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807 Words
Malcolm aveva appena raggiunto la cella quando l'uomo chiamato Quinlan scese le scale. "Liberatelo." ingiunse alla guardia e aspettò che questi eseguisse l'ordine. Malcolm si irrigidì. Aveva visto la rabbia negli occhi dei laird degli Ullyot: ci aveva ripensato e ora mandava uno dei suoi uomini più fedeli a ucciderlo? In preda al panico cominciò a lottare e a indietreggiare. "Dove mi portate?" Decise che solo mostrandosi indignato poteva darsi qualche vantaggio e non desistette. "In una stanza senza topi." Quella risposta gli venne data in tono serio, ma quel po' d'ironia che Malcolm colse nella voce dell'uomo lo insospettì. Cercò disperato di capire se quello che gli aveva detto avesse un senso. "Perché?" "Il nostro signore vi vuole in grado di affrontare il viaggio che vi aspetta domani mattina." La risposta lo riempì di gioia. Davvero lui e la sorellina non dovevano morire quella stessa notte? Forse dopotutto, c'era una possibilità di cavarsela. "Per favore, potreste liberare anche Jemmie, il mio paggio? è giovane e qui si sentono i morsi del freddo." Il soldato di fronte lo guardò confuso, poi lasciò vagare lo sguardo sul pavimento. "Questa cortesia è riservata solo a voi, signore." "Allora mi dispiace, ma non posso accettare." Il viso pallido della sorella ora era perfino livido per la debolezza, mentre il freddo penetrava dalle lastre di granito. Malcolm distese le braccia, strinse i pugni e distolse lo sguardo. Sentì le catene richiudersi attorno ai polsi e avvertì la perplessità dell'uomo che gli stava di fronte, ma lasciò che si allontanasse senza alzare gli occhi. La pesante porta di ferro cigolò, richiudendosi su di loro. Malcolm si mise a sedere con la testa fra le gambe e si sforzò di rimanere calmo, mentre dita sottili di panico minacciavano di stringerlo e di fargli sfuggire di mano il controllo di sé. Era intrappolato in una segreta della fortezza degli Armstrong da un signore noto per la sua crudeltà e Jemmie era trasvestita da paggio; quest'ultimo particolare, se mai l'avessero scoperta, sarebbe stato la loro rovina. E la natura tremenda del signore degli Ullyot peggiorava, se possibile, ogni cosa. Diversamente da vostro fratello non uccido omega, gonne e bambini. Non aveva detto questo? Quel pensiero placò il suo panico e riaccese la speranza. In fondo, le voci sull'aspetto di Ullyot si erano rivelate ingannevoli, forse quindi anche quel che si diceva sul suo carattere gli rendeva giustizia. "Per favore, buon Dio, fate che sia così." pregò. La stretta attorno al petto si allentò e Malcolm si avvicinò a Jemmie pian piano, un po' allarmato dalla sua immobilità, Se la sorella fosse morto, come avrebbe potuto lui continuare a vivere? Si lasciò scappare un singhiozzo di paura, poi mise insieme la forza che solo di rado gli veniva a mancare. Si era ritrovato in situazioni ben più difficili di quella ed era sopravvissuto; con l'aiuto di Dio e della fortuna, ce l'avrebbe fatta anche questa volta e avrebbe portato in salvo anche la sorellina. .. Quinlan ritornò nel grande salone dopo appena una decina di minuti. "Dice che non abbandonerà il giovane servo." "Che cosa?" Alexander si girò di scatto verso il suo comandante e trasalì, poiché con quel movimento brusco aveva dato uno strappo alla ferita sulla spalla. "Ha detto che non abbandonerà il ragazzo. Lo chiama Jemmie. Non ha ancora riacquistato coscienza e sembra preoccuparlo il freddo." "Allora lascialo là. Coprili con una coperta e lasciali là." Ma Quinlan non aveva finito. "Ha un buon profumo, Alex, e i suoi modi sono gentili" Un riso acuto riempì la stanza. "è il fratello di Noel Falstone, Quin. E partecipa alle incursioni del fratello." Quinlan scosse la testa. "Eppure, quando il plaid gli è scivolato dalle spella, ho visto una cicatrice a forma di croce sul petto. Ti ricorderai le parole di Jock Ullyot, Alex. Diceva che l'omega del castello di Heathwater che lo aveva aiutato aveva una cicatrice così. E i suoi capelli parlava di un angelo con i capelli rosso fuoco che curava i feriti." "Stava morendo, delirava. E se è un angelo quello che noi cerchiamo, dubito che Malcolm Randwick ne abbia i requisiti." "Quel che si dice, potrebbe anche fargli torto." Alex tagliò corto. "E invece non è così. Basta ora, va bene?" "Va tutto bene, tranne che questa notte è di guardia Geordie." Alexander bestemmiò, andò a prendere il pugnale su una seggiola e se lo infilò alla cintola, non senza qualche difficoltà. "E suo figlio giace morto su una delle lastre della cappella. Non credi che sia più saggio mettere qualcun altro di guardia?" Quinlan alzò le spalle, rassegnato. "L'ho visto disperato. Insultarlo ancora di più" non finì la frase che già Alex lo stava precedendo fuori dal grande salone. Mentre scendeva le scale e si dirigeva verso le segrete al sua ombra rifletteva la sua andatura malferma sulla pietra.
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