Contratto d'amore: Emma e Drew

"Bene,a questo punto ci rivediamo tra una settimana da oggi. Sii puntuale,detesto i ritardatari. " Il suo sguardo si incatena al mio. Ma io non riesco a reggere il confronto. E lo abbasso immediatamente. Ancora non capisco come ci sono finita in questa situazione che ha solo dell'assurdo. Mi alzo dalla poltrona dove l'uomo davanti a me mi aveva fatta accomodare. Lo guardo un'ultima volta, il nostro prossimo incontro è previsto tra una settimana. Non posso tirarmi indietro, nonostante l'ansia si sta impossessando di me. Che cavolo sto combinando? Quattro giorni prima..... Cavolo che stanchezza!!!! Lavoro incessantemente da ore ormai alla piccola locanda che in questi ultimi anni è stata come una casa per me. Mi sono trasferita in Florida subito dopo il liceo. Cercavo me stessa e non avevo intenzione di iniziare il college,non perché non volessi ma non volevo indebitarmi una vita per terminare gli studi. Provengo da una famiglia umile. Mia mamma o meglio quella che consideravo tale, è scappata di casa quando io avevo circa 12 anni,innamorandosi di un altro uomo. Sono rimasta sola con mio padre,che non si è mai ripreso del tutto. Mio padre è una persona speciale. Lo amo con tutta me stessa. Ha fatto tanto per me. Ha sempre lavorato come un pazzo per mantenermi ma nonostante questo con il tempo ha contratto debiti su debiti. Vivevamo insieme nella nostra piccola casetta in Colorado. Adesso ci vive solo lui. Io ho deciso di trasferirmi, di volare, di vivere, perché quel posto ormai mi stava troppo stretto. Il lavoro non mi ha mai spaventata,lavoro da quando sono adolescente, per aiutare il mio unico genitore, anche adesso quando posso, ma anche quando non posso a dire il vero, cerco di aiutarlo nel mio piccolo. "Emma??Emma mi senti? Ma che hai oggi che sei tutta distratta" Ad interrompere il flusso dei miei pensieri, la mia collega Emily, una ragazza bionda dolcissima ma un tipo caratterialmente di fuoco. Al contrario di me che a dispetto di ciò che può sembrare sono una timida da fare schifo. "Sì scusa,ero sovrappensiero" "Non preoccuparti,adesso vai e prendi l'ordinazione del tavolo 4" mi dice "Vado" Mi avvicino come sempre al tavolo, non sapendo ancora che quel giorno avrebbe segnato la mia vita per sempre. Ma soprattutto l'uomo al tavolo numero 4, mi avrebbe cambiato la vita. E sto cercando di capire se in meglio o in peggio.