Tre anni dopo
Il sole del tramonto dipingeva la radura di sfumature dorate mentre Nicola sistemava l'ultima delle sue fotografie. Il libro era finalmente completo: "Le Radici del Mistero - Un Viaggio nella Botanica Magica" firmato da Dr. Nicola Torretti e Giacomo Marelli. Trecentocinquanta pagine di scoperte incredibili, teorie rivoluzionarie e fotografie mozzafiato che avrebbero cambiato per sempre il modo di vedere il regno vegetale.
"Come procede?" chiese Giacomo, emergendo dalla foresta con un cesto pieno di frutti esotici. Il sole aveva scurito ancora di più la sua pelle abbronzata, e i suoi capelli ora raggiungevano le spalle, dandogli un aspetto ancora più selvaggio e affascinante.
"È perfetto," disse Nicola, alzandosi per accoglierlo con un bacio. Anche lui era cambiato in quegli anni: i muscoli si erano definiti grazie alla vita attiva sull'isola, la pelle aveva preso un colore dorato, e nei suoi occhi verdi brillava una pace che non aveva mai conosciuto prima.
"La casa editrice ha confermato?" chiese Giacomo, posando il cesto e circondando Nicola con le braccia.
"Sì. Uscirà tra due mesi. Il professor Martini dice che è il lavoro più rivoluzionario dai tempi di Darwin." Nicola rise, appoggiando la testa sul petto di Giacomo. "Se sapesse quanto è letteralmente vero..."
Giacomo rise, il suono che vibrò nel petto contro l'orecchio di Nicola. "E le richieste di visita?"
"Sempre di più. Tre università hanno chiesto di mandare gruppi di ricerca. Ma ho rifiutato tutti, come concordato." Nicola si scostò per guardarlo negli occhi. "L'isola sceglierà da sola chi può venire qui."
Negli ultimi tre anni, l'isola aveva effettivamente chiamato altre due persone: una biologica marina di Barcellona e un antropologo del Brasile. Entrambi erano arrivati con motivazioni scientifiche, ma entrambi erano rimasti per qualcosa di molto più profondo. Ora vivevano nella parte sud dell'isola, proteggendo i segreti delle creature marine magiche che popolavano le acque circostanti.
"L'Albero Madre sta fiorendo di nuovo," disse Giacomo, prendendo la mano di Nicola. "Vuole vederci."
Camminavano lungo il sentiero familiare, le dita intrecciate, i corpi che si muovevano in perfetta sincronia dopo anni di vita condivisa. L'isola intorno a loro pulsava di vita rigogliosa. Le dionee giganti ora li salutavano quando passavano, le bocche che si aprivano in quello che Nicola aveva imparato a riconoscere come sorrisi.
La radura dell'Albero Madre era trasformata. L'antico guardiano era coperto di fiori cristallini che brillavano come stelle, e l'aria era carica di un profumo dolce e inebriante.
"È bellissimo," sussurrò Nicola, avvicinandosi con la reverenza che non aveva mai perso.
"Tocca," disse una voce familiare nella sua mente, calda e materna. "Tocca e vedi quello che ho preparato per voi."
Nicola posò la mano sulla corteccia cristallina, e immediatamente fu investito da visioni del futuro. Vide sé stesso e Giacomo invecchiare insieme sull'isola, i loro capelli che diventavano grigi ma i loro occhi sempre pieni dello stesso amore. Vide altri arrivare, chiamati dalla magia dell'isola, trovare il loro posto nel delicato ecosistema di meraviglie.
Vide bambini - bambini nati dall'unione tra umani e la magia dell'isola, piccoli guardiani con occhi che brillavano di antica saggezza. Il suo cuore si fermò a quella visione.
"È possibile?" chiese, voltandosi verso Giacomo.
Gli occhi azzurri di Giacomo brillavano di lacrime di gioia. "L'albero me l'ha mostrato ieri. Quando saremo pronti, quando il nostro amore sarà abbastanza forte, l'isola ci darà il dono di una famiglia."
Si baciarono sotto l'Albero Madre in fiore, circondati dalla benedizione di creature magiche e dal sussurro approvativo delle foglie. Era un bacio che sapeva di promesse mantenute e di sogni che si realizzavano.
"Ti amo," sussurrò Nicola contro le labbra di Giacomo. "Ti amerò per sempre, in questa vita e in tutte quelle che verranno."
"E io amo te," rispose Giacomo, "con ogni fibra del mio essere, con ogni respiro, con ogni battito del mio cuore."
Quella sera, nella loro casa tra gli alberi, fecero l'amore con la passione di sempre ma anche con la tenerezza di chi sa di avere tutta l'eternità davanti. Le loro mani si esplorarono come se fosse la prima volta, le loro bocche si cercarono con la fame di chi non può mai averne abbastanza dell'altro.
E mentre le stelle brillavano sopra l'isola magica, mentre le creature notturne cantavano le loro melodie incantate, Nicola sapeva di aver fatto la scelta giusta. Aveva lasciato una vita sterile per abbracciare l'amore più puro che avesse mai conosciuto.
Le radici che una volta aveva creduto maledette si erano rivelate essere le radici della sua felicità. Radici che crescevano profonde nel terreno magico dell'isola, radici che lo legavano per sempre all'uomo che amava e al posto che ora chiamava casa.
Nel buio della notte, l'Albero Madre pulsava dolcemente di luce dorata, vegliando sui suoi guardiani innamorati. E nelle profondità della foresta, nuove piante carnivore nascevano, create dall'amore puro che riempiva ogni angolo dell'isola.
L'amore aveva davvero messo radici. Radici eterne, profonde, indissolubili.
Radici che non sarebbero mai più state spezzate.
FINE