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Sei Mia Ragazzina 1

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Blurb

«Ho sempre odiato la violenza, ma vedendo Alex nei panni di un uomo minaccioso, con i muscoli irrigiditi per dare colpi pesanti al suo avversario e le scapole in rilievo dalla sua schiena possente, con la pelle illuminata dalle gocce di sudore... non ho mai visto qualcosa di più bello che due uomini farsi male a vicenda.»- Clara

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Capitolo 1
 «A-Alex! »-gemo nell'incavo del suo collo, mentre lui entra in me con movimenti controllati. Inarco la schiena, quindi ne approfitta per portare la mano tra le mie scapole e schiacciare il mio corpo al suo: il mio seno aderisce al suo petto, mentre avvinghio le gambe intorno al suo bacino, dandogli più spazio. Vengo tra le sue gambe, quindi dalle sue labbra esce un gemito soffocato: «Cazzo. »-sussurra, sdraiandosi al mio fianco. «Puoi dirlo forte. »-sorrido, poggiando la testa sul suo petto e alzando gli occhi per guardare la sua espressione. Non avrei mai immaginato di ritrovare Alex nel mio stesso letto dopo quasi cinque anni: porto una mano sul suo viso per accarezzargli la barba. So che gli piace. «Muoviti, devo andare! »- sbuffo alle sue parole e alzo gli occhi al cielo, mentre lui fa per alzarsi. «Prendi un mese di ferie, ti prego! »-gli regalo un bacio sul petto, mentre la sua mano si poggia tra i miei capelli, accarezzandoli. «Stai diventando troppo appiccicosa. » Mi arrendo sentendolo sospirare di nuovo, quindi mi sposto dalle sue braccia e mi alzo dal letto. La casa sta sottosopra e se non mi sbrigo a mettere in ordine non avrò nemmeno un po' di tempo per me. I miei piedi soffrono il freddo non appena li per terra: marzo a Sydney non è mai stato così freddo, almeno negli ultimi tre anni, da quando io e Alex abbiamo deciso di trasferirci. Eppure ho sempre amato questo clima, quello che mi fa venire voglia di rimanere sotto le coperte tutto il giorno... in compagnia di Alex. «Clara, mi accompagni tu oggi? »-dopo essermi vestita, esco dalla camera da letto per trovare subito Giulietta in piedi. Annuisco svogliata, mentre mi faccio una coda bassa. «Non ho voglia di fare niente oggi. »-le confesso, mentre Alex ci raggiunge. «Quando mai hai voglia di fare qualcosa? »-gli tiro un'occhiataccia: «Ho preso da te. »-osservo, mentre prende posto affianco a me. «Ma io sono un uomo: alle donne spettano le pulizie agli uomini la birra e la vagina. »-Giulietta alza gli occhi al cielo. «Sei maschilista e ignorante. » «Sono realista e sexy. »-ribatte, divorando tre croissant in un boccone. Si lecca l'angolo della bocca con la punta della lingua, mentre io non riesco a distogliervi gli occhi: non appena lo nota mi fa l'occhiolino. Arrossisco leggermente, per poi ritornare al mio piatto di cereali: sarà una giornata monotona senza Alex che mi dia fastidio mentre pulisco la casa. «Sbrighiamoci. »-la ragazza mi sprona ad alzarmi, quindi prendo le chiavi della macchina e la seguo fuori dalla casa. È il suo primo giorno di scuola ed è assai entusiasta, non perché le piace studiare chissà quanto, ma immagino non veda l'ora di incontrare le sue amiche. Beh, è fortemente: lei può incontrare le sue amiche ogni giorno, io sono costretta a parlarci per telefono. Infatti Tiara ha deciso di rimanere a New York, mentre Ash e Jessica ora vivono in Svezia. Mi mancano da morire, ma il lavoro mi distrae e mi aiuta a non pensarci: sono stata accettata al St. Vincent's Public Hospital e ne vado fiera, ma da quando sono stata assunta ho iniziato a trascurare me stessa. Alex, invece, ha lasciato gli studi al primo anno di specializzazione: «Ne ho abbastanza di vecchi puzzolenti che si lamentano che sono giovane. »-ha detto. Quel giorno aveva anche preso a pugni lo pneumologo, quindi ha deciso di dedicarsi completamente al suo TatooCentre. Almeno ora ha trovato un lavoro che gli piace: realizza design per un'azienda pubblicitaria. Ha un ufficio e una segretaria che lo fanno sentire importante, quindi si vanta di essere tra i migliori. Faccio partire la macchina, dirigendomi alla scuola di Giulietta, mentre la ragazza tiene la testa bassa: «Ehm, oggi ti rivedi con Jack. »-dico per farla sentire meno in ansia, ma alza gli occhi al cielo: «Ci siamo lasciati. » «Oh. » «Ora sto con Dukan. » «Se ti sentisse Alex, in questo momento saremmo morte entrambe. »-rido, parcheggiando al cortile e cercando di non investire nessun adolescente. In realtà Giulietta non parla molto dei suoi fatti privati, il che inizia a darmi assai fastidio: le voglio un mondo di bene e qualche volta mi chiedo come sono i suoi amici, se è in buona compagnia. Voglio proprio conoscere questo Dukan, ma già per il fatto che io sappia qualcosa del genere riguardo a sua figlia Alex mi farebbe fuori. È meglio non trovarsi davanti ad un Alex arrabbiato... davvero. «La deve smettere di fare il fratello protettivo. »-sbuffa mentre scende dalla macchina. Ogni volta che lo chiama fratello, mi fa salire l'ansia: ho insistito più volte che Alex glielo dicesse, ma lui non vuole saperne nulla. È stato fortunato, perché Giulietta ha accettato venire con noi in Australia, altrimenti non so come avrebbe fatto a vivere lontano dalla propria figlia. La seguo all'interno della struttura: «Stai al primo o al secondo piano? »-chiedo già stanca al solo pensiero di dover salire le scale: «Secondo. »-ride, guardando la mia espressione. «Ho una cognata scansafatiche! »-mi deride, ma mi limito a farle la linguaccia. «Eccoci. »-si ferma davanti ad una porta di legno aperta. All'interno non c'è nessuno, se non uno dei maestri di Giulietta, presumo. È un uomo giovane, forse della mia stessa età. «Salve. Disturbo? »-busso, costringendolo ad alzare gli occhi. Mi rivolge un largo sorriso , per poi venirmi incontro, mentre Giulietta prende posto all'ultima fila. «Niente affatto, buongiorno! » È davvero un bel uomo, con i lineamenti di un austriaco puro: «Sono una parente di Giulietta. »-indico la ragazza- « I suoi genitori non vivono qui, quindi sarò io a occuparmi di lei: ho portato dei documenti di riconoscimento. »-gli porgo la fotocopia della mia carta di identità. «Non penso sia necessario. »-dice, ma mi limito ad alzare le spalle. Sorride di nuovo: « Vi siete trasferite da poco? »-chiede, molto probabilmente ha letto il mio luogo di nascita. «In realtà è da un po' di anni che viviamo in Australia. »-ricambio il sorriso: sembra una persona cordiale, il che mi tranquillizza, dato che sarà il maestro di Giulietta. «Si nota dall'accento. » Alzo le sopracciglia: «Suona come un'offesa. »-faccio una smorfia. «No, no, non intendevo quello! Anch'io sono di New York. »-dice fiero. «Oh. »-annuisco alle sue parole, per poi continuare- «Senti, ci conosciamo da poco, ma ti devo chiedere un favore. » «Tutto quello che vuoi. »-dice confuso. Tiro un'occhiata a Giulietta e vedo che è ancora occupata a fissare il telefono, quindi ne approfitto: «Devi informarmi su tutto quello che fa Giulietta! »-vado diritta al punto. «Devo fare la spia? »-alza un sopracciglio, senza smettere di mettere in mostra la sua dentatura perfetta. «Devi fare il tuo dovere. »-cerco di convincerlo, ma assume un'espressione pensierosa: «Mi sentirei in colpa. » «Devi sentirti in colpa per me, invece! Devo badare a Giulietta, ma la maggior parte del tempo non posso, anche perché lavoro all'ospedale. Non posso controllarla, quindi se magari mi aiuti, te ne sarò grata. » Dopo le mie parole rimane in silenzio: mi fissa attentamente, il che mi mette assai a disagio. «Quindi? »-rompo il silenzio. «Okay, ma promettimi di ricambiare il favore. »-faccio un salto di gioia, mentre annuisco: «Tutto quello che vuoi. » «Per ora non lo so, poi vedremo. »-alzo le spalle alle sue parole, mentre lui mi fa un cenno con la testa. «È stato un piacere conoscerti! »-dice. «Altrettanto...mmm »-lo incito a dirmi il suo nome: «Louis! »-esclama, allungando una mano. «Clara! Ah, per tutte le novità ho lasciato il mio numero sul foglio. »-ricambio la stretta, per poi voltargli le spalle. Esco dalle scale di fretta per arrivare il più in fretta possibile a casa, sperando che Alex non se ne sia già andato. Purtroppo, però, ritrovo la casa vuota, quindi delusa, pensa alla lunga mattinata di lavoro che mi aspetta. Per fortuna la casa non è molto grande: Alex ha scelto una a un piano soltanto, ma da fuori sembra una villa vera e propria: la mia parte preferita è quella della cucina. Infatti ho imparato a cucinare altre schifezze, oltre alla pizza, prendendo lezioni da Marta, Jamie e the Cake Boss. Prendo l'aspirapolvere, per poi entrare nella mia camera da letto. *** Faccio zapping da un'ora e finalmente trovo qualcosa di decente: America's next top model. In realtà mi piace vedere le modelle che litigano, oppure guardare il loro fisico e cercare di convincermi di mettermi a dieta il giorno dopo, inutilmente. Non appena finisco le gallette di mais, mi alzo dal divano, per buttare la carta nel cestino. Non appena raggiungo la cucina, sento la porta aprirsi e Alex entrare in tutta la sua altezza. Faccio finta di non essermi accorta della sua presenza: ultimamente non faccio altro che saltargli al collo ogni volta che rientra a casa dal lavoro, mentre lui, quando finisco di lavorare, o è andato già a dormire o continua a fare quello che stava facendo prima che entrassi. Tra l'altro stamattina ha detto che sono diventata troppo 'appiccicosa', quindi decido di accontentarlo e di stargli lontana per un po' di tempo. Se ci riuscirò... Si schiarisce la voce, ma continuo a evitarlo mentre mi preparo un caffè. Non riesco, però, a non sorridere di nascosto, mordendo il labbro inferiore. «Che fai? »-chiede. Mi giro dalla sua parte. «Oh. Sei arrivato? »-gli volgo di nuovo le spalle, immaginando la sua espressione confusa. «È successo qualcosa? » Alzo le spalle. «No, ho accompagnato Giulietta a scuola, sono tornata e ho fatto le pulizie. »-metto lo zucchero dentro la tazza. Riporto di nuovo lo sguardo su di lui, ma si avvicina al divano, per poi sdraiarsi. «Tu, invece? Hai finito prima? » La sua risposta tarda ad arrivare: «Catherine finisce per me. »-alzo gli occhi al cielo. «Quella donna è una Santa. »- osservo. Catherine è la sua segretaria e ha sempre aiutato Alex, coprendolo persino nei giorni in cui manca, e mi dispiace non averla mai conosciuta di persona: «Certo, certo! »-risponde. «Ha più di cinquant'anni, giusto? »-chiedo: Alex non parla molto dei suoi colleghi, solo una volta sono riuscita a farlo parlare di Catherine, e mi ha detto che è una povera anziana senza un marito. Annuisce alle mie parole: «Invitala a cena qualche volta. »-gli propongo. Da quando ci siamo trasferiti Alex si è fatto tanti amici, di cui conosco solo una parte: fortunatamente John e Andrew hanno deciso di abitare vicino a noi, solo leggermente in periferia, quindi qualche volta ci è concesso rivederli. «No! »-esclama con una voce stridula- «Perché devo cenare con una vecchietta?! » «Perché ti aiuta spesso a lavoro e perché sono stanca di avere a che fare con i tuoi amici prepotenti! »-sbuffo, mentre lui alza gli occhi al cielo. «Mi prepari del caffé? »-chiede. «Quella è la cucina! »-indico l'isola al mio fianco. «Stronza! »-mi lancia un cuscino, ma riesco a evitarlo. «Stavi guardando di nuovo questo programma? »-indica la televisione, in cui si continua a trasmettere America's next top model. «Si. »-mi avvicino a lui. «Fammi indovinare? Hai deciso di metterti di nuovo a dieta? »-ride, mentre mi limito a mettere il broncio. «Non è vero. »-mi siedo sul lato opposto del divano. Corruga le sopracciglia: «Che c'è? »-chiedo- «perché mi guardi così? » Ogni volta che lo trovo sul divano, mi sdraio affianco a lui e lo stuzzico, ma ora non lo faccio, il che gli sembra strano. Ma nemmeno lui si arrende, infatti si limita ad alzare le spalle. Lo osservo, mentre si concentra alla Tv: è sempre lo stesso uomo menefreghista, anzi, forse lo è un po' più di prima. È diventato quasi più alto di prima, oppure sono stata io a diventare più bassa, ma si mantiene il fisico di prima: si morde il labbro inferiore, mettendo in evidenza i suoi lineamenti... e lui sa quale effetto ha su di me quel gesto. Passa una mano tra i capelli scuri, mentre i muscoli delle sue braccia si contraggono, muovendo i tatuaggi che lo avvolgono. Ho studiato ogni singolo tatuaggio del suo corpo, scoprendo una storia dietro ad ognuno di essi, ma il mio preferito è uno che rappresenta una piccola C in mezzo alla sua schiena. Non gli ho mai chiesto il significato di quella lettera, non vorrei rimanere delusa: ho sempre sognato fosse l'iniziale del mio nome e voglio continuare a pensarlo. Anche perché, se glielo dicessi, mi scoppierebbe a ridere in faccia. Sposto lo sguardo dalla sua figura, perdendomi nei pensieri, mentre osservo la pioggia colpire il vetro della finestra violentemente. E più la guardo, più il mio sorriso cresce. Lo squillo del telefono mi fa sobbalzare, quindi allungo la mano sul comò: noto che si tratta di un messaggio, quindi subito penso si tratti di Tiara, dato che mi scrive spesso, ma rimango perplessa quando vedo che è da parte di un numero non registrato sulla rubrica: *Sono contento che il mio primo giorno da spia abbia dato dei frutti: Giulietta è appena uscita in compagnia di un giovane ragazzo.* Sorrido al messaggio di Louis, ma poi la mia espressione si fa seria: Giulietta è uscita con Dukan!! «Chi è? »-sobbalzo al suono della voce di Alex. «Un amico. »-cancello il messaggio velocemente, mentre Alex alza un sopracciglio: «Un amico? «-annuisco alla sua domanda. «Sentiamo, lo conosco? »- alzo gli occhi al cielo, provando a zittirlo: «Non essere geloso... »-comincio, ma mi interrompe: «Non sono geloso! » «Certo che non lo sei. » Instagram : ema_8570 ❤️❤️

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