioso.
Carlos arrossì violentemente, ma si riprese quasi subito, incrociando le braccia con fare ostile. "Non m'interessa entrare in acqua con te."
Clarence rise, poi si diresse con calma verso la riva. Carlos lo seguì con lo sguardo, trattenendo il respiro quando l'altro emerse completamente dall'acqua. Il suo corpo sembrava scolpito nel marmo, ogni muscolo perfettamente definito. Quando si girò per prendere i vestiti, Carlos si ritrovò ad ammirare il suo fondoschiena sodo e muscoloso. Il calore gli salì al volto e si costrinse a distogliere lo sguardo.
"Perché mi stavi cercando?" chiese Clarence, ora completamente vestito.
Carlos fece un respiro profondo e rispose: "Volevo farti delle domande."
Clarence si sedette accanto alla pozza d'acqua, incrociando le braccia. "Che tipo di domande?"
Carlos si unì a lui, fissando l'acqua increspata dalla brezza. "Come sei arrivato qui? E cosa è successo alla città che abbiamo visto ieri?"
Clarence si sistemò meglio, poi iniziò a raccontare. "Dieci anni fa, ero in missione con la mia amica Sizzy. Robin non poté venire con noi quel giorno. Ci trovammo in una trappola, uno stregone aprì un portale e io venni risucchiato. L'ultima cosa che vidi fu Sizzy ferita. Quando mi svegliai, ero nella città che hai visto ieri, ma allora era ancora intatta. Un anno dopo, l'Esercito del Silenzio prese il potere. Provai a contrastarli, ma fui sconfitto. Gli abitanti erano troppo spaventati per opporsi."
Carlos lo osservò con attenzione. "E sei rimasto nascosto in questa caverna per dieci anni?"
Clarence annuì. "Ho cercato un modo per tornare nella mia dimensione, ma qui non ci sono stregoni o speciali. Per dieci anni ho sperato in un miracolo, e poi sei arrivato tu."
Le parole risuonarono nell'aria e Clarence lo guardò con un'intensità che fece sentire Carlos come se fosse l'ottava meraviglia del mondo.
Dopo un attimo di silenzio, Carlos gli chiese: "E il bacio di ieri?"
Clarence sorrise. "Te l'ho già detto. Sono dieci anni che non vedo anima viva... e poi, ti trovo attraente."
Si avvicinò lentamente. Carlos si irrigidì, poggiando una mano sul petto dell'altro per fermarlo. "Vuoi baciarmi di nuovo?"
Clarence rise, allontanandosi con un ghigno divertito. "La prossima volta sarai tu a baciarmi."
Carlos lo fissò con una smorfia. "Aspetterai mille anni prima che accada."
"Io invece penso che accadrà molto prima," replicò Clarence con sicurezza.
Carlos arrossì e si voltò per tornare alla caverna. Ma Clarence lo afferrò per il polso, provocandogli un brivido lungo la schiena.
"Dobbiamo uscire. Preparati."
"Dove andiamo?"
Clarence alzò lo sguardo verso un albero. Carlos seguì la sua direzione e notò una piccola telecamera nascosta tra i rami.
"Non posso dirlo qui. L'Esercito del Silenzio può sentire tutto."
Carlos lo seguì in silenzio fino alla caverna. Una volta all'interno, lo guardò preoccupato. "Possono vedere tutto ciò che accade qui?"
"Sì, tranne dentro questa caverna. Non sanno che esiste."
"Com'è possibile? Non è nascosta."
Clarence si avvicinò a una parete e, con lo stiletto degli Shandowhunters, tracciò il contorno di alcune rune incise nella roccia. "L'ho circondata con la runa dell'invisibilità."
Carlos osservò il simbolo con meraviglia. Non solo Clarence era incredibilmente attraente, ma anche straordinariamente intelligente.
Poco dopo, Carlos uscì dalla caverna, indossando una delle maglie senza maniche di Clarence. La scollatura lasciava intravedere i suoi pettorali, e il biondo si ritrovò a fissarlo con un'intensità quasi famelica.
"Sono pronto, andiamo," disse Carlos.
Clarence lo seguì con lo sguardo mentre camminava davanti a lui, incantato da ogni suo movimento. Sapeva che sarebbe stato difficile aspettare che fosse Carlos a fare la prima mossa, ma era certo che quel momento sarebbe arrivato.
Salirono in macchina e partirono, diretti verso la città.