I tre uomini osservavano Robin, svenuto sul divano, un silenzio pesante che aleggiava nella stanza. La preoccupazione era evidente sui loro volti, l'incertezza di ciò che stava per accadere al ragazzo li turbava profondamente.
Improvvisamente, Magnus si girò verso suo padre, lo afferrò per il colletto e, quasi urlando, gli chiese:
"Perché era con te?"
Asmodeo, con calma, rispose:
"L'ho convocato io."
"Per quale motivo?" Alec si avvicinò, gli occhi pieni di sospetto.
"Perché lo volevo rivedere."
"Perché mai volevi rivedere mio figlio?" La voce di Magnus tremava, scuotendo il padre con forza.
Asmodeo, esausto, schioccò le dita e con un semplice movimento della mano allontanò il figlio dal suo collo, bloccandolo contro il muro.
In quel preciso istante, Robin riprese conoscenza. Con un leggero mugolio, si sollevò e osservò la scena che si stava svolgendo davanti a lui. Senza esitare, parlò, la sua voce debole ma determinata:
"Asmodeo, lascia andare Magnus."
L’uomo obbedì, ma solo per un attimo, prima di avvicinarsi a Robin e prendergli delicatamente la mano. Magnus e Alec restarono immobili, stupiti dalla scena, incapaci di credere a ciò che stava accadendo. Poi, Alec, con il tono severo che lo contraddistingueva, parlò:
"Non hai risposto alla domanda di Alec, vorremmo sapere perché."
Asmodeo si girò verso i due uomini, i suoi occhi fissi, intensi. Poi, con una calma glaciale, pronunciò le parole che fecero tremare Robin:
"Perché lo amo."
Robin non riusciva a credere a ciò che stava ascoltando. Un mix di sentimenti contrastanti l'assaliva. Da un lato, era felice di sapere che Asmodeo provava qualcosa per lui, ma dall'altro, il suo corpo debole e affaticato la preoccupava sempre più. Il pensiero che, forse, avrebbero dovuto separarsi lo distruggeva.
Magnus si avvicinò a lui, guardando il suo stato con preoccupazione. Allungò la mano e, utilizzando i suoi poteri, controllò il corpo di Robin. Dopo un attimo, il suo volto sbiancò e, con voce tremante, disse:
"È stato maledetto. Un incantesimo che fa rigettare i nostri poteri nel corpo di Robin. Se non troviamo una cura, lui morirà."
"Ma dove possiamo trovare la cura?" chiese Alec, il tono di voce pieno di preoccupazione.
Asmodeo si girò verso di loro, rispondendo con fermezza:
"So dove."
"Dove?" chiesero in coro, l'ansia crescente nelle loro voci.
"Asmodeo fece un gesto ampio con la mano, come se stesse rivelando un segreto antico:
"A Edom c'è una caverna, la chiamano la Caverna delle Fenici. Secondo la leggenda, lì si trova il Libro Rosso, un antico libro appartenente alla stirpe delle Fenici, scomparsa millenni fa. Se riusciremo a recuperarlo, troveremo qualsiasi incantesimo mai inventato."
Alec annuì con determinazione:
"Partiamo subito per Edom e troviamo il libro."
"Ma c’è solo un problema," Asmodeo proseguì, "Il libro si manifesta solo a chi ne ha davvero bisogno. Robin dovrà venire con noi."
"Noi non possiamo farlo muovere," Alec protestò, "Potrebbe peggiorare la situazione."
Robin, che stava seguendo la conversazione, si alzò dal divano. Le sue gambe cedettero sotto di lui, ma Asmodeo lo afferrò al volo, aiutandolo a sedersi di nuovo. Robin gli sorrise, un gesto di gratitudine, mentre lui si sedeva accanto a lui, carezzandogli il braccio.
"Verrò anch'io," disse Robin, con voce ferma, "È l'unico modo per trovare il libro."
"Potresti stancarti troppo e peggiorare la situazione," Alec obiettò.
"Basterà che Magnus mi faccia una pozione per ritardare i sintomi dell'incantesimo," rispose Robin. Poi si girò verso Magnus, "Puoi farlo?"
"Sì," rispose Magnus con un cenno del capo, "C'è una pozione che va bene per questo, ma dovrò somministrartela ogni due ore. Per questo verrò anch'io."
"Verrò anch'io," disse Alec, "Non rimarrò qui a preoccuparmi. Farò di tutto per salvarti, Robin."
Con le lacrime agli occhi, Robin pensò di essere davvero fortunato ad avere accanto a sé persone che lo amavano tanto.
….
Nel frattempo, nell'istituto regnava il caos per la partenza di Alec, che delegò tutto il suo lavoro a Isabelle, la quale, con l'aiuto di Clairy e Jace, si sarebbe occupata di mantenere l'istituto in funzione.
Durante la riunione, Jace parlò con tono serio:
"Alec, porta indietro Robin, ancora viva. Sai quanto gli sono affezionato."
"Farò il possibile," Alec rispose con un sorriso, cercando di infondere speranza.
La riunione continuò, ma fu interrotta quando Magnus entrò, annunciando:
"Siamo pronti per la partenza."
"Arrivo subito," Alec rispose, mentre gli altri si alzavano e li abbracciavano, augurandogli un viaggio sicuro.
Davanti a Robin, il portale si aprì, rivelando un mondo nuovo, sconosciuto e pericoloso. Edom, un luogo dove i demoni dominavano. Sapeva che non sarebbe stato un viaggio facile, ma con le persone che l'amavano accanto a sé, credeva che avrebbero superato ogni ostacolo.
Proprio mentre stavano per attraversare il portale, due persone che Robin conosceva bene entrarono nel loft. Sizzy e Clarence, con i loro sorrisi pieni di determinazione, dichiararono:
"Non lasceremo il nostro amico andare da solo a Edom."
Robin li guardò, grato per la loro presenza. Senza dire una parola, li abbracciò. Non sapeva come avrebbe fatto senza di loro in quel lungo e difficile anno.
Entrarono nel portale, e si trovarono in un paesaggio desolato, dove il cielo era coperto da nuvole scure e dei demoni volanti si aggiravano minacciosi sopra di loro. Ma quando videro Asmodeo, si allontanarono, spaventati dalla sua potenza.
Senza fermarsi, Robin prese la mano di Asmodeo e si incamminò, seguito da tutti gli altri. Era un viaggio ignoto, ma nel suo cuore sapeva che avrebbero trovato le risposte che cercava, e forse, la salvezza.